IL SISTEMA MONDIALE DELL'ECONOMIA MODERNA
SECONDO IMMANUEL WALLERSTEIN
A cura di: Mario Della Penna
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Capitolo XI

La monarchia assoluta e lo statalismo.

Il terzo capitolo del testo di Wallerstein si intitola: La monarchia assoluta e lo statalismo che potremmo definire anche come: La monarchia assoluta e l'economia capitalistica. Il problema di fondo è il rapporto che c'è stato tra il formarsi dello Stato moderno e il formarsi dell'economia-mondo capitalistica. Scrive Braudel:

"Che lo volessero o no, [gli Stati furono] le più grandi imprese del secolo".

Abbiamo visto che uno Stato forte, centralizzato, è più in grado di sostenere uno sviluppo capitalistico gestito da mercanti. Riepiloghiamo quali sono le caratteristiche fondamentali di uno Stato moderno. In primo luogo il formarsi di una burocrazia. In secondo luogo il monopolio della forza. In terzo luogo la creazione della legalità e in quarto luogo l'omogeneizzazione culturale dei sudditi. Potremmo aggiungere un quinto momento quello della fiscalità che Wallerstein comprende nel problema della burocrazia. La burocrazia è lo strumento col quale il sovrano cerca di assumere il controllo dello Stato scavalcando le giurisdizioni feudali. Una delle prime esigenze che la burocrazia assolve è fornire denaro al sovrano. La fornitura avviene in modo particolare con la vendita delle cariche. Questo sistema crea dei problemi come ad esempio la vendita di cariche giudiziarie. Colui che l'acquista sa che potrà rifarsi della cifra che ha versato al sovrano perchè l'esercizio di quella carica prevede che vi sono degli introiti. Nei casi in cui il bisogno di denaro era molto forte questo sistema diventava perverso. La vendita al miglior offerente creava delle cariche che potevano avere un certo peso. Chi acquistava queste cariche? Secondo uno studioso francese questo sistema favoriva la mobilità sociale, in quanto attraverso le funzioni amministrative a servizio dello Stato consentiva a una serie di borghesi di entrare nelle stanze del potere e soprattutto ai loro figli di essere nobilitati (nascita della nobiltà di toga). Uno studioso russo Boris Porchnev invece ha negato questa interpretazione. Egli ritiene che questo meccanismo da un lato favorisce effettivamente l'ascesa sociale di alcune persone, ma non rappresenta un ricambio di classe, in quanto coloro che acquistando la carica avevano accesso alle stanze del potere e poi una generazione si nobilitano, costoro pur essendo borghesi all'origine di fatto si trasformano in aristocratici. Torniamo alla burocrazia. Il sistema burocratico potrebbe trasformarsi in un circolo vizioso in quanto finisce per costare quanto essa produce dal punto di vista delle rendite. Si inserisce un elemento particolare che diventerà poi una caratteristica di tutti gli Stati moderni e contemporanei, ovverosia il deficit nazionale. In altri termini, un sovrano riesce con questo sistema di anticipi, tramite la funzione burocratica e di anticipi direttamente dal sistema bancario, ad accumulare una massa superiore rispetto a quella che viene prodotta. L'indebitamento dello Stato supera l'apporto finanziario che viene dalle imposte e dalle tasse. In questa maniera il sovrano lega a sé i creditori. E' un sistema che tiene per un centinaio d'anni finché poi i due principiali Stati europei, gli Asburgo in Spagna e i Valois di Francia, stremati dalla guerra che li vede contrapposti, non fanno bancarotta. Il rapporto fiduciario comincia ad incrinarsi. Scrive Wallerstein:

"Lo Stato usò l'aumento delle entrate per accrescere il suo potere coercitivo, il quale a sua volta accrebbe la fiducia nel potenziale coercitivo dello Stato. Fu così possibile la nascita del debito nazionale, cioè il deficit della bilancia statale".

Passiamo al fattore relativo all'esercito. Nel Seicento nascono le uniformi. Nasce anche una specializzazione dell'apparato militare. In generale troviamo che in tutta la prima metà del Cinquecento le guerre sono combattute da Stati i quali arruolano dei mercenari. Solo lentamente che si passa da un sistema di eserciti mercenari ad un sistema di eserciti nazionali. La guerra dei trent'anni fa da spartiacque. Soffermiamoci sull'aspetto dei costi. Da un lato abbiamo un esercito mercenario che viene pagato e poi il condottiero lo gestisce come vuole. Dall'altra parte abbiamo gli eserciti nazionali che vengono finanziati direttamente dallo Stato. Al riguardo del brigantaggio scrive Wallerstein:

"Sarebbe un grave errore considerare il brigantaggio una forma di tradizionale opposizione feudale all'autorità dello Stato".

In una serie di casi per esempio nell'Italia centrale e meridionale il brigantaggio ha la copertura di sistemi feudali, ed hanno una logica di difesa degli stessi sistemi nei confronti del tentativo di controllo da parte dello Stato centrale. Quindi se da una parte è giusto sottolineare le caratteristiche sociali del brigantaggio questa affermazione va un po' sfumata. Un altra caratteristica dello Stato moderno è ciò che Wallerstein chiama l'omogeneizzazione dei sudditi ovvero il creare dei valori che legano questi al re. Emerge la componente religiosa. Di fatti era un arma forte in mano al papato, il quale con la scomunica del sovrano scioglieva i sudditi dai vincoli di fedeltà. L'esempio della Polonia serve a Wallerstein per criticare la tesi di Czarnowski sul rapporto tra protestantesimo e capitalismo. Questa osservazione partiva dalla constatazione che gli Stati più progrediti dal punto di vista economico in Europa erano gli Stati protestanti. Questo portava a dire che c'era un rapporto causa-effetto tra Riforma e lo sviluppo di un certo tipo di comportamento economico. L'etica protestante spingeva all'azione nel mondo svincolando la pratica religiosa dalla vita economica, facendo anzi della pratica economica un'espressione di una vocazione di Dio. Sembrava quindi che ci fosse questo tipo di spinta nel protestantesimo verso un comportamento capitalistico. Il ragionamento venne capovolto dai marxisti i quali affermarono che il protestantesimo non era la causa dello sviluppo capitalistico borghese ma era l'ideologia che il capitalisti si erano costruiti perchè questa ideologia valorizzava la vita pratica, non faceva dipendere qualunque scelta dal risultato finale. Questo rapporto stretto non era poi così tale, anche negli Stati cattolici il capitalismo ebbe modo di proliferare. L'unica cosa che non funzionava nel cattolicesimo rispetto ai bisogni di un sistema economico avanzato era la condanna dell'usura. Condannare l'usura significava condannare l'attività bancaria e quindi il prestito di denaro con interesse. Molto probabilmente il contributo fondamentale che ha dato la Riforma allo sviluppo del sistema capitalistico sta nella confisca di grandi proprietà ecclesiastiche che ha messo sul mercato una ricchezza straordinaria in pochissimo tempo e quindi ha determinato una accelerazione del sistema economico. Bisogna vedere il rapporto fra sviluppo del capitalismo e nuova gerarchia del nuovo sistema-mondo tra parti e centrali e periferiche più come interazione che come un rapporto lineare di causa-effetto. Un caso è dato dalla Polonia che all'inizio si apre al protestantesimo. Verso fine Cinquecento si ricatolicizza. A questo punto sostiene Wallerstein, la scelta fatta dai grandi signori di appoggiare il cattolicesimo invece del protestantesimo, è una scelta legata alla loro posizione economica. Imponendo un certo tipo di linea economica e politica ai contadini avevano bisogno di uno strumento di controllo, e questo strumento è la Chiesa cattolica.


Theorèin - Gennaio 2007