theorèin/i fi(g)li di Iengo

La grande città dei letterati
Testi esemplari da Cartesio a Leopardi

1988, Unicopli, Milano

  • Premessa
  • Una Amsterdam di Cartesio del 1631
  • La Londra di Joseph Addison e di Voltaire
  • La grande ville chrètienne del barone di Montesquieu
  • Una Londra di Giuseppe Baretti del 1760
  • Jean-Jacques straniero a Parigi (1761)
  • L'ambizione alla grande città in Gasparo Gozzi, Saverio Bettinelli e Alessandro Verri
  • Il "pubblico di una grande città" (una scoperta di Goethe del 1797)
  • La Parigi-cloaca del barone von Kleist
  • Londra e il "poeta" Heine (con un codicillo su Stendhal) (1828)
  • La grande città industriale e un illuminista ritardatario
  • La grande città di Giacomo Leopardi (1823-1828)

Dal Seicento in avanti, la città occidentale cambia, in rapporto prima agli interessi del mercantilismo e, da ultimo, a quelli del capitalismo (sotto la cui egida si sviluppa la rivoluzione industriale nelle sue varie fasi), fino a far sì che essa assuma connotati e aspetti assolutamente sconosciuti sia alla città antica sia a quella di culture diverse dall'europea. Parallelo a questo cambiamento è quello della scrittura letteraria, che tende sempre più a deletterarizzarsi, a diventare scrittura giornalistica, proprio in rapporto all'affermarsi della città moderna anche in quanto rete di comunicazioni sempre più funzionali, oltre che luogo di produzione/consumo di cose materiali. Ora, se teniamo presente che la scrittura letteraria, in epoca pre-industriale, coinvolge tutti coloro che producono scrittura (e ne fruiscono) anche se non sono letterati/lettori di professione, come reagiscono a questo cambiamento taluni dei più decisivi tra gli intellettuali che hanno fatto il pensiero moderno e, in fondo, la stessa moderna "opinione pubblica"? Questo libro intende dare, a questa domanda, almeno una risposta iniziale. Esso deve intendersi, perciò, come un libro più che mai "aperto" ad ogni possibile sviluppo dell'indagine: andrebbe, anzi, ad esserne uno stimolo.