PROBLEMI E METODI PER UNA RICOSTRUZIONE STORICA:
IL CASO DI FRANCESCO D'ASSISI
A cura di: Mario Della Penna
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Capitolo 3

La "fortuna" di Francesco d'Assisi

Il successo della proposta religiosa di Francesco

Le fonti non ci consentono dunque di avvallare l'idea (comunque accettata) di un Francesco che riscuote in vita un successo personale in termini di notorietà e di fama. La fortuna sta altrove: nel riscontro quasi immediato e, ben presto, nell'adesione numerosa ed entusiastica alla sua proposta religiosa. Se i seguaci in un primo momento, provenivano solo dal circondario assisiense, in un secondo momento i confini di reclutamento si estesero su buona parte del territorio italiano. Attorno a Francesco sorge dunque un movimento che si impone all'attenzione dei contemporanei, che ne registrano con toni ammirati (come si è visto per Giacomo da Vitry) il forte impegno religioso, lo slancio e l'entusiasmo. L'entità del movimento e la sua capacità di attrazione fu tale da far passare in second'ordine la figura di Francesco, in quanto fenomeno da identificare esattamente e da registrare. Ciò spiega il silenzio e l'inesattezza delle fonti a suo riguardo, nonostante una possibile, ma probabilmente circoscritta, devozione popolare.

A partire dal 1212-13 (12) e seguendo il filo del racconto agiografico del celanense il reclutamento va assumendo proporzioni numericamente sempre più notevoli mano a mano che va estendendosi alle varie regioni d'Italia. ci è possibile datare almeno approssivamente alcuni di tali riferimenti: il viaggio di ritorno da quel fallito tentativo di recarsi "ad partes Siriae sexto [...] conversionis suae anno" (1212-13) (13) il cui risultato sul piano del reclutamento, è dato - secondo l'agiografo - dal fatto che afferiscono all'ordine "quamplures boni et idonei viri, clerici et laici"; al rientro alla porziuncola dopo il viaggio in Spagna (1215-16), "quidam litterati viri et quidam nobiles et gratissimi adhaeserunt" tra cui Tommaso stesso (14). I luoghi di provenienza dei frati francescani verso le terre d'oltralpe e d'oltremare sono di per sè eloquenti: Spoleto. Narni, Roma. Napoli; Monte Gargano e la Puglia; Camerino, Macerata, Ascoli; Firenze, Pisa; le terre di Romagna, Milano, Verona, Treviso, mentre alle fonti relative a quegli anni spuntano nomi che ci fanno da ulteriore e complementare punto di riferimento. in questi itinerari ideali del reclutamento francescano tra il 1212-13 e il 1217-19: Foligno; Perugia, Borgo san Sepolcro, Siena, Arezzo, Gubbio, Pesaro, Rimini, Bologna. Dunque i centri demici sulle principali vie di comunicazione che da Assisi portavano verso le varie regioni d'Italia. Giordano da Giano nel suo resoconto della prima missione in Germania dice che fra Giovanni de Penna parte per la Germania con circa sessanta frati che conoscono il tedesco quanto lui, cioè per nulla. Si tratta dunque di frati di origine italiana, per lo più centro italica, per quel tanto che si può ricavare dagli scarni e incerti indizi che emergono da varie fonti. L'elenco dei componenti della missione successiva - quella del 1221 - ci fa capire l'importanza della precedente in funzione del reclutamento: in tale elenco riscontriamo - oltre alcuni "lombardi" - cinque tedeschi ed un ungherese, si tratta di una lista assolutamente incompleta, visto che non vi è nominata neppure la metà dei partecipanti ad una spedizione la cui organizzazione è buona parte fondata sulla conoscenza della lingua e dell'ambiente da parte dei componenti. Certo il reclutamento di elementi d'oltralpe potè avvenire anche per altre vie. Gli itinerari del pellegrinaggio e della crociata, i loro ben definiti punti di sosta e di convergenza - così chiaramente segnalati dai resoconti di pellegrini e di viaggiatori dell'epoca - le mete verso le quali si dirigeva lo slancio religioso della variegata popolazione peregrinante, costituivano altrettanti luoghi d'incontro e di proselitismo per gli itineranti frati minori. Proprio il capo della missione in Germania del 1221 si era deciso per la scelta minoritica: "post solemni facto pasagio, mare transiens, ad praedicacionem fratris Helye" ci informa Giordano da Giano, quel fra Elia che era stato "costituito provinciale nelle regioni ultramarine del beato Francesco" nel 1217 (15). La forza di attrazione dei frati minori pare veramente irresistibile su chierici e laici che l'ansiosa ricerca lanciava numerosi sugli itinerari della religiosità e del sapere in questi ultimi decenni del secolo XIII. Ad attrarre folle di viandanti non erano infatti solo i santuari e i luoghi di riferimento della fede religiosa, ma anche i grandi centri di studio. Uno su tutti nell'Italia di questo scorcio di tempo: Bologna, dove il successo dei nuovi ordini religiosi è ben documentato; per la verità più per i Frati Predicatori che non per i Frati Minori. Per questi ultimi dobbiamo accontentarci di informazioni puramente indiziali, quale per esempio, una presenza stabile che si struttura in abitazione apposita ed esclusiva per i frati nel 1219 (o 1221), quando ancora di tali strutture abitative Francesco non vuol sentir parlare, talchè ordina lo sloggio immediato, senza riguardo neppure per i frati infermi (16). Significativo anche l'ingenuo episodio narrato da Tommaso da Eccleeston, della lettera "in qua fuit falsum latinum" che Francesco fa leggere "per omnes scholas Bononiae" (17). Ma ancor più significativo il successo della predicazione di Francesco nella città, così fortemente evidenziato dal testimone oculare Tommaso da Spalato (18). Del resto, e lo si vedrà, la forte incidenza dei frati minori sui membri delle corporazioni universitarie, che si concretizza in forme di quasi massiccio reclutamento nei grandi centri di studio d'oltralpe nei primi anni venti del secolo, è ben documentato. Per Bologna bisognerà ricordare anche quel "Willelmus Anglicus jurisperitus" che era al seguito di Alberto da Pisa quando questi venne nominato ministro provinciale della Germania nel 1223 (19) e probabilmente qualcuno dei frati tedeschi che entrarono nell'ordine prima del 1221.

Al capitolo del 1221, che sancì il cambiamento in atto, erano presenti "circa tremila frati", ci dice Giordano da Giano (20). E' un sommario bilancio numerico di larga approssimazione e da assumere con beneficio di inventario del reclutamento dei primi dieci-dodici anni di esperienza minoritica. Lo stesso Giordano da Giano ci dà elementi per ricostruire i meccanismi organizzativi della missione in Germania. Fra questi particolarmente interessante la selezione dei frati per l'impresa. Accanto a cinque tedeschi e un ungherese vi sono frati provenienti da buona parte delle aree regionali italiane: Umbria, Marche, Abruzzi, Puglia, Toscana, Lombardia, Veneto (21). E' certamente un elenco molto lacunoso che fornisce la provenienza di dodici frati su ventisette. Altre regioni dovettero contare dei rappresentanti in quel gruppo come si ricava dai componenti di altre spedizioni che si mossero in quel torno di tempo: si pensi a quella "Terra di Lavoro" da cui proveniva Gregorio da Napoli, già vicario di Francesco in Italia nel 1217-19, e così efficientemente attivo in Francia fin dai primi anni venti del secolo; al Lazio, terra d'origine di Zaccaria da Roma, la probabile guida dei frati nella penisola iberica nel 1219 (22). Si può dire dunque che tutta l'Italia al nord della linea Bari-Salerno sia rappresentata. A sud della stessa linea pare ci sia il vuoto: la distribuzione degli insediamenti francescani, quale può essere almeno approssimativamente disegnata entro gli anni venti del secolo sembra confermare tale impressione e dunque suggerire che il reclutamento di una certa consistenza vi fosse avvenuto solo a partire dall'avanzato sec. XIII. Le aree del nuovo reclutamento a partire dal secondo decennio della storia minoritica sono note: Francia, Germania, Inghilterra. Per le ultime due disponiamo di preziosi e, per qualche caso, perfino dettagliati resoconti di Giordano da Giano e di Tommaso da Eccleston. Ecco alcune cifre: tra l'ottobre e il dicembre 1221 vengono "ricevuti all'ordine" tre cittadini di Wurzburg; nei primi mesi del 1222 si fanno frati minori quattro cittadini di Salzburg (23). Si tratta di cifre parziali e solo occasionali del resoconto del cronista. Dalla Germania alla Francia, o meglio, a quel vero e proprio focolaio di "vocazioni" minoritiche quale fu la Parigi degli anni 1220-1224. Certo anche qui dobbiamo accontentarci di indicazioni sommarie e di qualche significativo indizio, ricavabili dal De adventu fratrum minorum in Algliam di Tommaso da Eccleston. E' databile al 1224 la notizia che nel "convento" (lascio al cronista la responsabilità del termine) minoritico di Parigi vi erano trenta frati (24). Il De Adventu è abbastanza ricco di riferimenti al reclutamento parigino: dall'ingresso nell'ordine di Aimone di Faversham "cum tribus aliis magistris" nel 1224 - ingresso propiziato, si noti, dal domenicano Giordano di Sassonia -, alla segnalazione simile per Enrico di Burford (25), alla provenienza da Parigi dei nove componenti la spedizione d'Inghilterra nello stesso anno (26), ai "plures fratres probatissimi de Anglia oriundi qui Parisium intraverunt " (27). Terreno fertile, dunque per il reclutamento francescano lo studio parigino, dove i frati minori sembrano far breccia soprattutto tra magistri e studenti della natio anglorum, presso il quartiere erano collocati i primi insediamenti francescani (28). Non si può prendere per troppo enfatizzante l'affermazione - pur leggermente tardiva (1229) rispetto al periodo di cui ci occupiamo - di Oddone di Chateauroux: "duos ordines praedicatorum et minorum eam [l'università] mundaverunt, maxime quad scholarium, quorum quamplurimi hos ordines intraverunt" (29). L'Inghilterra e specialmente la città universitaria di Oxford, non fu meno generosa. anche in questo caso il De Adventu ci offre parecchi riferimenti (30). La testimonianza di vita di Francesco viene vissuta a tutti i livelli sociali, in tutte le classi, infatti, non solo i pauperes furono attratti da questo stile di vita, ma anche i membri di ceti privilegiati: viri honesti et litterati, miles et divites, come si legge nella Cronica di Giordano da Giano (31).


(12) L'ampia trattazione che segue sul reclutamento francescano è estratta da: Luigi Pellegrini, Storia e Geografia del "reclutamento" francescano della prima generazione, Atti del XIX Convegno Internazionale, Assisi 1991, (Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto 1992).

(13) TOMMASO DA CELANO, Vita Prima sancti Francisci, in AF, X, Ad Claras Aquas, Florentia 1926-1941, pp.1-117; in particolare si fa riferimento alle pp.42-43; FF, 455-457.

(14) I Cel, p.43; FF,456-458

(15)Chronica di fratris Jordani, 8, FF, 1975-1976.

(16) TOMMASO DA CELANO, Vita Secunda sancti Francisci, in AF X, Ad Claras Aquas, Florentiae 1926-1941, pp.127-268; in particolare si fa riferimento alla p. 166; FF, 601.

(17)Fratris Thomae vulgo dicti Eccleston Tractatus de Adventu fratrum minorum in Angliam, denuo edidit A.G.LITTLE, Manchester 1951, 32, coll. VI, FF, pp. 2015-2089

(18) THOMAE SPALATENSIUM...op.cit.

(19) Chronica di fratris Jordani, 33; FF, 1991-1992.

(20) ibid., 16; FF, 1980. (Nota che Tommaso da Eccleston riporta da un altro testo oculare la cifra di cinquemila (De adventu, 32, coll. VI).

(21) I ibid., 21-24; FF, 1984-1985

(22) GRATIEN DE PARIS,Historie de la fondation ed de l'èvolution de l'Ordre des Frères Mineurs , Roma 1982 (Bibliotheca Seraphivo-capuccina 9) pp.516-517.

(23) Chronica di fratris Jordani, 27, 29-30, FF, 1988-1989: si noti che nell'ottobre del 1221 erano stati inviati a Salzburg tre frati (28, n.24), al capitolo di Worms nel 1222 si recano da Salzburg sette frati (1990-1991).

(24) Fratris Thomae vulgo dicti de Eccleston Tractatus De Adventu Fratrum Minorum in Angliam , ed. A.G.LITTLE, Manchester 1951, 47.

(25) Ibid. 47

(26) Ibid., 4-6

(27) ibid., 29-31: la datazione è difficile e forse il cronista rimane volutamente nel vago per indicare un fenomeno prolungato nel tempo fino agli ultimi anni venti del secolo.

(28) cfr. A.CALLBAUT, Essai sur l'origine du premier couvent des Mineurs a Paris et sur l'influence de Gregoire de Naple, in La france franciscaine 11 (1928), pp. 5-30, pp.188-194, a p.190 la data dell'avvenimento: 12 aprile 1224.

(29) EUDES DE CHATEAUROUX, Sermo 74, cit. in CALLEBAUT, Essai, p.193.

(30) Tra i "magistri qui famam fratrum magnificaverunt" Tommaso ricorda: Gualtiero de Burg. Riccardo Normanno, Vincenzo di Coventry (De Adventu, 15-16; ma vedi tutta la Collatio III De Receptione Novitiorum, 12-19).


Theorèin - Maggio 2004