Recensioni

A cura di: Oscar Buonamano


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Titolo: Eroi come noi
Autore: Giovanni Minoli con Piero A. Corsini
Edizioni: Rai Eri Rizzoli 2006

"Chi dimentica la storia è condannato a riviverla" sono parole scritte sul cancello di Auschwitz come ci ricorda Giovanni Minoli nella pagina finale di questo suo bel libro Eroi come noi. Da Walter Tobagi a Massimo D’Antona, storie di uomini che hanno datola vita per lo Stato, in libreria da pochi giorni. È un libro che si legge tutto d'un fiato, un libro d'impegno civile. Si racconta soprattutto la vita e la morte di cinque uomini e attraverso la loro storia si narra quella che possiamo definire una vera e propria guerra civile che ha attraversato l'Italia tra la fine degli anni sessanta e gli anni ottanta. Vittorio Occorsio, Guido Rossa, Emilio Alessandrini, Walter Tobagi e Mario Amato, cinque eroi della quotidianità, ...sapevano di essere nel mirino: sono andati incontro alla morte a testa alta, non per incoscienza ma perchè a esporli era stato appunto il loro senso morale - la consapevolezza di un dovere da assolvere all'interno della società, per contribuire al suo corretto funzionamento e a rafforzarla in tempo di crisi.

Giovani studenti, poliziotti, magistrati, giornalisti, operai, perdono la vita in questi tragici e luttuosi anni mentre tutta l'Italia resta attonita ed incredula di fronte a questi tragici eventi.

È impressionante la sequenza degli attentati e degli omicidi ai quali si assiste.

27 aprile 1966 muore Paolo Rossi 19 anni, studente;

16 aprile 1973 Stefano e Virgilio Mattei rispettivamente 8 e 22 anni;

13 marzo 1975 Sergio Ramelli 17 anni, studente;

1 febbraio 1977 Guido Bellachioma 21 anni, studente;

11 marzo 1977 Francesco Lorusso;

12 maggio 1977 Giorgiana Masi;

30 settembre 1977 Walter Rossi 20 anni;

7 gennaio 1978 Francesco Ciavatta, Francesco Bigonzetti e Stefano Recchioni di 18 e 19 anni.

Tutti giovanissimi come giovanissimi, spesso coetaeni delle vittime, sono gli autori materiali di questa mattanza. A questa lunga sequenza di morte si sovrappone una serie di attentati a banche, stazioni ferroviarie, a singoli treni. Si calcola che sono circa 70 i morti, quasi 1000 i feriti, 7866 gli attentati, 4290 gli episodi di violenza e da questo calcolo sono escluse le vittime dirette del terrorismo vero e proprio.

Vittorio Occorsio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, viene ucciso il 10 luglio del 1976, aveva 47 anni e due figli di 20 e 16 anni. Guido Rossa, operaio viene assassinato il 24 gennaio del 1979, aveva 44 e una figlia di 16 anni. Cinque giorni dopo muore il Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano, Emilio Alessandrini aveva 36 anni e un figlio di 8 anni. Il 28 maggio del 1980 viene ucciso il giornalista Walter Tobagi, aveva 33 anni e due figli di 3 e 7 anni ed infine il 23 giugno dello stesso anno il Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma Mario Amato 42 anni e due figli.

Anche in questo caso vittime giovani, in alcuni casi giovanissime ed assassini altrettanto giovani, in alcuni casi poco più che adolescenti. Era quella un’Italia dove si moriva a vent'anni e si lavorava a ventidue/ventitre. A venticinque si facevano dei figli. Un’Italia che non c'è più. Un’Italia in cui era pericoloso e difficile persino prendere un treno. Un’Italia, quest'ultima, che ci auguriamo non ritorni più.

Una scia di sangue e lutti che ha seminato assenza e dolore.

Ma cosa resta oggi di quell’Italia? Viviamo in un Paese migliore o peggiore di quello di quegli anni? La condizione sociale, economica, il futuro del Paese è più roseo?

Questo libro ripercorre questa storia, la nostra storia. Una storia che ci appartiene, che dobbiamo conoscere e che abbiamo il dovere di far conoscere.

“Giunti al termine di questo viaggio nella memoria, dovrebbe ormai essere chiaro come ognuno di loro avesse dedicato la propria esperienza e il proprio lavoro (sia pure in ambiti diversi) a un'opportunità di miglioramento sociale, a un'ipotesi di progresso che, dall'interno delle regole e del sistema democratici, tenesse in conto il rispetto del singolo e le esigenze della collettività. In questo senso, Occorsio, Rossa e tutti gli altri sono davvero eroi come noi: vale a dire eroi involontari di una quotidianità operosa, umana, fondata su un'idea dell'Uomo, delle sue legittime aspirazioni, ma anche dei suoi doveri.

Ecco perchè quegli eroi non vanno dimenticati. Ed ecco perchè non vanno dimenticati i loro figli e tutti coloro che, parenti di vittime del terrorismo, oggi si guardano indietro senza più trovare il conforto, il sostegno, i consigli, l'amore di un padre.”

E noi non li dimenticheremo.

Oscar Buonamano


Theorèin- Novembre 2006