PROBLEMI E METODI PER UNA RICOSTRUZIONE STORICA:
IL CASO DI FRANCESCO D'ASSISI
A cura di: Mario Della Penna
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Capitolo 26 (II parte)

GLI SVILUPPI DELLA STORIOGRAFIA NEI SECOLI XVI, XVII, XVIII

Oltre a ciò l'opera del Mabillon è importante perchè pose il fondamento anche di un'altra scienza, la paleografia, dal momento che in essa si dà la prima classificazione scientifica delle scritture, che servì poi a tutti gli studi paleografici. Quantunque il Mabillon non avesse potuto esplorare un campo così vasto in ogni sua parte, e pur compiendo degli errori, pose comunque il fondamento della critica diplomatica, tanto che anche oggi, a distanza di secoli, il progresso compiuto in tale campo si fonda sulle norme poste da questo studioso.

Sempre in area francese illustri studiosi proseguirono la ricerca in campo storiografico. Continuano le grandi raccolte di fonti a scopo erudito, e a nomi come quello di Jacques Bongars, si legano opere di grande rilevanza, basti pensare alla più celebre raccolta delle cronache riguardanti le crociate - Gesta Dei per Francos (Hanau 1611) - la quale colloca il suo autore tra i precursori del Muratori. Altro nome di rilievo dell'erudizione francese è quello di Charles De Fresne meglio noto come Du Cange.

Fu un lavoratore infaticabile e coscienzioso, rese grandissimi servigi agli studi, e diede grande impulso a quelli bizantini, tant'è che nel 1680 pubblicò l'Historia byzantina duplici comentario illustrata. Ma il suo nome è soprattutto legato al Glossarium ad scriptores mediae et infimae latinitate (1678) e al gemello Glossarium ad scriptores mediae et infimae graecitatis (Lione 1688). Il Glossarium del latino medioevale è sorto da un'immensa congerie di materiali che il Du Cange aveva raccolto per una serie di dissertazioni sulla storia medioevale francese, ma dal momento che il suo progetto fu respinto, egli decise di riutilizzare le sue note organizzando un glossario. Questo fatto spiega come alcune voci siano delle dissertazioni piuttosto che articoli lessicografici, e come il dizionario si riferisca soprattutto alla Francia. Un integrale rifacimento per un nuovo dizionario del latino medioevale del Du Cange è in atto dal 1920 sotto gli auspici dell'Union Acadèmique Internazionale che pubblica un Archivium Latinitatis Medii Aevi, con il sottotitolo Bullettin Du Cange.

Un'altra personalità di spicco di questo periodo fu Andrè Duchesne (1584-1640), divenne benemerito degli studi storici per l'immensa mole di lavoro compiuto sia con pubblicazioni di cronache, sia con ricerche personali. Dei suoi moltissimi scritti va ricordata l'Historiae Francorum Scriptores Coetanei, pubblicati tra il 1636 e il 1649, in cinque volumi.

Un altro gruppo di religiosi che a partire dai primi decenni del XVII secolo ha lasciato opere monumentali di edizione e studio delle fonti medioevali è stato quello dei Bollandisti: questo gruppo di gesuiti, pur rimanendo nel solco della storiografia cattolica, lavorano senza che le motivazioni apologetiche sovrastino le altre. Il loro nome è legato a quello degli Acta Santorum quotquot toto orbe coluntur. Si tratta di una raccolta di fonti di carattere agiografico. Nasce anch'essa nel clima delle polemiche tra protestanti e cattolici con lo scopo di discriminare, mediante l'ausilio degli strumenti filologici del periodo, le narrazioni agiografiche attendibili dal punto di vista storico, da quelle false. L'ideatore di tale realizzazione fu H. Rosweyde (1569-1629), a cui in seguito si associò Jean Bolland, e poi Daniel Papebrock (1628-1714) che, divenuto bollandista nel 1659, curò l'edizione di ben diciannove volumi che coprono l'arco 1 marzo - 6 giugno. Durante la realizzazione di tale opera si assiste alla soppressione della Compagnia dei Gesuiti (1773) e alla distruzione della biblioteca e dei fondi documentari. L'opera ha come scopo principale l'edizione e il commento storico-filologico degli antichi atti dei martiri e delle vite dei santi, disposti secondo l'ordine del calendario. Questa grande raccolta comprende un commento storico relativo ad ogni santo e al suo culto. Esistono tre edizioni degli Acta Santorum: una prima pubblicata ad Anversa nel 1643, una seconda pubblicata a Venezia tra il 1734 e il 1770, qui venivano aggiunti gli ultimi quattro volumi di maggio, una terza pubblicata a Parigi tra il 1863 e il 1870, composta di sessanta volumi fino al dodicesimo di ottobre. Il seguito degli Acta Santorum venne pubblicato a Bruxelles e giunge fino ai santi celebrati nel giorno 10 novembre (volume sessantaquattresimo). Ogni mese forma una serie distinta di più volumi; dunque per individuare il santo bisogna conoscere il giorno ed il mese in cui viene celebrato, e quindi risalire al volume che lo contiene; questo compito è facilitato da due indici generali: il primo comprende il primo semestre e si trova nel settimo volume di giugno, il secondo raccoglie il trimestre luglio-agosto-settembre e si trova nel primo volume di ottobre. Inoltre i Bollandisti curarono gli Analecta Bollandiana e la Bibliotheca Hagiografica Latina, un repertorio che riporta, in ordine alfabetico, per ciascun santo le fonti agiografiche, inoltre i Subsidia Hagiografica latina, contenenti cronache e altri testi che narrano le vite dei santi.

Nell'Italia del XVII secolo un benedettino cistercense, Ferdinando Ughelli (1594-1670), vivendo in un periodo storico in cui ferveva il lavoro erudito, si propose di raccogliere la storia delle diocesi italiane. Con l'Italia Sacra, pubblicata in nove volumi a partire dal 1644, l'Ughelli volle dare una serie completa dei vescovi italiani raggruppati per diocesi, con l'annessa documentazione e le notizie bibliografiche, oltre che con cenni storici sulle chiese erette dai singoli vescovi. Il primo volume è dedicato alle chiese soggette a Roma, i successivi alle altre competenze territoriali (per esempio il sesto volume comprende notizie relative ai vescovi e alle diocesi abruzzesi, e tale opera offrì la prima edizione a stampa, benchè parziale, dei Chronica dei due monasteri abruzzesi di san Bartolomeo di Carpineto e di san Clemente a Casauria, per il quale fu collaboratore Ludovico Antinori. L'opera fu riedita nel 1777 da Nicola Coleti il quale provvide alla correzione di numerosi errori, inevitabili per l'Ughelli, data la portata del lavoro.


Theorèin -Luglio 2006