LA SFIDA DI CARTESIO E LA RISPOSTA DI VICO
A cura di: Mario Della Penna
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XXVIII Lezione

La risposta di Vico

DE ANTIQUISSIMA ITALINORUM SAPIENTIA

La verità esiste non è una chimera. La verità è l'intelligenza creatrice di Dio che crea le cose. Ogni realtà ha la sua natura. Sulla norma di quel vero dobbiamo commisurare tutte le altre verità umane. Abbiamo un criterio normativo di verità che non è come vuole lo scientismo a partire da Kant. La verità non si misura a partire dalla verità scientifica. La prima verità è Dio che conosce le cose perché le crea. Sono verità umane quelle delle quali noi stessi ci formiamo gli elementi. Quelle che conteniamo dentro di noi e che mediante postulati prolunghiamo all'infinito. Quando le componiamo facciamo vere quelle che conosciamo nell'atto di comporre. Questo è il massimo grado di certezza che noi possiamo raggiungere. Con più certezza si dirigono al loro fine quelle arti che mostrano i generi o modi del loro operare che non quelle che non lo mostrano. Le une mostrano il procedimento poiché vertono su prototipi contenuti nella mente umana; le seconde no, perché l'uomo non ha in sé nessuna forma delle cose che congettura. I platonici costruiscono le loro famose scale ideali componendole da quegli archetipi, che possono essere immaginati di sempre crescente eccellenza, e attraverso idee sempre più perfette salgono, come per gradi, sino a Dio ottimo massimo, che contiene in sé le più perfette fra tutte le idee. La mente umana contiene elementi di verità che può ordinare e comporre; da tali disposizioni e composizioni risulta la verità che quelle scienze dimostrano; la dimostrazione si identifica così con l'operazione e il vero col fatto. Emilio Betti partendo da una riflessione sull'ermeneutica giuridico ha esteso le sue riflessioni a tutto il problema ermeneutico.

Partiamo dal fatto che secondo il Vico chi conosce la causa è chi fa le cose cioè Dio, nel caso della storia è vero che l'uomo fa' la storia però la Provvidenza è la regia. Com'è possibile dunque una conoscenza storica? Il Betti distingue tra un iter genetico ed un iter ermeneutico. L'iter genetico di una data realtà (e anche della storia) procede dalle cause agli effetti, mentre l'iter conoscitivo, accessibile agli uomini, procede dagli effetti alle cause. Tra questi due itinerari c'è differenza e somiglianza, cioè, analogia. In tal senso Betti intende il celeberrimo passo vichiano che, proprio tra i Princìpi della SN, pone la verità che questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritrovare i principi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana.

Il Betti giustamente esclude che con queste parole il Vico sostenga l'ammissibilità di una storia a priori; al contrario ritiene che con esse il filosofo napoletano abbia espresso un cardine fondamentale di tutta la teoria dell'interpretazione: il principio, cioè l'inversione dell'iter genetico nell'iter ermeneutico: inversione del processo formativo nel processo interpretativo. Con ciò emerge la fecondità epistemologica di un percorso come quello vichiano il quale invertendo l'iter genetico, risalga all'energia formativa, ricercandola negli atteggiamenti e modi di essere della nostra medesima mente umana. Dopo aver affermato che la storia è fatta dagli uomini, Vico non ne trae la conseguenza che allora bisogna contemplare o vedere il senso comune.

«Poiché questo mondo di nazioni egli è stato fatto dagli uomini, vediamo in quali cose hanno con perpetuità convenuto e tuttavia vi convengono tutti gli uomini, perché tali cose ne potranno dare i princìpi universali ed eterni, quali devon essere d'ogni scienza, sopra i quali tutte sursero e tutte vi si conservano in nazioni».

La dinamica storica per il Vico è data dal rapporto fra due libertà; quella del Dio provvidente e quella dell'uomo. Non si possono dunque fare previsioni sulla storia, ma si conosce a posteriori. Vico quando parla di Provvidenza dice sempre che i due principi sono messi sempre insieme per evitare che si possa confondere la Provvidenza con il fato, come un qualcosa di necessario. La ricostruzione della genesi del diritto che parte sempre dall'esperienza storica avvalora l'interpretazione sul tipo di sapere che è la SN. Come ricostruisce la genesi del diritto? Come si muove questa scienza? Come indaga sulla storia? Il sapere della Scienza nuova non produce il senso ma scopre il senso. E' un sapere che procede dagli effetti e cerca di risalire alle cause. La SN è contemplazione del disegno provvidenziale non produzione. Si tratta di una interpretazione che contesta quella crociana.


Theorèin - Aprile 2006