PROBLEMI E METODI PER UNA RICOSTRUZIONE STORICA:
IL CASO DI FRANCESCO D'ASSISI
A cura di: Mario Della Penna
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Capitolo 28

GLI SVILUPPI DELLA STORIOGRAFIA NEI SECOLI XVI, XVII, XVIII

c) La storiografia romantica

Il XIX secolo è il momento della riscoperta e della rivalutazione del Medioevo. I Romantici vi guardano come ad una grande epoca storica ed inoltre come all'origine delle nuove nazioni europee. Questo grande e nuovo interesse spinge gli studiosi romantici a riscoprire le fonti medioevali e a rifarne le edizioni.

Quindi nel contesto della cultura ottocentesca, nasce la più importante iniziativa nella raccolta e nell'edizioni di fonti medioevali relative alla Germania.

All'inizio dell'Ottocento viene costituita la Societas operiendis fontibus rerum Germanicarum medii aevi, fondata nel 1819 da K. von Stein. Fine di questa Societas è l'edizione delle fonti storiche sulla Germania: significativo è il suo motto sanctus amor patrie dar animum. Questa raccolta prende il nome di Monumenta Germaniae Historica, che contiene opere rilevanti non solo il Medioevo tedesco, ma in genere per quello europeo, anche italiano. Il programma fu delineato da G.H. Pertz (1795-1876), storico tedesco, direttore dal 1823 al 1874 dei MGH. Diventato ente di Stato dal 1875 con sede a Monaco di Baviera, ha assunto, dal 1948, la denominazione di Deutsches Institut für Erforschung des Mittelalters. I MGH si dividono in cinque sezioni:

- Scriptores (SS, fonti narrative, divise a loro volta in Scriptores rerum Germanicarum, Scriptores rerum Merovingicarum, Scriptores rerum Longobardicarum et italicarum)

-Leges (LL, fonti di carattere giuridico)

- Diplomata (DD, raccolta di documenti imperiali o regi emessi dalle cancellerie dei re di Germania)

- Epistule (EE, raccolta delle fonti epistolari)

- Antiquitates (AA, è una raccolta di fonti di vario genere).

Ogni sezione è divisa inoltre in sottosezioni.

L'esempio degli studiosi tedeschi viene seguito in altre parti d'Europa. In Francia si riprende l'opera avviata nel 1738 dal monaco maurino Martin Bouquet (1685-1754) che si era occupato dell'edizione delle fonti relative alla Gallia e alla Francia: Recueil des Historiennes de Gaulles et di la France. A questa impresa collaborò attivamente Leopold Victor Delisle a partire dal 1859. L'opera venne completata in ventiquattro volumi nel 1906. In Inghilterra si organizzarono i Rerum Britannicarum medii aevi Scriptores nel 1858.  

Ancora nel XIX secolo un sacerdote francese Jean-Paul Migne (1800-1875) progettò di realizzare una raccolta di fonti fino ad allora edite, relative alla storia della chiesa, con l'intenzione di raccogliere gli scritti dei padri, dei dottori della chiesa e degli scrittori ecclesiastici greci e latini, dando così vita ad una importantissima raccolta per lo studio della chiesa e della spiritualità cristiana. Il materiale venne raccolto in ordine cronologico, nella Patrologiae cursus completus, diviso in Patrologia latina (1841-1864), comprendente 204 volumi (più alcuni volumi di indici) fino ad Innocenzo III (1198), ed in Patrologia greca (1857-1876) che giunge fino al concilio di Firenze (1438-1439) divisa in 166 volumi. Non si tratta di una raccolta che contiene tutti gli scritti in edizione critica, vuole essere bensì una silloge delle edizioni al tempo disponibili, spesso non esente da errori. Inoltre bisogna tener presente che l'autore era partito dai patres ma alla fine ha indicato chiunque potesse rientrare nella definizione di autore ecclesiastico.

Un'edizione critica aggiornata delle opere degli autori cristiani è il Corpus Christianorum (CC), ritenuto quasi un rifacimento dell'opera del Migne. La sezione di questa collana che riguarda in particolare il Medioevo dal titolo Continuatio Medioevalis, avviata nel 1971, conta oggi ben 76 volumi. Ognuno di questi è dotato di una introduzione, del testo, dell'apparato critico e degli indici generali. Proprio l'apparato critico differenzia il Corpus Christianorum dalla Patrologia.

Uno studioso tedesco, August Potthast (1824-1898) concepì il progetto di organizzare un repertorio relativo alle varie edizioni delle fonti narrative: Bibliotheca Historica Medii Aevi. Questo repertorio di fonti, pubblicato a Berlino nel 1862, è organizzato in ordine alfabetico per autore o per titolo, sono presenti brevi notizie storiche sugli autori, codici manoscritti, edizioni e bibliografia. Essendo quest'opera poco aggiornata il progetto fu ripreso dall'Istituto Storico Italiano per il Medioevo che cominciò a pubblicare il Repertorium Fontium Historiae Medii Aevi, un'opera ancora incompleta (l'ultimo volume, il quinto, è giunto fino alla lettera H).

Il Potthast ha inoltre curato un'altra fondamentale opera: i Regesta Pontificum Romanorum.

La prima parte di questa raccolta fu curata da P. Jaffè, uno storico tedesco che assunse l'incarico di occuparsi dei Regesta, dietro invito del Pertz. Il repertorio è organizzato in questo modo: ogni pagina è divisa in tre colonne: nella prima è riportata la data di emanazione, nella seconda il luogo, e nella terza l'anno ed anche altri elementi tra cui l'ìncipit riportato tra virgolette per comprendere subito il tenore e il contenuto di una lettera. Prima dell'Incipit sono indicati il numero progressivo della lettera all'interno del repertorio, il destinatario, un breve regesto, la datatio delle edizioni. Il materiale curato da Jaffè copre il periodo che va dall'età apostolica fino all'anno 1198 (pontificato di Innocenzo III escluso).

Il Potthast curò invece il periodo successivo, trattando delle bolle pontificie comprese tra il pontificato di Innocenzo III (1198) al trasferimento della sede apostolica ad Avignone (1304). Rispetto all'opera di Jaffè i Regesta del Potthast non posseggono l'indice degli incipit: la commissione internazionale di diplomatica sta integrando i Regesta del Potthast con la raccolta dell'Index actorum romanorum pontificum, pubblicati dalla Biblioteca Apostolica Vaticana.


Theorèin -Ottobre 2006