LA SFIDA DI CARTESIO E LA RISPOSTA DI VICO
A cura di: Mario Della Penna
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XXIX Lezione

La risposta di Vico

DE ANTIQUISSIMA ITALINORUM SAPIENTIA

Sulla questione della storia vi sono due piani di discorso che s'intrecciano. Uno riguarda l'interpretazione biblica della storia, l'altro riguarda la domanda sul tipo di sapere che è questa conoscenza storica, quello che si chiama statuto epistemologico.

Perché sono intrecciati i due piani? Perché a secondo dell'interpretazione che si dà della storia si ha significato anche sul suo tipo di sapere. Per rifarci a Croce lui può dire che con la SN si acquista una nozione di verità che non è scoperta ma prodotta dall'uomo, perché ritiene che il protagonista della storia è lo spirito, cioè l'uomo ingenerato. Siccome il protagonista della storia è l'io cioè lo spirito, lo spirito conosce la storia, ed ecco che si realizza la coincidenza del vero e fatto. Per Croce la Provvidenza è interpretata in senso immanentistico, come l'astuzia della ragione hegeliana. Le cose cambiano radicalmente se si cerca di ricondurre Vico al suo tempo.

La SN è fatta di filologia e filosofia. Per filologia il Vico intende tutte quelle scienze storiche che aiutano ad accertare i fatti. Successivamente sulla base dell'accertamento dei fatti, opera della filologia, interviene la filosofia che cerca di scoprire il vero nei fatti.

Una posizione importante e decisiva è vedere, dietro lo sviluppo della storia, una regia come dice il Vico superiore agli intenti a volte miopi e meschini degli uomini. Se la storia è fatta dagli uomini che sono i fabbri dietro di loro c'è la Provvidenza che è architetta.

Nella Degnità 104 si dice che il Diritto nasce col costume delle nazioni di qui i rimproveri a Grozio, Hobbes e Pufendorf. Vico ha alcuni principi acquisiti metafisicamente e tramite la fede cattolica però poi ritiene che la storia conferma o meglio dimostra questi principi. Questo è il senso dell'argomento del circolo ermeneutico: alcuni princìpi aiutano a leggere la storia ma la lettura della storia riconferma questi principi.

Quindi no circolo vizioso ma circolo ermeneutico dove c'è un corroborare di certi principi. Si dimostra in conseguenza il primo principio della cristiana religione che è l'Adamo intero. Questa è la distinzione tra la posizione di Vico e quella luterana calvinista. La Provvidenza è il primo principio della SN. Vico rimprovera Pufendorf: Senza il primo principio della Provvidenza non si può affatto aprir bocca a ragionar di diritto. Cerchiamo di vedere i vari sensi secondo cui la Provvidenza è il primo principio della SN. Se ne possono rintracciare almeno tre. Il primo dice che il genere umano si conserva sopra questo senso universale che sia la divinità provvedente. Il primo livello è che c'è una consapevolezza nell'uomo della Provvidenza.

«Dagli uomini di Obbes, di Grozio, di Pufendorfio non può giammai aver potuto incominciare l'umanità».

Secondo il Vico non si può incominciare, capire le origini, a ragionare di diritto naturale senza la Provvidenza divina, con la quale nacque congenita l'idea di diritto. Per ipotesi dice Vico, il diritto ci sarebbe anche se concedessimo ciò senza Dio.

«Con tal primo nascere de' caratteri e delle lingue nacque il gius, detto ious da' latini...Perché universalmente da tutte le nazioni gentili fu osservato il cielo con l'aspetto di Giove, per riceverne le leggi ne' di lui divini avvisi o comandi, che credevan essere gli auspici; lo che dimostra tutte le nazioni esser nate sulla persuasione delle Provvedenza divina».

Da questo primo livello della critica vichiana a Grozio emerge il primo senso secondo cui la Provvidenza è il primo principio del diritto naturale delle genti e quindi della SN. Ciò che è giusto, rimane immutabile anche quando fosse misconosciuto e calpestato dagli uomini. E' qui la ragione della fondata speranza, che è ben più che la semplice nostalgia di cui parla Horkheimer, secondo la quale l'assassino non possa trionfare sulla sua vittima innocente. E questo è il secondo aspetto. Come terzo aspetto, "la Provvedenza è l'ordinatrice del diritto natural delle genti" e "la regina delle faccende degli uomini".


Theorèin - Maggio 2006