La grande città dei letterati
Testi esemplari da Cartesio a Leopardi
1988, Unicopli, Milano
Dal Seicento in avanti, la città occidentale cambia, in rapporto prima agli interessi del mercantilismo e, da ultimo, a quelli del capitalismo (sotto la cui egida si sviluppa la rivoluzione industriale nelle sue varie fasi), fino a far sì che essa assuma connotati e aspetti assolutamente sconosciuti sia alla città antica sia a quella di culture diverse dall'europea. Parallelo a questo cambiamento è quello della scrittura letteraria, che tende sempre più a deletterarizzarsi, a diventare scrittura giornalistica, proprio in rapporto all'affermarsi della città moderna anche in quanto rete di comunicazioni sempre più funzionali, oltre che luogo di produzione/consumo di cose materiali. Ora, se teniamo presente che la scrittura letteraria, in epoca pre-industriale, coinvolge tutti coloro che producono scrittura (e ne fruiscono) anche se non sono letterati/lettori di professione, come reagiscono a questo cambiamento taluni dei più decisivi tra gli intellettuali che hanno fatto il pensiero moderno e, in fondo, la stessa moderna "opinione pubblica"? Questo libro intende dare, a questa domanda, almeno una risposta iniziale. Esso deve intendersi, perciò, come un libro più che mai "aperto" ad ogni possibile sviluppo dell'indagine: andrebbe, anzi, ad esserne uno stimolo.
|
| ![]() |