Recensioni

A cura di: Romina Officioso

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Titolo: La coincidenza degli opposti
Giordano Bruno tra oriente e occidente
Autore:  Guido Del Giudice
p. 80
Euro 9,00
Di Renzo Editore
Collana: Arcobaleno

 

Lo scrittore Guido del Giudice nel saggio La coincidenza degli opposti riporta in auge l’affascinante figura di un uomo del Cinquecento che, fiero e sicuro delle sue ideologie e del suo esistere, sfidava l’ignoranza bieca e distorta della chiesa, noncurante della sua incolumità fisica. Ci si riferisce al filosofo nolano, Giordano Bruno.

“Non devo né voglio pentirmi, non ho di che pentirmi né ho materia di cui pentirmi, e non so di che cosa mi debba pentire” (cit. p 19 dal testo omonimo)

Con questa affermazione, difatti, proclamata di fronte al Tribunale d’Inquisizione, istituito dalla Chiesa durante la Controriforma, Bruno Giordano firmava la sua condanna a morte, perché sostenitore dei principi copernicani e non di quelli tolemaici propugnati dal clero. L’atto coraggioso e consapevole del filosofo nolano avrebbe fatto di lui, agli occhi dei posteri, un simbolo indelebile di coerenza e di sacrificio del suo tempo. Ma, il punto di vista di Guido del Giudice ne La coincidenza degli opposti non si ferma solo all’analisi storica del nolano, poiché in particolare lo studioso consta nell’individuare alcuni degli elementi della filosofia e del pensiero di Bruno Giordano in chiara assonanza con i principi fondamentali delle filosofie buddista e taoista. I numerosi esempi e riferimenti che l’autore offre al lettore, soprattutto a proposito della concezione del divino come principio e fine di tutto, creano i giusti presupposti per ritenere attendibili tali supposizioni. La tematica e la freschezza stilistica del saggio La coincidenza degli opposti permettono, quindi, al fruitore dell’opera di acquisire non solo informazioni storiche inerenti ad un periodo così controverso e stigmatizzato, quale quello della Controriforma, ma di concepire con più chiarezza la figura di un personaggio, Bruno Giordano, incompreso per il suo tempo, perché troppo all’avanguardia, e pertanto così ammirato dalle generazioni contemporanee.

Romina Officioso


Theorèin- Aprile 2005