ELEMENTI DI COMUNICAZIONE E RELAZIONI PUBBLICHE
A cura di: Gian Luigi Pezza  
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Lezione 1

Introduzione e analisi del fenomeno

La Sociologia, come è noto, è quella disciplina che studia, il comportamento delle persone - non in quanto singoli individui - ma in quanto appartenenti a un ben preciso gruppo sociale. 

Un gruppo sociale è un insieme di persone riunito da una caratteristica comune oppure da un comune interesse. 

La Sociologia delle Comunicazioni è quella branca della sociologia che analizza e studia i processi di comunicazioni con particolare riguardo a quelle cosiddette di massa (1) (mass communication). 

Le Relazioni Pubbliche rientrano a pieno titolo nella Sociologia delle Comunicazioni in quanto si attivano, come si vedrà in seguito, attraverso processi di comunicazione tra le Istituzioni, pubbliche o private, e un gruppo sociale. 

La locuzione relazioni pubbliche, traduzione dall'inglese di "public relations", non ha un significato preciso e soprattutto univoco. Se sfogliamo i manuali di Relazioni Pubbliche troviamo la bellezza di 900 definizioni (escludendo quelle umoristiche e quelle semplicistiche) diverse tra loro anche se relativamente simili. Questo c'induce facilmente a sospettare che la risposta alla nostra domanda sia piuttosto difficile. 

Se sfogliamo un comune dizionario della lingua italiana troviamo alla parola Relazione la seguente definizione: una serie di rapporti umani uniti da una sistematica continuità. 

L'aggettivo pubbliche ci assicura che la serie di rapporti debbono avvenire con il pubblico in generale o con pubblici (cioè gruppi) particolari. 

Dove nasce allora la confusione e la difficoltà di definizione? Vi sono infatti attività ed esperienze di relazioni pubbliche che non sono state identificate, specie in Europa, con tale etichetta; si aggiunga che nella storia dell'esperienza americana sono indicate come "public relations" anche attività che non sono tali; inoltre, sia nel passato sia ai giorni nostri, sono impiegati gli stessi strumenti delle relazioni pubbliche sia dalla propaganda sia dalla pubblicità che, come vedremo, sono attività diverse dalle relazioni pubbliche. 

A questo punto può venire addirittura il dubbio che le Relazioni Pubbliche siano solo qualcosa di evanescente, destinato a sparire, oggi lo definiremmo un fatto virtuale, in altre parole un fantasma, piuttosto che un fenomeno reale; e la domanda che viene in mente non è quale funzione hanno le Relazioni Pubbliche (d'ora in poi le indicheremo solo con la sigla R. P.) ma se esse hanno realmente una funzione, cioè se esistono veramente come fenomeno storico e non come un mero accidente di cronaca. 

Se poi prendiamo l'opinione dell'uomo della strada ci accorgiamo che le R. P. o sono del tutto sconosciute oppure sono intese, da una gran parte di persone, come un'attività non molto importante, addirittura poco seria, divertente e quindi piacevole, assolutamente non impegnativa e perciò riposante; ne consegue una sorta di disprezzo per coloro che si occupano di tale attività unitamente a una mescolanza di invidia e allo stesso tempo di ammirazione. 

Ma anche all'interno delle stesse aziende o Istituzioni pubbliche l'opinione non è più confortante: ed è usuale considerare gli addetti alle R. P. "quelli che non ci sono mai e che possono tranquillamente non esserci, tanto nessuno se ne accorge". 

E le battute ironiche non mancano: alla sigla R. P. si dà il significato di Ricevimenti e Pranzi; ed è frequente la proposizione che per fare relazioni pubbliche sono sufficienti un conte più una bella ragazza. 

A queste osservazioni si può facilmente rispondere: 

-è vero che negli uffici di relazioni pubbliche la proporzione dei nobiluomini era, negli anni passati, maggiore che nelle altre attività ed è altrettanto vero che tra i compiti di un ufficio di R. P, vi è anche quello di organizzare pranzi e ricevimenti, tuttavia gli organici degli uffici di R. P. sono assai maggiori di un conte più una bella ragazza, ed i budget assegnati alle R. P. sono molto più ingenti di quanto si possa ragionevolmente pensare di spendere per pranzi e ricevimenti; e allora o gli uomini di R. P. sono (come nell'opinione dell'uomo della strada) "dei furbi", vendono fumo e l'Istituzione, soprattutto quella privata, ha tanti soldi da buttare via (2) , oppure dobbiamo pensare che la funzione delle R. P. è un'altra.


(1) Questa terminologia non ha incontrato consensi unanimi e, per esempio, in ambiente cattolico è stato adottato il termine Comunicazioni Sociali. 

(2) Questa tesi sembra avallata dal fatto che, in regime di riduzione di spese, l'impresa privata pensa per prima cosa a tagliare il budget R. P.


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Theorèin - Marzo 2004