Recensioni

A cura di: Oscar Buonamano

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Titolo: Nemmeno il dolore. Storia di un amore ucciso a Nassyria e negato in Italia
Autore: Adele Parrillo
Edizioni: Mondadori 2006

Si prova rabbia, amarezza e poi ancora rabbia a leggere il libro di Adele Parrillo e Stefano Rolla, Nemmeno il dolore. Poi però se ti lasci andare e non pensi all’epilogo, alla separazione, alla morte, si prova gioia, felicità e poi ancora gioia e il cuore ti batte a mille quando Adele scrive: Le farfalle erano dappertutto, nel naso, nella gola, nelle orecchie. E tutte in ottima salute.

Così come a mille batteva il cuore di Adele quel giorno a Caracas, all’hotel La Floresta, quando per la prima volta baciò Stefano.

“Mi chiese: «Il cuore batte per me o perchè hai fatto le scale di corsa?» «Perchè ho fatto le scale di corsa» risposi. Mentivo, e infatti lui non ci credette perchè anche il suo cuore batteva forte. Mi baciò e non opposi resistenza.”

Un viaggio attraverso l’amore, il dolore, la rabbia e poi di nuovo l’amore.

Questo viaggio si realizza su una strada che corre su binari paralleli, il tempo stesso della narrazione ha un andamento analogo, parallelo appunto. Scandito dalle notizie che non arrivano da Nassiriya e dall’irrompere di Stefano nella vita di Adele. E così all’attesa delle notizie che tardano ad arrivare e seguendo l’ansia che nasce e si sviluppa nella testa e nell’anima di Adele, corrisponde l’attesa di un amore che finalmente arriva.

“Nel frastuono della discoteca me lo presentarono. E improvvisamente capii cos’era quella sospensione emotiva provata nei giorni precedenti. Era l’Amore che andava in cerca di una preda, e adesso l’aveva trovata.”

Come un vulcano che resta silente per molti secoli e all’improvviso erutta, l’amor che move il sole e l’altre stelle irrompe prepotente ed invade, travolge, tutto ciò che incontra sulla sua strada.

“…quando entrai nella sua auto, una Volkswagen Maggiolino… notai che dallo specchietto penzolava un nastrino di raso verde scuro…” “Il giorno dopo entrai nella mia Dolly e senza preavviso un’emozione m’invase. Un nastrino di raso verde scuro ondeggiò a un’aura divento.”

E mentre l’amore inonda ed occupa queste pagine, avanza silenzioso il dolore.

Il telefono è muto, nessuno risponde dall’altra parte. Il telefono continua a squillare ma nessuno può rispondere. E la tensione cresce come comincia a crescere la paura. Poi d’improvviso il buio e niente più.

“In preda alla disperazione vago per la città…non so che fare, né dove andare, gli altri sono tutti indaffarati a vivere la loro vita, solo io sento di non avere più un senso…Ho sete, vorrei entrare in un bar per bere dell’acqua ma mi accorgo che non ho la borsa. Davanti a me una coppia cammina abbracciata. Mentre lei dice cose senza senso lui ride e la loro felicità mi dà la nausea. Sono nella vita ma la mia vita mi dà la nausea. Stefano dove sei? Vorrei essere dove sei tu.”

Inizia da qui un viaggio nel dolore e nella rabbia. Sentimenti che diventano pubblici ma che vivono la loro intensità più forte nella sfera più intima di Adele. Se non fosse realmente accaduto tutto quello che leggiamo da questo punto in poi si farebbe fatica a credere a ciò che è successo.

“Il nostro nome, la nostra identità, è nelle mani degli altri, sono gli altri che ci fanno esistere quando pronunciano il nostro nome. Quando lo tacciono, semplicemente negano che ci siamo.”

La forma prima di tutto e la forma, il cerimoniale, non prevede l’amore, la vita vera vissuta insieme. Ed è proprio qui che il dolore si trasforma in rabbia. Una rabbia che ti cresce dentro e che ti rende partecipe di una grande ingiustizia subita non solo da Adele, ma da tutti noi.

Ma questo è un libro che pur essendo tante cose insieme è un libro che parla soprattutto dell’amore e del suo valore universale che supera e travolge ogni cosa.

E ieri notte mentre cercavo di addormentarmi e il caldo e il ricordo delle parole di Adele non mi davano tregua, ho ripreso il libro e tra quelle pagine ho trovato finalmente ristoro.

“Perché nulla finisce e nulla muore se non lo fai morire tu. Nemmeno quelli che ti hanno ucciso mille volte rinnegandomi cancelleranno il nostro amore. Nemmeno il dolore che tutto uccide ti ucciderà dentro di me. Nemmeno il dolore.”

Oscar Buonamano


Theorèin- Luglio 2007