IL MIDOLLO DEL LEONE
A cura di: Oscar Buonamano
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Storie da spiaggia e ombrellone
Parte I

Mi è sempre piaciuto scrivere di libri, consigliare libri. Tanti anni fa, ma proprio tanti anni fa, curavo una rubrica su una rivista a diffusione gratuita, Sipario, antesignana delle attuali free press, in cui mi occupavo proprio di questo. Il titolo della rubrica era: Punto, virgola, due punti. Erano interviste a noti personaggi pescaresi in cui si parlava di libri. Accanto al profilo dell’intervistato c’era sempre una scheda su tutti i libri di cui avevamo parlato. Sempre per quella stessa rivista avevo preparato un progetto che poi non si concretizzò. Un racconto a puntate, che sarebbe dovuto durare per tutta l’estate, in cui un personaggio sbucato fuori chissà da quale angolo della mia mente, Jordi, passava le sue giornate sulla spiaggia di Pescara a raccontare storie e a regalare libri. La storia che avevo immaginato prevedeva quattro puntate. Di quelle quattro puntate scrissi solo la prima. Ve la propongo nella sua stesura originale, sperando vi piaccia.

p.s._1: La storia è riemersa da una cartellina ingiallita che giaceva tra altre cartelline ingiallite. Oltre alla prima puntata completa ho ritrovato appunti con la selezione dei libri di cui parlare nelle successive tre puntate, mai scritte. Se ci piace, proverò a scrivere le tre puntate mai scritte.

Buona lettura.

p.s._2: Ah, da quelle cartelline è sbucata fuori anche tanta nostalgia che pensavo non mi appartenesse.

Storie da spiaggia e da ombrellone [1]

Uno strano tipo si aggira tra gli stabilimenti balneari in questa calda estate pescarese.
Pare si chiami Jordi, un ragazzo di circa ventidue anni, forse spagnolo. Bermuda blu, maglietta bianca e sandali a occhio di bue. Capelli lunghi, neri, raccolti in un elastico rosso, un filo di barba, nera anch’essa, bocca grande e carnosa che racchiude denti perfetti e bianchissimi.
Trascina sulla battigia un carretto pieno di libri e giornali. Nessuno sa bene da dove sia sbucato né perché tutti i giorni si sobbarchi tanti, tantissimi chilometri di spiaggia pescarese trascinando quel pesantissimo carretto.
Quando si ferma, in poco tempo, riesce a radunare moltissima gente attorno a se che resta ammaliata dal suo modo di parlare, un parlare dal vago sapore latino, e lo ascolta anche per due ore a volte.
“Regalo sogni e realtà che costano nulla!”, così conclude le sue chiacchierate, poi, dopo aver regalato cinque libri, prende il carretto e ricomincia il suo girovagare su e giù per la riviera.
Chi l’ha incontrato racconta che è molto affascinante, colto e raffinato, che parla bene l’italiano ma che dice di non essere italiano.
Oggi ha fatto la spola tra l’Ammiraglia e il Barracuda e ha trascorso quasi tutta la mattina a leggere. Aveva una pila di libri di Tondelli ed era tutto indaffarato a sottolineare e prendere appunti.
I primi ad avvicinarlo sono stati Fabio e Massimo che solitamente occupano il campo da beach volley e non lo mollano fin quando non cascano a terra sfiniti.
“Ciao Jordi, di cosa ci parli oggi?” gli fanno allungandogli una Corona ghiacciata con l’immancabile fetta di limone.
“Pier Vittorio Tondelli da Correggio, Reggio Emilia, Italia.” Risponde tirando giù il primo lunghissimo sorso di birra.
“Lo conosco Tondelli, cioè l’ho letto, parla di pere e gay.” Gli fa eco Giovanna una stralunata e bianchissima ragazza di Montesilvano che non prende mai il sole prima delle cinque del pomeriggio.
“Tonterias senorita. Stupidaggini. Tondelli parla anche dell’amore tra uomini e di droga ma parla soprattutto della vita.
Di ragazzi, dell’amore così come della solitudine e della morte. Come puoi dire che dietro l’inseguimento a Lele in Pao Pao ci sia solo una storia di gay. O che in Altri Libertini si parli solo di pere e non di solitudine, di disagio, di voglia di comunicare in modi e forme diverse?” E dopo aver visto che la sua risposta ha spiazzato Giovanna, tira giù l’altra mezza bottiglia di Corona masticando con soddisfazione la fetta di limone.
“Però Jordi non puoi non ammettere che il suo è un linguaggio aspro e a volte molto duro. Diretto.” Gli ribatte Giovanna.

“...Come sarà il mio nuovo amore, si era chiesto innumerevoli volte Leo non appena aveva deciso di farla finita una volta per tutte con Hermann…Con quale aspetto amore verrà a me, in quale corpo si mostrerà di nuovo?...L’amore è assoluto, non si può comandare, accelerare, evitare, guidare. L’amore è totalità è pienezza. Per questo Leo sapeva che sarebbe di nuovo tornato a lui, ma quello che non sapeva era appunto il modo, l’accadimento con il quale amore avrebbe mostrato, di nuovo, il proprio volto…”

“Ti sembra questo un linguaggio aspro e duro? Io penso che uno scrittore non si debba porre il problema di come descrivere le emozioni.” Così Jordi, da grande anfitrione rivolgendo lo sguardo verso la piccola folla che nel frattempo si era radunata, chiede a Giovanna: “Sei d’accordo?”¬
“Stavi leggendo un brano di Camere Separate, un romanzo molto delicato, quasi un’eccezione nel panorama tondelliano.”, la risposta di Giovanna a muso duro.
“Non è vero, si potrebbe parlare utilizzando gli stessi termini di Rimini o di un Weekend postmoderno.” Gli fa eco Daniela, la ragazza del bar, che nel frattempo stava allestendo il banco per gli aperitivi.
A questo punto Jordi capisce che la discussione è ormai ben avviata e comincia a defilarsi indirizzandosi verso un gruppetto di ragazzi che sta ascoltando un po’ in disparte.
“E voi cosa ne pensate? Conoscete Tondelli?” Gli fa guardandoli tutti, uno a uno, con lo sguardo fisso negli occhi di ognuno di loro.
“Io preferisco il Tondelli acuto osservatore della nuova condizione metropolitana che descrive la diffusione e la polverizzazione della città adriatica. Oppure il Tondelli che osserva il degrado dei centri storici.” Gli risponde Maurizio un laureando in architettura di Manfredonia.

“…Quello che faceva da sfondo al grande terrazzo dell’Excelsior era solamente il doppio notturno di una città mai esistita in quella forma e in quella dimensione e soprattutto in quei tagli di luce così plastici e così artificiali. Con tutta probabilità, cinquecento anni prima, una città chiamata Firenze era lì realmente esistita. In quel momento invece si trattava semplicemente di una fra le tante città della notte in cui un occidente agonizzante specchiava le propria inevitabile fine: accendendo candele ai monumenti e al passato come si fa con le immagini dei morti…”

E dopo aver letto tutto d’un fiato l’ennesima citazione, pescata tra un mucchio di fogli, strappati direttamente dai libri, che custodiva gelosamente in un’agenda di pelle nera, Jordi chiede un’altra birra a Daniela che nel frattempo ha finito di allestire il banco degli aperitivi.
Del clan di Maurizio fa parte Fabio anche lui laureando in architettura, uno della fauna d’arte come avrebbe detto Tondelli.
“Jordi -gli fa- io continuo a preferire il Tondelli che parla di noi, dei nostri mali e dei nostri amori. Dei nostri vizi e delle stronzate che facciamo e della nostra umanità.”
E Jordi che nel frattempo si è scolato un’altra birra girandosi verso di lui, molto lentamente, annuisce, si china sull’agenda di pelle nera ed estrae l’ennesimo foglio.
Questa volta legge con un tono diverso da quello di prima. La voce è più chiara e forte. C’è più passione in questa lettura. Più trasporto.

“…Non è possibile tracciare un identikit del giovane d’oggi, se non dimenticando tutte le mode e tutti i discorsi già fatti… Per tracciare un tale tipo di ritratto scaveremo nei weekend, nelle sottoccupazioni. nei doppi lavori. Andremo presso i ladri di polli, i giovani artisti incantati, scenderemo nelle strade provinciali e comunali, incontreremo finalmente una marea di giovani improduttivi e selvatici, incazzati e morbidi, ubriaconi e struggenti, di cui i giornali non s’occupano… Questi sono per me i giovani. Questi i ragazzi che danno speranza. Questi sono la novità: i ragazzi che pensano e cercano nell’oscurità la propria via individuale, le proprie risorse, al di là del baccano, degli strombazzamenti, dei riflettori puntati, dei capelli e dei vestitini. Ho appena terminato un romanzo di John Cheever, Il prigioniero di Falconer. Ho trovato un’immagine molto bella che cito a memoria L’esperienza giovanile degli anni settanta, suicidatasi per gran parte in fenomeni d’illegalità e di tossicomania, ha fatto il deserto. Ma in quell’ansia distruttrice, suo malgrado, non è riuscita a strappare quel fiore. Quel fiore è, lì, adesso. Quel fiore siete voi…”

Fa un lungo, interminabile respiro e poi Pfuuuuuuu l’aria gli esce dai polmoni e impatta con l’aria calda e stagnante che avvolge Pescara.
Uno scrosciante e lunghissimo applauso parte dall’interno dello stabilimento balneare mentre tutta la spiaggia è attraversata da un brivido caldo, memoria della lettura appena terminata.
Mentre gli applausi continuano a crescere Jordi afferra un’altra birra e la butta giù con un solo sorso, tenendo gli occhi chiusi.
Tra la folla, che nel frattempo si è formata tutt’attorno a lui, sbuca Rossella che gli piazza un bacio sulla fronte stringendolo a se in un abbraccio mozzafiato.
La folla si dirada, ognuno torna alle sue occupazioni. C’è chi insegue la propria donna, chi il proprio uomo, chi i propri figli, chi la propria ombra.
Jordi da il via al rito del regalo dei libri. Li regala a caso, senza guardare il titolo. Si fa guidare dal colore della copertina o dall’immagine o dal numero di pagine e associa ognuna di queste cose alle facce delle persone che sono davanti a lui a chiedere libri, appunto.
Cinque è il numero di libri che regala. Cinque per ogni stabilimento.
E quando anche questo rito termina, riprende il carretto e si allontana. E mentre si allontana la sua voce resta fissa, come sospesa, immobile, nell’aria. “Regalo sogni e realtà che costano nulla”.

[continua]

Titolo Pao Pao
Autore Pier Vittorio Tondelli
Editore Feltrinelli
Anno 1989

Titolo Altri libertini
Autore Pier Vittorio Tondelli
Editore Feltrinelli
Anno 1987

Titolo Rimini
Autore Pier Vittorio Tondelli
Editore Bompiani
Anno 1987

Titolo Camere separate
Autore Pier Vittorio Tondelli
Editore Bompiani
Anno 1991

Titolo Un week end post moderno
Autore Pier Vittorio Tondelli
Editore Bompiani
Anno 1993


Theorèin - Settembre 2008