MINICULT:
ovvero dallo Zibaldone del contemporaneo
spicchi di lucida alternativa
A cura di: Gianni Mastrocola


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I Tre orchi

C’era una volta una principessa siciliana che abitava sul pianeta Azzurro, di proprietà del Principe omonimo, un bellissimo giovane di circa settant’anni. La principessa si chiamava Prestigiacomina e quand’era ancora ragazza il Principe l’aveva condotta nel suo palazzo, la casa delle libertà. Tutto sembrava azzurro sul pianeta Azzurro: gli abitanti erano sempre pieni di pacchi e nei campi crescevano i decoder digitali (oltre alle sempreverdi parabole). Prestigiacomina viveva serena, sorridendo senza timore da porta a porta, dopo che un editto del Principe aveva costretto i Draghetti Rossi a rintanarsi nel bosco di Carta Stampata.

Ma un brutto giorno una donna cattiva le auspicò l’incantesimo: “Il tuo cuor sanguinerà senza posa se non farai le Quote Rosa”. Era maga Melandra, truccata da strega per non passare osservata. Prestigiacomina, in lacrime, corse dal Principe: “Voglio le Quote Rosa”. “Finisci di fare la bambina”, rispose lui, ma per non vederla soffrire inventò una delle sue magie: Disegno di Legge, un seme che si pianta nei parlamenti e impiega anni prima di dare frutto.

Ma il Principe aveva fra i suoi amici tre orchi distratti che non capirono il trucco e gridarono in coro: “No!” (Erano l’Orco della Difesa, l’Orco dell’ Interno e l’Orco Giovanardo).

Sconvolta, la principessa Prestigiacomina fuggì dal palazzo ed entrò nel bosco urlando: “Draghetti Rossi, aiutatemi voi!” Chi la salverà?

Per la serie: Favole d’alta quota


Theorèin - Dicembre 2005