MOVIMENTI RELIGIOSI E REALTA' SOCIALE TRA XI E XII SECOLO
A cura di: Mario Della Penna
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Lezione 24

Movimenti religiosi del XII secolo

GLI UMILIATI

Gli Umiliati sono degli artigiani laici che conducono una vita comune nel lavoro e nella preghiera.

Sono importanti perchè rappresentano il primo gruppo comunitario laico che presentano questi due elementi, e resteranno un unicum anche successivamente perchè la vita dei laici che hanno un lavoro, o in comunità, o vivendo separatamente, rappresenta un'esperienza che non avrà più esempi successivi.

Povertà, preghiera e lavoro

Il richiamo alla vita della Chiesa primitiva è sempre presente; infatti in una fonte si legge: Ab formam primitivae ecclesiae e de proprio labore vivunt.

Gli Umiliati si diffondono in tutte le città della Lombardia e dell'Italia settentrionale, in quelle città in cui si sta sviluppando il commercio e l'artigianato, in cui l'economia ha visto un decollo sempre più netto. Appartengono all'industria della lana e continuano ad esercitare la propria attività (sono per lo più tessitori) anche vivendo nella loro casa e con la propria famiglia. Questa è la connotazione di questo gruppo religioso, almeno all'inizio, perchè in seguito le cose cambieranno.

La prima fase

Vivono nelle proprie case conducendo una vita austera (è il loro propositum vitae). Dice una fonte della loro caratteristica: qui in domibus cum familia sua degentes, vivono un certo modo di vita religiosa come scelta. Altro dato caratterizzante: a mendaciis iuramentis et causis abstinentes, ossia che questo loro proposito di vita religiosa si traduce nel rifiuto delle menzogne e del giuramento.

Si rifiutano di prestare giuramento, caratteristica comune anche ai Catari e ad alcuni Valdesi. Et causis, cioè rifiutano di intentare cause, processi contro qualcuno, come cita la fonte Cronaca lionese anonima (MGH, SS, 26).

Papa Alessandro III (1) approva la loro forma di vita, come aveva approvato quella dei Valdesi, però (anche qui il parallelismo è evidente) vieta loro la predicazione pubblica e le riunioni (conventicula). Però gli Umiliati, come i Valdesi, non rispettano questo divieto; continuano tranquillamente a predicare, e, dice una fonte, si comportano mittentes falcem in messem alienam quippe rudes et illitterati cum essent, cioè gettavano la falce nella messe degli altri (i sacerdoti, unici ad avere diritto di predicare, secondo la tradizione), pur essendo rudes e illitterati. Emerge la solita definizione negativa dei laici ossia quella di essere rudes e illitterati, cioè non esperti di problemi teologici.

Avendo continuato la loro predicazione, nel 1184, con la decretale Ad abolendam di papa Lucio III (2), gli Umiliati sono condannati come eretici, nonchè scomunicati.

C'è una formula poco chiara in questa scomunica:  umiliatos vel pauperes de lugduno (gli umiliati e/o i poveri, cioè i Valdesi di Lione). Cosa significa quel vel? E' disgiuntivo o no? Significa gli Umiliati e i Valdesi, oppure gli Umiliati o Valdesi? Qualcuno, interpretando questa seconda ipotesi, ha supposto che, all'epoca, fossero confluiti due gruppo in un unico gruppo.

Grundmann non è d'accordo, anzi ritiene che i due termini non indichino la stessa cosa. Tra l'altro ricorda giustamente che nel 1210 una fonte ci parla di Umiliati e Valdesi come ancora separati. Lasciando in sospeso questo problema, c'è da dire che probabilmente il vel si deve intendere come et ossia gli Umiliati e i Valdesi.

Gli Umiliati vengono bollati come eretici, quando in realtà loro non lo erano affatto; anzi, proponevano di combattere l'eresia con la predicazione che veniva loro proibita.

Le caratteristiche puculiari del movimento sono:

- Il concetto di lavoro che realizza una sorta di etica cristiana del lavoro (definizione del Manselli). Perchè etica del lavoro? Perchè il lavoro manuale fatto da uomini, donne, chierici, laici, è visto non più come qualcosa che va fatto per evitare l'ozio, come in genere nelle regole monastiche (per esempio nei benedettini); il lavoro non ha più quella tradizionale concezione di maledizione e punizione che è presente in tutto il Medioevo, oppure di vergogna; anzi il lavoro è fonte di beatitudine beatus eris, dice un testo degli Umiliati, se lavorerai, cioè il lavoro fatto con gioia è premessa di beatitudine.

Il lavoro manuale, in cui ognuno lavora accanto all'altro, in pari condizioni, senza manodopera servile, è un elemento unificante di stati di vita diversi; è un elemento che supera tutte le difficoltà sociali, che accomuna un pò tutti. Si supera la ripartizione sociale in laboratore, oratores e bellatores.

Il lavoro è un concetto positivo, con una sua piena dignità. E' un lavoro che non contrasta con l'ideale di povertà perchè non è fatto per accumulare denaro; il superfluo è dato in elemosina. quindi abbiamo notizie della vivissima attività caritativa degli Umiliati verso gli infirmorum, infantium, hospitum ecc. Dice la loro regola: pauperum que cura gerunt - si prendono cura dei poveri. Non è quindi una povertà assoluta, ma relativa. Non è la povertà totale predicata da certi gruppi di Valdesi oltremontani, con il ricorso alla mendicità.

- Il rifiuto della mendicità.

- L'accettazione della proprietà privata entro certi limiti; superati questi si deve dare in elemosina. 


(1) Papa (Siena inizio sec. XII - Civita Castellana 1181): nome del canonista Rolando Bandinelli. Cardinale nel 1150, nominato cancelliere della Chiesa nel 1153, fu il capo del partito contrario all'imperatore; successe ad Adriano IV il 7 settembre 1159. Levatoglisi contro l'antipapa Vittore IV, rispose  al concilio di Pavia (11 febbraio 1160) che, costretto dal cancelliere imperiale Rinaldo di Dassel, l'aveva dichiarato illegittimo, scomunicando Vittore IV e il Barbarossa. Rifugiatosi in Francia, lottò accanitamente: fu riconosciuto pontefice dai sovrani dell'Europa occidentale, anche contro gli antipapi che succedettero a Vittore IV. A capo della lega che unì contro il Barbarossa i comuni lombardi, il re di Sicilia e l'imperatore bizantino, fu infine riconosciuto, nel 1177, dopo la vittoria di Legnano, pontefice anche dall'Impero. Dette dignità regia al duca Alfonso di Portogallo, che gli si riconobbe vassallo (1179). Condannò i Catari nel terzo concilio del Laterano (1179).

(2) Ubaldo Allucingoli (m. Verona 1185), vescovo di Ostia e Velletri, nel 1181 successe ad Alessandro III, ma poco dopo per una sommossa dovette rifugiarsi a Velletri. Quindi nel 1184 andò a Verona per chiedere aiuto al Barbarossa. Nella stessa occasione i due redassero una costituzione per combattere gli eretici.


Theorèin - Marzo 2006