ALCUNI ASPETTI DELLA MARIOLOGIA MEDIEVALE
A cura di: Vito Sibilio
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IV Lezione

LA LITURGIA

II luogo figurato in cui l'alta teologia e la pietà spontanea s'incontrano è la liturgia. La fisionomia del culto mariano si definì già in età prenicena: già da allora vi è una ricca innografia (Odi di Salomone, Oracula Sybillina), una tradizione omiletica (cfr. Melitone di Sardi ),(1) una produzione liturgica (ad esempio la Traditio Apostolica di Ippolito) e paraliturgica (già col Protovangelo di Giacomo, fonte inesauribile di dati biografici mariani, poi entrati nella tradizione, come i nomi dei suoi genitori, o le tappe della sua vita prima dell'Annunciazione ), (2) un'esegesi biblica mariologica, specie del salterio. (3)

Le tipologie liturgiche, che sopravvissero tutto il Medioevo e arrivarono fino ad oggi, sono quelle della Nuova Eva, (4) della terra vergine dell'Eden, (5) della pietra staccatasi dal monte del sogno di Nabucodonosor, (6) della nube leggera,(7) dell'Arca dell'Alleanza, (8) della Verga di Iesse. (9) Nel VI sec. si avrà un'esplosione del culto liturgico mariano, con le quattro grandi feste della Madonna: Natività, Annunciazione, Purificazione, Dormizione. Esse arrivarono a Roma nel VII sec. dall'Oriente. NelI'VIII sec. giunse la Presentazione al Tempio, e nel IX l'Immacolata Concezione; solo nel XIV sec, nacque la Visitazione, in Occidente. 

Per la Natività di Maria, va detto che già ai tempi di Romano il Melode (536-566) c'era una grande festa (10) che arrivò appunto in Occidente nel VII sec. Papa s. Sergio I (687-701) la solennizzò con una processione, introducendo in Occidente un po' del fasto liturgico mariano a cui lui, come siriano, era abituato. Dal sec. XI la festa crebbe d'importanza, e il II Concilio di Lione le diede un'ottava (1245). L'uso, antichissimo, di celebrarla l'8 settembre serviva ad aprire l'anno liturgico greco. 

L'Annunciazione era celebrata già prima del VII sec. in Occidente, ma non il 25 marzo; anzi ogni chiesa nazionale barbarica aveva la sua data. Il 25 era solo la data della Chiesa orientale, data della creazione del mondo, dell'uomo, della redenzione. (11) Già dal IV sec. in Palestina si celebrava questa solennità. L'uso romano, con la data di marzo, divenne normativo per tutto l'Occidente, a partire dalla Riforma gregoriana. 

La Purificazione della Vergine, abbinata alla Presentazione del Signore al Tempio, sulla scorta del racconto lucano, era festeggiata in Palestina già dal IV sec., come attesta la Peregrinano Etheriae. (12) Giustiniano estese la festa a tutta la Chiesa, fissandola al 2 febbraio, col nome di Ypapantè. Dal V sec. si parla nelle fonti di luci e candele, (13) introdotte a Bisanzio alla fine del VI sec. e a Roma nel VII. (14) Qui la processione era particolarmente solenne, e sempre Sergio I diede alla festa quel carattere mariano che conservò fino alla riforma liturgica del Vaticano II. 

L'Assunzione era festeggiata il 15 agosto), come Dormitio della Vergine, sin dal V-VI sec. in Palestina. L'imperatore bizantino Maurizio (582-602) la estese a tutta la Chiesa. Assai solennizzata dai Bizantini nel corso del loro mese mariano, la festa risulta a Roma sotto s. Sergio I, che vi istituisce una processione. NelI'VIII sec. fu istituita invece la vigilia con il digiuno, mentre s.Leone IV (847-855) volle la celebrazione dell'ottava. Di essa, già s. Niccolo I faceva un cardine dell'anno liturgico. (15)  

La festa della Presentazione della Vergine, il 21 novembre, basata sul racconto del Protovangelo di Giacomo, nella Chiesa bizantina faceva parte del ciclo delle dodici feste importanti della Madonna, il Dodecaòrton. Aveva una preparazione e una chiusura, in tutto di sei giorni (20-25 novembre). Nata in Palestina, la festa divenne più nota ai tempi di Giustiniano, che nei pressi del Tempio salomonico costruì la basilica cosiddetta nuova, dedicata alla Presentazione, e oggi distrutta. Bisanzio tuttavia comincia a celebrare la festa di sicuro solo dall'VIII sec. In Occidente arriva nell'XI sec., tramite i monasteri greci dell'Italia meridionale, da cui giunge in Inghilterra, per via dei contatti intercorrenti tra i Normanni di entrambe le regioni. Fu solo nel 1373, però, che Gregorio XI (1370-1378) permise la celebrazione in tutta la Chiesa; essa divenne obbligatoria con Sisto IV, nel 1472. (16)

In quanto all'Immacolata, già dall'VIII sec. aveva la sua festa liturgica in Oriente, fissata al 9 dicembre e intitolata alla Concezione di s. Anna. Passata in Occidente sempre tramite il Meridione italiano e l'Inghilterra, assunse la data e la denominazione attuali. Poiché la liturgia metteva l'accento, più che sul fatto biologico della concezione della Vergine, sull'assenza della colpa originale nella concepita, la festa conobbe un declino nel XIII sec., in corrispondenza dell'offensiva mancolista della teologia scolastica, ma rifiorì nel XIV sec., dopo l'insegnamento di Duns Scoto, e addirittura il Concilio di Basilea, nel 1438, compose un'officiatura nuova per la festa, con un gesto che, terminato il Piccolo Scisma, sarebbe stato imitato da Sisto IV, che in due riprese ristrutturò la liturgia dell'Immacolata (1477, 1480). 

La festa della Maternità divina ha una storia molto più semplice. Praticamente da sempre esistita, legata alla definizione dogmatica efesina, la solennità ha a Roma la data attuale già dal VII sec., e veniva celebrata al Pantheon con una statio liturgica apposita. Dall'età carolingia emerge il carattere cristologico della festa (17) (che è pur sempre l'ottava di Natale, e quindi giorno della circoncisione di Gesù), che rimarrà fino alla riforma liturgica del Vaticano II, in cui, con una tendenza opposta a quella delle altre innovazioni, l'aspetto mariologico acquista una nuova rilevanza. 

La Visitazione, infine, fu festeggiata per secoli durante il periodo d'avvento. Solo ai tempi del Grande Scisma d'Occidente l'arcivescovo di Praga Giovanni Jenstein, per scongiurare la fine della divisione ecclesiale, istituì la festa nella sua giurisdizione ecclesiastica, e propose ad Urbano VI (1378-1389) di estenderla a tutta la Chiesa. Questi preparò il decreto nel 1389, che però fu promulgato dal successore, Bonifacio IX (1389-1404), nel 1390, fissando la data della festa al 2 luglio. Col Concilio di Firenze (1438-1445), le Chiese orientali oramai unite a Roma accettarono la festa, mentre Niccolo V (1447-1455) ripromulgò il decreto bonifaciano, perché avesse vigore in tutta la Chiesa finalmente riunificata. (18)


[1] Cfr. MELITONE DI SARDI, Omeliae, in Sources Chrétiennes (SC), CXXIII, 90 ss.
[2] Cfr. I.CALABUIG, Liturgia, in DE FIORES-MEO. Dizionario , pp- 770-773.
[3] Cfr. p.es. TERTULLIANO, De Carne Christi, in CCL II, 909; Contra Prasseam, in CCL II, 1172 ; Cantra Marcionem, in CCL I, 567, ecc.
[4] GIUSTINO, Dyalogus cum Tryphone, in PG VI, 709-712; IRENEO, Adversus Haereses, in SC XXXIV, 378-382.
[5] IRENEO, Adversus haereses, in SC XXXIV, 370; TERTULLIANO, De Carne Christi, in CCL II, 904; METODIO DI OLIMPIA, Convivium, in PG XVIII, 68.
[6] IRENEO, Adversus Haereses, in SC XXXIV, 330-332.
[7] TEODORETO DI CIRO, Dyalogi, in PG LXXXIII, 88.
[8] IPPOLITO, In Psalmos, in PG X, 609.
[9] TERTULLIANO, Cantra Marcionem, in CCL 1, 530.
[10] ROMANO IL MELODE, Inni, a cura di G.GHARIB, Roma 1981, pp. 159-172.
[11] AGOSTINO, De Trinitate, in PL XL1I, 834.
[12] Peregrinano Etheriae, a cura di P.SINISCALCO- C.SCARAMPI, Roma 1985, p.72.
[13] Cfr. la testimonianza in PG LXXVII, 1040-1041.
[14] Ordo Sancii Petri, in PL LXXVIII,653.
[15] Cfr. B.CAPELLE, L’assunzione e la liturgia, "Marianum" 15 (1953),pp.241-276.
[16] Cfr. G.GHARIB, Presentazione di Maria, in DE FIORES-MEO, Dizionario ,pp.l 155-1161
[17] Cfr. I.CALABUIG, Festa di Maria Madre di Dio, "Servizio della Parola" 134 (1981) pp.97-107.
[18] Cfr. D.SARTOR, Visitazione, in DE FIORES-MEO, Dizionario , pp. 1476-1482.


Theorèin - Ottobre 2003