IL SISTEMA MONDIALE DELL'ECONOMIA MODERNA
SECONDO IMMANUEL WALLERSTEIN
A cura di: Mario Della Penna
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Capitolo 04

I presupposti medievali

Il Portogallo secondo l'espressione di Wallerstein risolve la crisi dell'Europa, ovvero indica il modo come uscire da questa crisi culturale nonché aggravata da motivi congiunturali, inaugurando l'età moderna. Perchè tale spinta ebbe come punto di partenza il Portogallo? La Spagna era divisa in due regni Castiglia ed Aragona con due politiche diverse, la prima più volta verso l'Atlantico, la seconda più verso il Mediterraneo. Il Portogallo secondo Wallerstein rappresenta la sintesi di una serie di parametri che caratterizzano uno stato moderno in grado di gestire un espansione oltremare. Nasce l'esigenza di appoggiare coloro che sono in grado di gestire un mercato internazionale, un mercato in cui la moneta è più importante della merce. Chi è in grado di gestire questo tipo di mercato? Essenzialmente una borghesia mercantile non legata ad interessi terrieri e non legata ad un certo tipo di garanzie che sono date dal feudalesimo. Emergono due classi che tendenzialmente sono in conflitto ed una delle quali la borghesia è maggiormente appoggiata dalle monarchie. Queste classi però non sono sempre in conflitto anzi sembra che i casi in cui queste due classi non sono in conflitto come il caso del Portogallo o dell'Inghilterra siano i casi in cui il successo sia maggiore. In Portogallo si ha questa situazione: da un lato abbiamo i mercanti e scrive Wallerstein:

"Senza dubbio le espansioni oltremare sono state legate tradizionalmente agli interessi dei mercanti, i quali poterono trarre profitto dall'espansione del commercio, e agli interessi dei monarchi, che cercavano di garantirsi tanto la gloria quanto entrate per il trono. Ma è più che possibile che la motivazione iniziale delle esplorazioni iberiche sia avvenuta in primo luogo dagli interessi della nobiltà, in particolare dai famigerati "cadetti" i quali erano privi di terra, e soltanto quando la rete commerciale cominciò a funzionare, i mercanti più cruenti (spesso meno intraprendenti dei nobili minacciati dal declassamento) ne divennero entusiasti".

A riguardo del rapporto fra borghesia e nobiltà in Portogallo Wallerstein cita Malowist il quale scrive:

"Sembra chiaro che nella prima fase dell'espansione coloniale portoghese ... gli elementi della nobiltà sostennero un ruolo dominante...Col procedere coloniale portoghese crebbe il peso dei mercanti portoghesi nel commercio oltremare...Il processo di colonizzazione spagnola dell'America sembra sia stato analogo".

Chi sono stati gli spagnoli che hanno conquistato l'America? Chi erano Cortes, Pizarro, Lope d'Aghirre? Erano dei cadetti spiantati in quali andavano a cercar fortuna. Dopo aver citato Malowist che da più una scansione temporale, prima i mercanti dopo i nobili, Wallerstein cita Chaunu, Godinho che indica due aree:

"Analogamente Chaunu, citando come fonte Godinho, distingue due tipi di espansione portoghese: un'espansione soprattutto via terra, dunque della nobiltà e in forma politica, rappresentata dalla conquista di Ceuta e dall'estendersi della Reconquista in Marocco; ed un'espansione essenzialmente mercantile, dunque soprattutto ad opera della borghesia, lungo le coste dell'Africa".

Wallerstein cita Luis Vitale il quale va oltre nella valutazione del ruolo della borghesia, e scrive:

"Il Portogallo, nel 1381, assistette alla prima rivoluzione borghese, 4 secoli prima di quella francese. La borghesia commerciale di Lisbona, legata dal commercio alle Fiandre, sostituì al potere i signori feudali. Il fallimento finale della rivoluzione mostrò che non erano ancora presenti le condizioni per il trionfo della borghesia, ma la sua ascesa si rifletté nel commercio con il nord Atlantico, nei piani di Enrico il Navigatore e soprattutto nelle scoperte del quindicesimo secolo".

Wallerstein pone il problema del rapporto fra borghesia e nobiltà portoghese, poi nelle note dà il parere di tre studiosi che mostrano punti di vista diversi, approcci diversi per la visione di un problema storiografico. Al di la dell'esposizione del problema di carattere economico-politico c'è un altra questione che viene avanzata che è quella maltusiana, ossia: esiste o no una crisi di sovrappopolazione e quindi un problema di risorse a motivo dell'espansione portoghese e poi spagnola? Wallerstein è poco convinto di questa ipotesi. Per quanto riguarda l'espansione europea, in particolare quella portoghese e spagnola, l'elemento ideologico-culturale è davvero forte. Le prove le abbiamo attraverso le bolle pontificie le quali definiscono i rapporti d'influenza fra Portogallo e Spagna in particolare il trattato di Tordesillas gestito dal papa spagnolo Alessandro VI. L'Europa ad un certo punto del Medioevo ha uno spirito di crociata che la spinge a liberare i luoghi santi dagli infedeli. Dietro lo spirito di crociata ci sono interessi molto forti (come ad esempio la IV dove Venezia si sbarazza dei Bizantini). Wallerstein cita come elemento acceleratore un fatto che è più o meno contemporaneo all'espansione portoghese ovvero la caduta di Costantinopoli. Scrive Wallerstein:

"L'espansione atlantica può aver riflesso una reazione psicologica a questi eventi, - un fenomeno di compensazione, una sorta di fuga in avanti -, secondo la definizione di Chaunu. Senza dubbio le sofferenze della Cristianità spiegano molte delle singolari decisioni prese dai Portoghesi e dagli Spagnoli, forse anche parte dello slancio negli impegni, anche i più difficili. Ma sembra più plausibile vedere questo entusiasmo religioso come una razionalizzazione, rivolta sicuramente verso l'interno da parte di molti protagonisti, e che dunque funzionò da rinforzo e da sostegno - e quindi da distorsione economica".

Nel trattato di Tordesillas Alessandro VI nel '94 disegna la raglia (riga) che spartiva i domini Portoghesi da quelli Spagnoli. Salomonicamente viene tracciata una linea che divide i territori di conquista a metà. Ciò che si trova a destra della ragli è Portoghese, tutto ciò che si trova a sinistra è Spagnolo. La raglia successivamente venne spostata 300 miglia a sinistra e questo spiega perchè il Brasile è Portoghese e tutto il resto dell'America è Spagnolo. In questa bolla il papa dà alla Spagna e al Portogallo la sovranità su queste parti del mondo non solo teorica ma un mandato imperativo di conquistare queste terre e cristianizzarle. L'ideologia imperialistica e colonizzatrice degli europei viene esattamente definita da una bolla papale. Se le cose in America sono andate in verso, in Asia, gli interlocutori Cinesi e Giapponesi all'inizio li accolgono abbastanza favorevolmente specialmente in un ottica di tolleranza. Successivamente cominciarono a fiutare che questi occidentali non si limitavano ad una penetrazione commerciale, questo ad esempio spinse i Giapponesi nel 1638 a combattere tutti gli occidentali all'infuori di coloro che non hanno avuto un impulso conquistatore come gli Olandesi. Un riflesso si trova anche nello scontro tra francescani e gesuiti in Cina e in Giappone. Questi due ordini che furono mandati a colonizzare ed evangelizzare, seguirono due strategie diverse. Mentre i francescani lavoravano dal basso cercando soprattutto conversioni di massa, i gesuiti lavoravano nelle alte sfere cercando di convertire i mandarini e anche l'imperatore ed ottenere in questo modo la conversione automatica dei sudditi. La cosa riesce in Giappone ma non in Cina. In questa operazione gli ordini cattolici si fanno una concorrenza spietata; una concorrenza che ha degli aspetti anche economici. Gli ordini per mantenersi gestiscono alcuni traffici come quello della seta, perchè di fatto non hanno aiuti finanziari né da Roma, né da Madrid o Lisbona. Lo scontro andrà avanti anche nel Seicento quando i francescani e domenicani accuseranno i gesuiti di modificare il rito cattolico introducendo alcuni elementi cinesi in modo da renderlo più accettabile ai cinesi stessi. Tornando al Cinquecento, una delle armi che usano i francescani per screditare i gesuiti davanti al papa è quello di dire che i gesuiti non ottemperano all'ordine che viene da Roma di conquistare queste terre. I francescani dicono di essere in grado di organizzare segretamente un esercito e di armarlo e in questa maniera sconfiggere la Cina e il Giappone. I gesuiti che hanno un atteggiamento più culturale, quindi una penetrazione pacifica, si rifiutano e sabotano dicono i francescani, i nostri tentativi di attaccare dalle nostre missioni l'impero cinese e quello giapponese. Tornando alla domanda iniziale perchè il Portogallo, di tutti gli Stati dell'Europa, era quello più adatto a dare la spinta iniziale? Una prima risposta si trova su tutte le carte geografiche. Il Portogallo si affaccia sull'Atlantico, vicinissimo all'Africa. Poi la grande esperienza che i marinai portoghesi avevano delle correnti atlantiche, la questione dei capitali, come quelli genovesi che vengono investiti a Lisbona per cercare di battere la concorrenza veneziana. Già nel 1317, secondo Virginia Rau, "la città e il porto di Lisbona erano un grande centro commerciale genovese...". Altro fattore è che il Portogallo uscito da una "guerra di liberazione" contro la Spagna con l'aiuto degli Inglesi (vedi la cattedrale gotica in stile inglese di Batalha) si è costituito con un secolo di anticipo rispetto agli altri stati europei uno stato forte e una forte pace interna. Mentre gli altri stati europei sono impegnati in guerre interne, il Portogallo non avendo guerre interne è uno stato che può dedicare tutte le sue energie ad altro. Una stabilità politica dunque ottenuta circa un secolo prima. Fu proprio tale stabilità a creare la spinta per la nobiltà.


Theorèin - Maggio 2007