MOVIMENTI RELIGIOSI E REALTA' SOCIALE TRA XI E XII SECOLO
A cura di: Mario Della Penna
Entra nella sezione STORIA

Se vuoi comunicare con Mario Della Penna: mariodellapenna@theorein.it
Lezione 13

I Patarini (IV parte)

La spiegazione del termine patarini resta misteriosa. Il Muratori precisa Fortasse, forse, ma in realtà la sua spiegazione va respinta. Nessun autore coevo parla di una simile spiegazione. Per comprendere qualcosa in più, va analizzata la storia, questo è il parere del Gracco. Il papa Alessandro II, nel 1067, rivolgendosi ai patarini di Milano, li chiama fidelis dei (seguaci di Dio) e accetta la loro iniziativa, purchè non abbandonino l'auctoritas della chiesa, non si rivelino sovversivi nei confronti della gerarchia ecclesiastica.

Nello stesso anno, c'erano state le Constitutiones, promulgate dai due cardinali legati, per sedare un pò la grande confusione che i patarini stavano provocando a Milano. Secondo alcuni storici moderni, queste Constitutiones sono una sorta di stroncatura della pataria; sono imposizioni di norme per la regolamentazione dell'azione dei patarini che consistevano, e questa era la cosa più scandalosa, nel sottoporre al giudizio dei laici, gli ecclesiastici ritenuti colpevoli di simonia e concubinato.

Per le Constitutiones, la veritas deve essere difesa dalla gerarchia, dall'auctoritas, altrimenti si cade nell'eresia. Chi è sovversivo è eretico. Il termine fideles qui non compare; può sembrare strano perchè i due documenti dei legati del papa, sono dello stesso anno. Evidentemente i cardinali sono più severi del papa stesso.

Il cronista Arnolfo, che scrive nel 1075 e che rappresenta le posizioni ostili alla pataria, trova il termine patarini in circolazione e lo usa, dandone una etimologia a caso. Patarini = perturbatores con una connotazione negativa quindi. Perturbatori perchè i laici calpestavano i canoni, ergendosi a giudici dei preti simoniaci o incontinenti, mentre secondo Arnolfo, il giudizio spetta soltanto a Dio.

In Andrea da Strumi, invece, questo giudizio è rovesciato. Egli scrive nello stesso periodo la Vita Arialdi e dice che quando si tratta di salvare la purezza e l'integrità della chiesa, non occorre stare a rispettare la gerarchia ecclesiastica, l'ordo ecclesiae. Non usa il termine patarini, questo conferma che ha valore denigratorio e significato negativo. Riprende il termine di Alessandro II e dice: viri dei fideles; quindi abbiamo questa alternanza tra patarini, usato dai nemici, e fideles, usato dai fautori. Questo fino alla metà del secolo XI, quando scompare il termine fideles e resta in uso solo patarino.

Landolfo Seniore, autore della Historia mediolanesis, totalmente ostile ai patarini, afferma che pataria vuol dire placitum dei (il giudiizo di Dio); a suo parere giudizio distorto e illegittimo. Per Landolfo. come per molti altri, i patarini erano caratterizzati dall'azione più scandalosa e inaccettabile, e cioè quella di sottoporre al giudizio (placitum) gli ecclesiastici. I patarini sono definiti homines placiti dei. Le posizioni di Landolfo sono molto chiare su questo punto: chi lede la auctoritas lede anche la veritas, rischiando così di diventare eretico. Troviamo in Landolfo l'abile collegamento tra i patarini milanesi e i vecchi eretici di Monforte che partendo dal castello di Monforte si erano poi allargati a Milano dove predicavano alle plebi. Per Landolfo i patarini si erano nutriti degli insegnamenti degli eretici di Monforte, concetto che esprime solo questo autore e che possiamo considerare una pura insinuazione.

Landolfo è ostile alla pataria: i preti di Milano sono boni, cari, iusti; difende il matrimonio degli ecclesiastici, sostenendo che è permesso dalle Scritture e non si vede perchè debba essere perseguitato in maniera così violenta. Successivamente questo collegamento che Landolfo insinua abilmente tra eresia e pataria, si generalizza, finchè nella seconda metà del XII secolo, poichè il termine patarino diventa sinonimo del termine eretico, si usa per accusare di eresia gli Umiliati.


Theorèin - Marzo 2005