MINICULT:
ovvero dallo Zibaldone del contemporaneo
spicchi di lucida alternativa
A cura di: Gianni Mastrocola


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La madre che brucia

Tratto da un dialogo diafano

"Voglio mostrarti una cosa."
Si tolse la maglietta, scoprendo un corpo flaccido e biancastro, un colore che ricordava quello di un lenzuolo sporco. Sul torace aveva un tatuaggio che diceva: "Cocco di mamma".
"Lo vedi? Mi è costato 250 dollari. Ecco quanto voglio bene a mia madre".
Guardarlo le fece venire il vomito. Aveva il petto e la pancia punteggiati di piccoli rigonfiamenti grigiastri. Pensò che fossero verruche. Lui ne toccò uno, un nodulo duro e grigio, poi un altro, e l'angolo della sua bocca si incurvò in un impercettibile sorriso.
"Mia madre mi bruciava con le sigarette".
Lei provò un senso di nausea. Non erano bitorzoli o verruche: erano cicatrici.

Robert Crais: L'OSTAGGIO


Theorèin - Novembre 2004