DALL'ATOMO AL BIT:
Come e perchè di un mutamento socioculturale e filosofico
A cura di: Mario Della Penna
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III Lezione

LA CRISI DELLA CIVILTA' OCCIDENTALE
La dinamica sociale e culturale
secondo la ricerca di Pitirim Sorokin

 

Il sociologo Pitirim Sorokin ne La dinamica sociale e culturale, scritta fra il 1937 e il 1941, dedica la terza parte allo studio della fluttuazione dei sistemi di verità e di conoscenza, esaminando se nella storia della cultura greco-romana e occidentale la reciproca influenza ed il successo riscosso dai vari sistemi si siano mantenuti costanti o no.

  1. Se v'è stato un "progresso", o una "tendenza storica".
  2. Se in queste fluttuazioni è riscontrabile una qualche "periodicità".
  3. Se vi sono "cicli", oppure soltanto alti e bassi non periodici, senza uniformità di tempo e di ritmo.

Le fluttuazioni sono studiate dal 580 circa a.C. al 1920.

Lo studio consiste in una stima approssimativa degli aumenti e delle diminuzioni riscontrabili, rispetto alla diffusione ed all'influenza delle diverse correnti di pensiero, rilevabili in primo luogo dal numero di autori che hanno parteggiato per una determinata corrente. Ciò è stato calcolato per periodi di venti anni in venti anni, e di cento anni in cento anni. In secondo luogo, si è tenuto conto del "peso" o influenza relativa di ciascuno di questi autori, per ogni periodo.

Nel fare ciò a ciascuno è stato assegnato un peso diverso, secondo una scala da uno a dodici. A pensatori che hanno esercitato un'influenza assai maggiore di altri, sono assegnati un peso massimo, vale a dire dodici. Viceversa, a quei pensatori di minore influenza sono attribuiti il peso uno. A tutti gli altri sono assegnati pesi intermedi.

Si è proceduto quindi alla costruzione della scala d'influenza.

Sono seguite le fluttuazioni di sei correnti epistemologiche fondamentali:

  1. Empirismo
  2. Razionalismo religioso o ideazionale e razionalismo idealistico
  3. Misticismo
  4. Scetticismo
  5. Fideismo
  6. Criticismo

Razionalismo religioso, misticismo e fideismo incorporano principalmente le verità di fede; il razionalismo idealistico, le verità di ragione e l'empirismo, le verità dei sensi.

Per quanto riguarda gli indici di fluttuazione dell'influenza dei principali sistemi di verità, i risultati offrono un'immagine del principio di autoregolazione immanente dei processi socioculturali. All'azione segue la reazione. Quando una corrente si estremizza le filosofie competitrici diventano anch'esse più rigide.

Nelle culture considerate il razionalismo, sia religioso sia idealistico, è stato il sistema di verità, più influente, seguito dall'empirismo, misticismo, fideismo, scetticismo e criticismo.

Un forte punto di svolta nel rapporto fra questi sistemi di verità possiamo fissarlo nella crisi tra il XIV e il XV secolo, che prepara l'ascesa del sistema empirico di verità tra il XVI ed il XX secolo. Da quest'epoca in poi, tra scienza, filosofia e religione vi sarà sempre meno cooperazione e sempre più conflitto.

Stabiliamo l'anno zero all'epoca delle grandi scoperte scientifiche ed esaminiamo questo periodo legandolo al parallelo sviluppo dei processi in campo della fisica.

Fra il 1570 e il 1700 ci fu un mutamento molto grande nel modo in cui la gente si raffigurava il mondo e nell'intero modo di pensare.

Prima del 1570 la concezione dominante era organica; la cornice scientifica di tale visione si fondava su due autorità: Aristotele e la Chiesa. La nozione di un universo organico fu sostituita da quella del mondo macchina, e tale macchina divenne la metafora dell'era moderna. Questo sviluppo fu determinato da mutamenti rivoluzionari in fisica e in astronomia, culminati nell'opera di Copernico, di Galileo e di Newton.

René Descartes è considerato di solito il fondatore della filosofia moderna. La sua prospettiva filosofica risentì fortemente della nuova fisica e della nuova astronomia. Egli non accettò alcuna conoscenza tradizionale, ma si apprestò a costruire un sistema di pensiero del tutto nuovo. Percepì nel lampo di un'intuizione improvvisa le "fondamenta di una mirabile scienza" che prometteva l'unificazione di tutto il sapere.

Dalla sua affermazione famosa: "Cogito ergo sum" (penso, dunque sono), Descartes deduce che l'essenza della natura umana risiede nel pensiero, e che tutte le cose che concepiamo in modo chiaro e distinto sono vere.

Una tale concezione chiara e distinta la chiama "intuizione", e afferma che "non ci sono vie alla conoscenza certa della verità aperte all'uomo tranne l'intuizione evidente e la deduzione necessaria". Egli asserì che "nel concetto di corpo non è incluso nulla che appartenga all'anima; e nulla in quello di anima che appartenga al corpo".

La divisione cartesiana fra anima e materia ha avuto un effetto profondo sul pensiero occidentale.

Descartes fondò per intero la sua concezione della natura su questo dualismo fondamentale fra due regni indipendenti e separati: quello dello spirito, o res cogitans, la "sostanza pensante", e quello della materia, o res extensa, la "sostanza estesa".

Egli tentò di fornire una spiegazione esatta di tutti i fenomeni naturali nell'ambito di un singolo sistema in princìpi meccanici.

L'uomo che realizzò il sogno cartesiano e completò la rivoluzione scientifica, fu Isaac Newton. Questi inventò un metodo completamente nuovo per descrivere il moto dei corpi solidi (calcolo differenziale). A tal proposito Albert Einstein lo elogiò come:

"Forse il più grande progresso nel pensiero che un singolo individuo sia mai stato capace di compiere".

Quando la scienza rese sempre più difficile la fede in un Dio, il divino scomparve completamente dalla visione scientifica del mondo, lasciandosi dietro quel vuoto spirituale che è divenuto tipico della corrente principale della nostra cultura.

La base filosofica di questa secolarizzazione della natura fu la divisione cartesiana fra spirito e materia.

Il Settecento e l'Ottocento usarono la meccanica newtoniana con un successo enorme. La fede nell'approccio razionale ai problemi umani divenne nota come l'Età dell'Illuminismo. La figura dominante in questo sviluppo fu il filosofo John Locke. Egli sviluppò una visione atomistica della società, descrivendola in funzione del suo elemento basilare, l'essere umano. L'analisi della natura umana compiuta da Locke si fondò su quella di un filosofo anteriore, Thomas Hobbes, il quale aveva dichiarato che tutta la conoscenza si fondava sulla percezione sensoriale.

A Locke possono essere ricondotti gli ideali dell'individualismo, dei diritti alla proprietà, dei mercati liberi e del governo rappresentativo.

Uno degli sviluppi ottocenteschi fu la scoperta e l'investigazione di fenomeni elettrici e magnetici. Faraday e Maxwell furono i primi ad andare oltre la fisica newtoniana; la loro teoria fu chiamata elettrodinamica.

Sorse una nuova tendenza di pensiero che andava oltre l'immagine della macchina del mondo newtoniana; essa implicava l'idea di evoluzione, di mutamento, di crescita e di sviluppo.

La scoperta dell'evoluzione in biologia (Jean Baptiste Lamarck e successivamente Darwin) costrinse gli scienziati ad abbandonare la concezione cartesiana del mondo come macchina uscita completamente costruita dalle mani del suo Creatore.

Il primo gran risultato conseguito da questa nuova scienza fu la scoperta di una fra le leggi fondamentali della fisica, la legge della conservazione dell'energia, nota come prima legge della termodinamica. Essa fu seguita dalla seconda legge, formulata da Sadi Carnot, quella della dissipazione dell'energia: l'energia meccanica si dissipa in calore e non può essere recuperata completamente. S'innestano processi che hanno in comune il fatto che procedono in una certa direzione - dall'ordine al disordine - e questa è la formulazione più generale della seconda legge della termodinamica.

Rudolf Clausius introdusse una nuova quantità, da lui chiamata "entropia".

La formulazione del concetto di entropia e della seconda legge della termodinamica fu uno fra i contributi più importanti alla fisica nell'Ottocento.

All'inizio della fisica moderna si pone la straordinaria impresa intellettuale di Albert Einstein. Einstein nel 1905 diede inizio a due tendenze rivoluzionarie: la teoria della relatività speciale o ristretta, e il nuovo modo di considerare la radiazione elettromagnetica, che diventerà tipico della teoria quantistica, la teoria dei fenomeni atomici. La nuova fisica richiedeva profondi mutamenti nei concetti di spazio, tempo, materia, oggetto, e di rapporto causale e la loro trasformazione fu sentita come un grande trauma.

Nel VII paragrafo, Sorokin affronta la fluttuazione dei processi cosmici, biologici e socioculturali. Le risposte al problema "donde veniamo, dove andiamo" sono raggruppate nelle seguenti classi:

  1. Concezioni lineari
  2. Concezioni cicliche
  3. Concezioni miste

In quest'ultima sono incluse le concezioni della ricorrenza erratica o variabile.

La più antica concezione greca a noi nota è la teoria regressiva di Esiodo; similmente in Omero vi era un passo che raffigura il passato come migliore del presente.

Le teorie del VI secolo e della prima metà del V sono quasi uniformemente cicliche. Tali concezioni restarono preminenti fino al IV secolo anche se qualcosa mutava.

Il III secolo a.C. ed i successivi sino al III d.C., con l'ascesa dei centri ellenistici (in primis Alessandria d'Egitto) e il declino della Grecia continentale, segnano una continuazione di concezioni lineari progressive non del tutto sviluppate e una rinascita di concezioni cicliche ed oscillatorie ad opera degli stoici, dei neoplatonici e di altri. Il panorama è reso ancor più complesso dalla concezione cristiana con cui assistiamo alla ripresa di concezioni cicliche. La terza corrente, non molto rilevante, nei secoli III e II a.C. è la teoria regressiva "eclettica" della decadenza effettiva o eventuale dell'umanità.

Nei secoli di transizione, e particolarmente tra il II a.C ed il IV d.C., abbiamo la compresenza di tre correnti: una in cui si esprime l'ancora persistente ottimismo della decadente cultura sensistica; l'altra in cui si esprime il presentimento ed il pessimismo ispirato dal suo declino; e la terza, ciclica, in cui si esprimono la genesi e lo sviluppo della sopravveniente cultura ideazionale. Con il trionfo del Cristianesimo noi entriamo, dopo il IV secolo d.C., nella fase ideazionale della cultura europea.

Riguardo alla storia generale del mondo e dell'umanità la concezione cristiana ritiene che il mondo empirico abbia una durata finita nel tempo e che il tempo stesso abbia carattere finito. Tale concezione rimase uguale per tutto il medioevo, pur convivendo con l'antica tradizione astrologica e ciclica. Si avvertì difatti l'incompatibilità del credo cristiano con la concezione dell'eterno ritorno delle cose, l'eterno dissolversi e rinascere dell'universo, proclamato dalle teorie dell'annus magnus.

Nei tre secoli successivi al XIII, le due correnti (quella escatologica e quella ciclica) continuano ad essere quasi le due uniche correnti esistenti.

Verso la fine del XV secolo ed entrando nel XVI le teorie cicliche mantengono una posizione di prevalenza, pur staccandosi la componente astrologica.

A partire dal XVIII secolo assistiamo ad un rapido dilagare della concezione progressiva della storia umana. Poche voci continuano a richiamarsi alle concezioni cicliche una di queste è Gian Battista Vico.

Il linearismo progressivo è il nuovo sole nascente. Dopo Turgot, Lamarck, Condorcet e poi Saint-Simon e Comte in Francia; Lessing, Kant e Herder in Germania; i deisti inglesi, Spencer, Darwin, l'idea di evoluzione o di progresso lineare diventa la categoria dominante della mentalità del XVIII e più ancora del XIX secolo.

Tra la fine del secolo XIX e passando al XX si nota una tendenza alla ricomparsa e allo sviluppo di concezioni cicliche e oscillatorie atendenziali soprattutto nei processi socioculturali. L'attenzione è attratta sempre più dagli aspetti ciclici o ricorrenti. L'enunciazione della teoria dell'eterno ritorno ciclico di Nietzsche e il successo incontrato da opere come Il declino dell'Occidente di Spengler, ne sono una valida testimonianza.

Sorokin passa ad analizzare i principi relativi alla natura della realtà ultima quali: determinismo e indeterminismo, assolutismo e relativismo, eternismo e temporalismo. Le soluzioni sono raggruppate in tre classi:

  1. Idealismo
  2. Materialismo
  3. Mista

Quest'ultima classe comprende teorie che non rientrano in nessuna delle due precedenti.

L'idealismo è quel sistema d'ideologia secondo cui la realtà ultima è di carattere spirituale. Possiamo ridurre le sue varie forme in due classi fondamentali:

  1. Idealismo monistico
  2. Idealismo pluralistico

Per materialismo, s'intende quella filosofia secondo cui la realtà ultima è materia. Due sono le specie importanti:

  1. Materialismo ilozooistico
  2. Materialismo meccanicistico.

La terza categoria, quella mista comprende sistemi come lo scetticismo, l'agnosticismo, la filosofia critica.

Raggruppando i dati, possiamo vedere la forza di ciascuna corrente di pensiero riferita ai tre sistemi maggiori:

 

Periodo Idealismo Materialismo Teorie Miste
       
Dal 580 a.C. al 100 d.C. 322 304 142
Dal 100 al 600 534 75 21
Dal 600 al 1570 609 18 12
Dal 1570 al 1900 1842 339 753
Dal 1900 al 1920 363 210 329
Totale 3670 946 1257

Le teorie idealistiche hanno avuto maggiore influenza, seguite da quelle miste, mentre le materialistiche sono state minime. Un dato emerge con particolare determinazione, ossia che il materialismo in ogni tempo, è un sistema filosofico relativamente insignificante.

In venticinque secoli, non v'è stato un solo periodo in cui esso abbia avuto la supremazia assoluta, o una certa prevalenza in senso netto. Questo dato ci suggerisce una riflessione: è impossibile che una cultura possa sopravvivere unicamente con il materialismo, ed in modo particolare con il materialismo meccanicistico. Di questo risultato dovremmo tener conto nel proseguo del nostro viaggio.

L'osservazione dei dati ci porta inoltre ad una seconda considerazione: i periodi in cui il materialismo ha una fase ascendente coincidono di solito con i momenti precedenti una crisi o durante il suo svolgimento. Questi momenti sono caratterizzati da tempi di disgregazione sociale, demoralizzazione o altri fenomeni del genere.

Il principio di eternismo si contrappone al principio di temporalismo. Si possono raggruppare le diverse teorie e dottrine in tre classi:

  1. La dottrina dell'Essere o eternismo
  2. La dottrina del Divenire o temporalismo
  3. La sintesi di entrambe

Nel pensiero occidentale i concetti di Essere e Divenire sono associati ai filosofi Parmenide e Zenone da una parte ed Eraclito dall'altra. Per quanto concerne la terza classe troviamo valide espressioni in Democrito e Leucippo e più in generale nei sostenitori della teoria atomistica, ma anche per altre forme in Platone, i neoplatonici, alcuni peripatetici, i pensatori medievali come Agostino, Tommaso, gli scolastici, fino ad arrivare a Spinoza.

Mettendo a confronto i risultati ottenuti osservando la fluttuazione di idealismo e materialismo con quella della mentalità eternistica e temporalistica la notiamo che, la corrente eternistica è connessa alla cultura ideazionale, mentre la mentalità temporalistica è associata alla cultura sensistica.

Nel VI secolo a.C., secolo ideazionale, l'eternismo è altissimo; poi decresce dal V al I secolo a.C., durante il quale la cultura sensista è in ascesa come pure il temporalismo. Dopo il I secolo d.C., il temporalismo si avvia al declino fino a scomparire dopo il IV secolo d.C. Per tutto il medioevo sino al XIV secolo, temporalismo, materialismo, empirismo, nominalismo, singolarismo restano latenti.

Il medioevo appare come il periodo dell'ideazionalismo esclusivo; l'eternismo è in ascesa come le correnti dell'equilibrio impregnate di elementi eternistici.

Il XIV ed il XV secolo sono caratterizzati dal forte declino dell'eternismo e della riapparizione del temporalismo, che si sviluppa in modo rapido e costante sino al XVIII secolo, per poi recedere di poco nel XIX secolo e tornare ad innalzarsi tra il 1900 e 1920.

La nostra mentalità diventa sempre più temporalistica.

Come prima conseguenza si ha l'enorme sviluppo delle concezioni dinamiche.

La validità delle leggi di natura è ritenuta sempre più condizionale e relativistica. Nulla rimane stabile, non v'è alcun punto fisso di riferimento, a partire dalle leggi della fisica come abbiamo già visto. C'è un ritorno al dinamismo dei sofisti come Protagora, Crizia, per i quali tutto è relativo e l'uomo è la misura di tutte le cose.

La natura della mentalità temporalistica porta conseguentemente al centro il concetto del tempo misurabile con l'orologio.

Il tempo d'orologio regge la nostra mentalità, azione e vita. Oggi non possiamo vivere senza il suo ausilio. Noi viviamo nel presente ed apprezziamo soltanto esso: prevale un atteggiamento volto all'immediato.

Altre conseguenze del temporalismo sono la continua accelerazione dei tempi della nostra vita e il ritmo sempre più rapido del mutamento sociale.

Prima ancora che un "modello" nuovo abbia tempo di definirsi, ecco che è messo in disparte o rigettato da un "modello", da una "moda" o concezione ancor più nuova.

Oggi, soprattutto nel campo dei beni tecnologici, viviamo nella continua obsolescenza. Nulla ha tempo a sufficienza per cristallizzarsi, l'intera vita sociale, vive in una condizione d'instabilità.

La conseguenza, è che siamo in completa assenza di certezza, stabilità o sicurezza nella vita intellettuale e sociale.

Concentreremo la nostra attenzione nei prossimi capitoli ad un esame più dettagliato di queste accelerazioni, partendo come anno zero dalla prima rivoluzione industriale.

Descriveremo le reazioni dei più grandi intellettuali dell'epoca, costretti a vivere dentro questo nuovo mondo, prima definito moderno e poi postmoderno.

Essendo il nostro oggetto di riflessione incentrato attorno al problema della comunicazione, vedremo le reazioni di costoro al variare del medium.

Analizzeremo cioè le prese di posizioni relative alla comparsa del romanzo letterario ai danni del mondo poetico; del giornale rispetto al romanzo; della radio e televisione rispetto al giornale; di Internet e del mondo digitale rispetto alla vecchia tv, al mondo analogico, ciò che in uno slogan abbiamo definito come passaggio dall'atomo al bit.


Theorèin - Giugno 2002