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A cura di: Vito Sibilio
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SACRUM BAPTISMA
Elementi di teologia battesimale

Andate dunque e ammaestrate tutte le genti,
battezzandole nel Nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro ad osservare
tutto ciò che vi ho comandato.
Chi crederà e sarà battezzato,
sarà salvo;
chi non crederà,
sarà condannato

(Nostro Signore Gesù Cristo agli Apostoli)

Il Sacro Battesimo è il primo dei tre Sacramenti dell’Iniziazione cristiana. Se essi pongono le basi dell’edificio della vita cristiana, il Battesimo ne è il fondamento primario e assoluto, il vestibolo d’ingresso che va attraversato per forza se si vuole entrare nella Vita nello Spirito Santo, la porta che apre l’accesso agli altri Sacramenti. Esso è lo strumento mediante cui Cristo, attraverso il Suo Spirito, ci libera dal Peccato originale e ci rigenera – realmente e non simbolicamente – quali figli di Dio, incorporati in Lui come membra del Suo Corpo Mistico e resi partecipi della Sua missione di Sacerdote, Re e Profeta. Esso è, come insegnava il Catechismo Romano – e come ancora insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, che lo cita- il Sacramento della Rigenerazione mediante l’acqua e la Parola.

ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA TEOLOGIA BATTESIMALE

Il nome Battesimo, Baptisma, Baptismum, che deriva dal verbo battezzare, baptizare, baptizein, significa immersione, e quindi l’atto o l’azione di immergere e tuffare. Tale immersione è segno del seppellimento dell’aspirante cristiano – il catecumeno - nella Morte di Cristo – per cui in essa egli muore al peccato che ha marchiato la natura umana - mentre la riemersione significa la partecipazione alla Sua Resurrezione (Rm 6, 3-4; Col 2,12), nella quale il neofita rinasce quale nuova creatura (2 Cor 5, 17; Gal 6, 15). In poche parole, nel Battesimo l’uomo diventa cristiano, perché da semplice figlio di Adamo diventa figlio di Dio, perché, estratto da Adamo stesso nella nascita naturale, in tale rinascita è innestato in Cristo; per cui non è più meritevole di ira da parte di Dio, in quanto macchiato dalla Colpa del Primo Uomo (figlio dell’ira), ma, rivestito dei meriti di Gesù Nuovo Adamo, è degno di amore (figlio della Grazia). Il battezzato è quindi figlio di Dio perché membro dell’Unico Figlio naturale di Dio. Il Battesimo è dunque la tomba dell’uomo vecchio o carnale e l’incubatrice dell’uomo nuovo o spirituale. Non a caso il Sacramento è chiamato anche nella Lettera a Tito, lavacro di rigenerazione e rinnovamento nello Spirito Santo (3,5). L’una e l’altro sono reali e avvengono per un mutamento ontologico della condizione naturale e soprannaturale dell’uomo: infatti Gesù, parlando a Nicodemo, pose come condizione per l’ingresso nel Regno di Dio – ossia per l’instaurazione nell’anima della presenza sovrana del Signore e quindi per l’accesso alla vita eterna in Paradiso oltre la morte– la nascita dall’acqua e dallo Spirito (Gv 3,5). Non solo dall’una, né solo dall’Altro, ma per mezzo dell’una e attraverso l’Altro. Non il ritorno nel grembo materno, ma la gestazione nel seno della Trinità. Il Padre infatti innesta nel Suo Figlio mediante lo Spirito di Entrambi; il Figlio comunica i meriti della Sua Redenzione mediante lo Spirito e incorpora in Sé il cristiano, conducendolo al Padre; lo Spirito Santo giustifica attraverso l’acqua rendendo il battezzato Suo Tempio e modellandolo sull’Uomo perfetto, Cristo, perché tramite Lui giunga al Padre. Il circuito trinitario si apre e chiude sul battezzato all’interno dell’amministrazione del Battesimo stesso.

Il Sacramento è chiamato anche Illuminazione, perché l’insegnamento dei segni battesimali illuminano realmente le menti, sia consapevoli che inconsapevoli, quando li ricevono. Perciò il battezzato è Figlio della Luce e Luce del mondo egli stesso (1 Ts 5,5; Ef 5,8), avendo ricevuto il Verbo, la Luce vera, che appunto illumina ogni uomo (Gv 1,9), proprio tramite questo Sacramento. In genere, il Battesimo è, come insegna San Gregorio di Nazianzo, Dono, perché è dato a chi nulla porta in cambio; Grazia, perché è concesso ai colpevoli; Unzione, perché è sacro e regale e rende tali coloro che lo ricevono; Veste, perché copre la nudità dell’anima nata spoglia nel Peccato d’Origine; Sigillo, perché ci custodisce ed è segno della Signoria divina su di noi.

Come sempre è solito fare, il Signore Dio ha preparato la funzione battesimale disseminando nella Storia Sacra figure e simboli legati all’acqua. Tali immagini non hanno cessato di avere una validità, ma sono ricapitolate nel mistero battesimale, che le trasfigura e assegna loro il proprio autentico significato, svelandone il senso profetico. E’ per questo che la Benedizione dell’Acqua battesimale - che generalmente si impartisce nella Veglia Pasquale e che è l’atto liturgico costitutivo dell’efficacia della materia di questo Sacramento - commemora tutti questi segni veterotestamentari: l’acqua originaria, su cui aleggiava lo Spirito di Dio, che in essa poneva così non solo i germi dell’ordine naturale e della vita fisica, ma anche quelli dell’ordine soprannaturale e della vita spirituale; l’acqua del Diluvio, sulla quale galleggiò l’Arca, a sua volta simbolo della Chiesa, i cui occupanti scamparono alla morte, mentre il peccato finiva travolto e iniziava la vita nuova; l’acqua del Mar Rosso, aperta da Mosè per mandato divino e nella quale passarono gli Ebrei uscendo così dalla schiavitù d’Egitto, simbolo del peccato; l’acqua del Giordano, aperta da Giosuè per ordine celeste, attraverso cui Israele entrò nella Terra Santa, simbolo del Paradiso.

In genere, le acque bibliche sono sia quelle di fonte che quelle di mare: le une significano la vita, le altre la morte; profeticamente, questa è in ogni caso sempre e solo la Morte del Cristo, immerso nel mare dei patimenti, che a Sua volta nel Battesimo ci immerge proprio in questo Suo oceano di dolore rigeneratore, senza che noi abbiamo a patirlo, non potendo meritare la nostra salvezza e venendo così ad essere esentati dalla pienezza della sofferenza rigeneratrice, per cui, come il Peccato venne da uno solo, Adamo, senza nostra colpa, così la Grazia venne sempre da Uno solo, Cristo, senza nostro merito.

Nel Nuovo Testamento poi viene compiuto il Battesimo di Gesù stesso: esso da un lato è il compimento di tutti i riti di purificazione antichi , che trovano nell’assoggettamento al più recente di essi, da parte dello stesso Cristo, la ragione della loro efficacia retroattiva; dall’altro è l’atto fondativo, la ragione eziologica del Battesimo cristiano. Gesù infatti si appropria di questo rito e lo fa Suo : la Sua discesa nelle acque le santifica; la Sua Morte e Resurrezione fa sì che chi entra nelle acque possa, su Suo mandato, ricevere tramite esse ciò che Lui ha guadagnato per tutti. Infatti proprio nel Battesimo Gesù si manifesta quale Uomo e Dio, inserito nel vincolo trinitario, con lo Spirito che scende su di Lui e con il Padre che lo presenta quale Figlio prediletto da ascoltare. E Giovanni, il Precursore, attesta che Colui su Cui scese lo Spirito era stato a lui presentato quale Agnello di Dio che toglie il peccato: vi è dunque un nesso ermeneutico tra il Battesimo e il Sacrificio di Cristo; Egli, come nell’Eucarestia, istituisce prima il segno sacramentale e poi compie l’unico atto che gli dà efficacia. In ciò si realizza la parola del Signore Che, al Battista contrario al Suo Battesimo perché non ne aveva bisogno, rispose: “Conviene che così adempiamo ad ogni giustizia ” (Mt 3,15). Infatti Gesù parlò poi della Sua Morte come di un Battesimo (Mc 10, 38) in cui doveva essere battezzato e che lo angosciava, fino a quando non l’avesse ricevuto. Era l’immersione appunto nel dolore purificatorio per l’umanità. Così dopo la Morte, trafitto al Costato, versò dal Cuore Sangue e Acqua, segni sostanziali dell’Eucarestia e del Battesimo, resi possibili dalla Sua Immolazione. In un certo senso, l’acqua del Sacramento è l’acqua del Costato di Gesù.

Al termine poi della Sua Vita sulla Terra, già risorto, apparendo sul Tabor in Galilea ai Suoi Apostoli, Gesù stesso conferì loro il mandato missionario e disse: “Andate dunque e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; chi non crederà sarà condannato” (Mt 28, 19-21). E già durante la Sua attività di ministero, prima della Sua Passione, Gesù aveva detto: “Chi non rinasce dall’acqua e dallo Spirito non può entrare nel Regno dei Cieli” (Gv 3,5). E’ la frase che disse a Nicodemo, come ho rammentato prima. Dicevamo che tale rinascita non avviene solo dallo Spirito ma anche dall’acqua; non solo dall’acqua, ma da essa e dallo Spirito, che la fecondava dall’inizio del tempo. La Nuova Creazione, di cui Cristo è artefice così come, in quanto Verbo, realizzò la Vecchia, si compie in ogni Battesimo, perché ogni uomo, vertice della Creazione antica, è ricreato in esso, e in ciascun uomo tutti gli elementi sono redenti.

E’ dunque da dopo la Morte e Resurrezione di Gesù che si deve battezzare nel senso cristiano –essendo stato quello di Giovanni un lavacro penitenziale e non sacramentale – ed è per il Suo ordine di farlo che esso diventa strumento ordinario indispensabile per accedere alle sorgenti della Salvezza , per entrare in quella Chiesa fuori della quale non vi è salvezza, per comunicare ai meriti di quel Cristo Che è il solo Salvatore. Dal giorno di Pentecoste gli Apostoli battezzano (At 3, 28); essi offrono il Sacramento a tutti, pagani ed ebrei, uomini e donne, adulti e bambini, legandolo sempre alla professione della Fede. Essa è intesa non solo come atto e quindi confessione di determinati dogmi, ma come abito, ossia come affidamento di sé alla potenza salvifica del Cristo, Unico Redentore, che ci ha salvati e alla quale siamo quindi predisposti: “Credi in Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia” disse san Paolo al suo carceriere, che poi ricevette il Sacramento coi suoi parenti (At 16, 31). Per questo, come diremo meglio, il Battesimo è Sacramento della Fede, più di tutti gli altri Sacramenti, perché la genera e quindi la esige.

Ed è proprio san Paolo a rivelare per conto dello Spirito Santo la mistagogia – ossia il percorso misterico – del Battesimo, che come ho detto ci immerge nella Morte di Cristo, facendo morire l’uomo vecchio nato nel Peccato originale e segnato da esso e dai peccati attuali, e che ci risolleva nella Resurrezione, facendoci rinascere come uomini nuovi. In poche parole, tramite il Battesimo ogni uomo ottiene quella Salvezza che a coloro che erano nati prima del Redentore era data solo per la fede, implicita o esplicita, nel Redentore venturo. E la comunica con una pienezza sconosciuta all’Antica Alleanza. Infatti esso non solo purifica in questa Alleanza, ma santifica e giustifica in modo da rivestirci di Cristo. L’uomo diviene pienamente membro del Corpo Mistico e può osservare pienamente la Legge della Carità .

LA LITURGIA BATTESIMALE

Questo Sacramento viene celebrato dalla Chiesa in un modo particolare. Nel caso del Battesimo degli adulti, innanzitutto colui che aspira al Sacramento, appunto il catecumeno, deve essere iniziato attraverso delle tappe: ascoltare la Parola, accogliere il Vangelo, convertirsi, professare la Fede, ricevere il Battesimo propriamente detto, per poi avere l’effusione dello Spirito e la Comunione Eucaristica. Nei primi secoli il catecumenato, riservato ordinariamente agli adulti proprio per tale percorso, era complesso e articolato. Invalso l’uso del Battesimo dei bambini, la celebrazione stessa è diventata un condensato di questi momenti. Per cui l’istruzione vera e propria è riservata ad un catecumenato post- battesimale e all’insegnamento del Catechismo.

Questo, sebbene esista ancora oggi il catecumenato per gli adulti, diviso in più gradi dal Concilio Vaticano II e con un Rito proprio promulgato da Paolo VI (1972); anzi nelle Chiese missionarie vengono accolti, nel rituale cristiano, quegli elementi di iniziazione legati alle culture locali che non sono in contrasto con la nostra Tradizione. In attesa di aver ricevuto il Battesimo, il catecumeno è già parte della Chiesa anche se in modo imperfetto; qualora muoia senza aver ricevuto il Battesimo, il desiderio che egli ne ebbe fa si che gliene siano anticipati gli effetti in punto di morte (Battesimo di desiderio). In genere, in tutti i riti cattolici, l’iniziazione comincia col catecumenato e arriva al suo vertice con la celebrazione unitaria del Battesimo, della Cresima e dell’Eucarestia. Questa trinità sacramentale è amministrata anche ai bambini nei riti orientali, mentre in quello romano al Battesimo segue, dopo alcuni anni e con adeguata catechesi, sia l’Eucarestia che la Cresima; la prima è peraltro preceduta dalla prima Confessione.

I bambini, che sono stati battezzati sin dall’origine della Chiesa, quando intere famiglie entravano in essa, sono diventati i soggetti principali del Sacramento per svariate ragioni: anzitutto essi nascono col Peccato originale e quindi hanno altrettanto bisogno di rinascere, al più presto, alla vita di Grazia, alla quale tutti sono chiamati, per non vivere inultilmente molti anni fuori della Salvezza; poi essi, con la loro completa inconsapevolezza, ben si addicono a ricevere il puro dono gratuito del Sacramento, che nulla suppone in colui al quale è amministrato; inoltre, in relazione ai propri genitori, danno occasione per il compimento di un grave dovere di salvezza e vita immortale – ben maggiore di quella terrena – nei loro confronti. In genere, con il consolidarsi delle generazioni cristiane, già dal II sec. iniziò la prassi del Battesimo dei bambini .

In ordine alla celebrazione del Sacramento, va innanzitutto detto che ne è ministro ordinario il Vescovo o il Presbitero e, nella Chiesa latina, per delega, il Diacono . In quanto ai momenti centrali della mistagogia liturgica battesimale, essi sono i seguenti:

  1. il Segno della Croce, all’inizio, perché il battezzando riceverà la Grazia conquistata sulla Croce da Cristo e ne porta il sigillo in quanto gli apparterrà;
  2. l’Annunzio della Parola, che illumina i presenti e suscita, in loro o nel battezzando o in chi per lui, la risposta della Fede di cui il Battesimo è appunto il Sacramento per eccellenza;
  3. l’Esorcismo, che scaccia satana dal battezzando, unto appositamente con l’Olio dei catecumeni, benedetto dal Vescovo nella Messa Crismale del Giovedì Santo; in ragione di ciò il battezzando o chi per lui rinunzia al diavolo, alle sue opere e seduzioni e può fare subito dopo
  4. la Professione di fede negli articoli essenziali della dottrina cristiana ;
  5. la Benedizione dell’acqua battesimale, secondo la preghiera di epiclesi citata, sia la Notte di Pasqua che, nelle chiese senza fonte battesimale, sul momento;
  6. il Rito essenziale, o Battesimo vero e proprio; la sua materia è l’acqua, nella quale il battezzando è immerso tre volte – nei riti orientali – o da cui è asperso o su cui è infusa altrettante volte – nel rito romano – accompagnata dalla forma che recita: “N., io ti battezzo nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (in Occidente) o “il servo di Dio N. è battezzato nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”; essa è pronunziata in modo tale che ad ogni immersione, aspersione o infusione è scandita l’invocazione di una delle Persone Divine ; tale rito essenziale può essere impartito da solo in caso di necessità, come il pericolo di vita, addirittura da qualunque fedele laico battezzato, se non persino da un non cattolico e un non cristiano, maschio o femmina, adulto o ragazzo, purchè adempia alla formula prescritta e abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa, in quanto Dio vuole tutti gli uomini salvi (1 Tm 2,4) e il Battesimo stesso è indispensabile alla salvezza (Mc 16, 16) ;
  7. l’Unzione col Sacro Crisma, l’olio profumato consacrato dal Vescovo nella Messa crismale – da cui prende il nome- che significa il dono dello Spirito Santo dato al battezzato; esso indica la nuova dignità del cristiano, sacerdote re e profeta come Cristo, del Cui Corpo è ora membro; nella Chiesa Orientale tale unzione è Sacramento perché è Confermazione; in quella Occidentale è Sacramentale perché rimanda al dono dello Spirito Santo fatto col solo Battesimo in attesa della Cresima di qualche anno dopo;
  8. l’imposizione della Veste Bianca indica che il battezzato è ormai rivestito di Cristo, con la Grazia santificante, privo di ogni macchia;
  9. la Candela accesa dal Cero pasquale significa che il battezzato è ormai partecipe della Luce di Cristo, con cui deve illuminare il mondo; essa gli viene consegnata o è data a chi per lui;
  10. la recita del Padre Nostro da parte del battezzato, ormai figlio di Dio, o da parte di chi lo rappresenta;
  11. la Prima Comunione eucaristica, data ai bambini nelle Chiese Orientali e solo agli adulti nella Chiesa Occidentale; sono due prassi sacramentali sufficientemente motivabili: la prima, in quanto Gesù ha ordinato che i piccoli vengano a Lui (Mc 10, 14), la seconda perché è bene tuttavia aver uso di ragione per riceverlo sacramentalmente;
  12. la Benedizione solenne, che nel caso del Battesimo dei bambini riguarda la madre in modo particolare.

Al battezzando, nel momento centrale del rito sacramentale, si chiede la Fede. Come insegna Gesù stesso, chi crede e si fa battezzare si salva. La Fede richiesta è quella in Cristo Salvatore. Tale Fede permette di ricevere con profitto il Battesimo, che dà la Grazia che ci rende capaci del bene. Infatti san Paolo insegna che è giustificato chi crede in Cristo. La Fede tuttavia non viene fuori dalla volontà e dall’intelligenza del battezzando, ma dalla Chiesa stessa, alla quale egli – o chi per lui – la chiede. Ossia viene comunicata al catecumeno in virtù dell’efficacia della Chiesa quale sacramento di salvezza e quindi per effetto anticipato del Battesimo stesso, senza cui nessuna Grazia può essere conferita al neofita. Ossia, quel Dio che chiama al Battesimo suscitando la fede in esso, tramite esso conferisce la pienezza della Grazia che la fede stessa reclama. Perciò diciamo che il Battesimo è Sacramento della Fede. Tale Fede è dunque embrionale all’atto del Battesimo, appunto più un abito che un atto. Dovrà crescere. Diciamo quindi che si è giustificati per le opere in modo altrettanto esatto. In entrambe le formule soteriologiche la scaturigine strumentale della Grazia è il Battesimo. In ragione di tutto ciò, da un lato il Battesimo può essere ricevuto anche dai bambini, perché essi sono capaci di ricevere la Fede come Grazia, anche se non possono ancora fare atti della Fede stessa; dall’altro proprio per conto dei bambini i loro genitori e i cosiddetti padrini possono chiedere alla Chiesa il dono della Fede nel Battesimo stesso in vista della Salvezza, facendo essi in prima persona un atto di questa virtù teologale e impegnandosi ad educare i figli nella religione cristiana . In poche parole, battezzare un bambino anche se questi non ha la consapevolezza di ciò che gli accade non è pedagogicamente diverso dal fatto che egli sia educato dai genitori in valori che non ancora conosce e capisce, ma ai quali è sottinteso che debba e voglia dopo dare il suo assenso, proprio perché educato in essi. Ragion per cui le obiezioni della plurisecolare disputa sul Battesimo dei bambini non hanno una ragion d’essere, ancor meno se si considera che il Sacramento non è solo un atto pedagogico, ma produce una mutazione ontologica nel soggetto che lo riceve, di cui andiamo a dire .

EFFICACIA SOTERIOLOGICA DEL BATTESIMO

Nostro Signore in Persona ha insegnato che il Battesimo è necessario per la salvezza: da esso si rinasce e dallo Spirito, come dal grembo materno (Gv 3, 5), come si è detto all’inizio. Perciò tutte le genti debbono essere battezzate, o altrimenti saranno perdute (Mt 28, 19 ss.): Morte o Battesimo è l’alternativa che San Bernardo mostrava ai pagani . Coloro che dunque sanno che Dio ha istituito tale Sacramento e lo rifiutano o lo disprezzano o lo trascurano, pur potendolo richiedere, sono fuori della Chiesa e quindi privi della Salvezza (Mc 16, 16). Non esiste infatti alcun altro mezzo per cui la Chiesa stessa possa comunicare la Grazia santificante. Dio ha legato la salvezza a questo Sacramento.

Tuttavia Egli non è vincolato ai Suoi Sacramenti. Perciò vi sono altre due forme battesimali mediante cui viene comunicata la Grazia ai non battezzati nell’acqua. La prima è il Battesimo di Sangue, ossia la testimonianza del martirio: chiunque muoia per la Fede senza aver ancor ricevuto il lavacro, è asperso dal Sangue di Cristo nell’uniformazione alla Sua Morte . Il già citato Battesimo di desiderio vale sia per coloro che sono morti prima di ricevere il Sacramento a cui si preparavano (ossia i citati catecumeni) sia per coloro che, pur non conoscendo il precetto di Cristo sul Battesimo, sarebbero desiderosi di riceverlo se lo conoscessero, come anche coloro che, non conoscendo Cristo stesso o finanche Dio, sarebbero disposti a servirLi se fossero loro noti, con zelo e amore. Costoro desiderano, senza saperlo, un Battesimo che non conoscono. Almeno una volta nella vita, tutti i non cristiani sono messi in condizione di desiderare il Battesimo e di entrare così invisibilmente nella Chiesa, anche se magari mai la conosceranno in terra. Tale Battesimo trae la sua efficacia dalla mediazione universale e strumentale della Chiesa, Sacramento di Salvezza. In quanto ai bambini morti senza Battesimo, è certo che senza la sua Grazia essi sono perduti alla Salvezza e destinati ad una mera felicità naturale o Limbo dei Fanciulli; ma non è detto che essi non possano essere raggiunti, per vie a noi ignote, dalla Grazia stessa e quindi entrare anch’essi nel Regno di Dio. In ogni caso è bene battezzare i bambini entro otto giorni .

Tale universalità del Battesimo si deve al fatto che tramite esso si compiono azioni insostituibili:

  1. innanzitutto esso cancella il Peccato originale; restituisce quindi l’innocenza in cui Adamo fu creato e conferisce la Grazia santificante, ossia la vita divina, mediante cui lo Spirito Santo opera e risiede in noi; diventiamo perciò membra del Cristo, figli del Padre, tempio dello Spirito;
  2. inoltre cancella i peccati personali in chi lo riceve da adulto, sia in ordine alle colpe (ossia l’imputabilità) sia alle pene, di qualunque genere: mortali e veniali; chi muore dopo il Battesimo, anche se adulto, se dopo non ha commesso alcun nuovo peccato, va diritto in cielo perché innocente;
  3. cancella altresì le conseguenze personali del peccato, sia originale che individuale; dunque restaura la libertà perduta col Peccato d’origine, per cui l’uomo può non solo scegliere il bene con il libero arbitrio, ma perseverare in esso; altresì annulla le conseguenze sulla libertà umana causate dai peccati individuali, specie se mortali; non fa scomparire invece le conseguenze del peccato sulla natura: la sofferenza e la morte, l’ignoranza, la concupiscenza, nonché le loro declinazioni individuali, come difetti e limiti della mente e del corpo, della volontà e del sentire ;
  4. conferisce la Grazia sacramentale, ossia quella specifica per vivere per sempre come fedele cristiano, a dispetto e in contrasto con le stesse conseguenze naturali del peccato, mantenendo almeno l’opzione fondamentale per Dio nell’anima;
  5. in virtù della Grazia santificante, infonde le tre virtù teologali, chiamate così perché riguardano Dio, che possono essere praticate di conseguenza. Esse sono: 1) la Fede, che ci fa credere fermamente in Lui, in quanto verità infallibile, e in ciò che ci ha rivelato e ci è proposto dalla Chiesa, vivendo di conseguenza, a partire dalla Due Verità principali del Cristianesimo: A) Unità e Trinità di Dio; B) Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, Vero Uomo e Vero Dio, Giudice dei Vivi e dei Morti; la Speranza, che ci fa attendere dalla Sua bontà, per le Sue promesse e i meriti di Cristo Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che si vogliono e devono fare; la Carità, che ci fa amare Dio sopra ogni cosa, sopra la nostra stessa vita e sopra noi stessi, perché Bene infinito e nostra felicità che ci amati per primo e infinitamente, nonché il prossimo, per amor suo, come noi stessi, come amiamo Lui e come Lui lo ama, perdonando le offese;
  6. sempre per la Grazia santificante, rende capaci di vivere e agire sotto l’azione dello Spirito Santo, che è la Grazia increata, riempiendoci dei Suoi doni: la Sapienza, l’Intelletto, il Consiglio, la Scienza, la Pietà, la Fortezza, il Consiglio e il Timor di Dio;
  7. infine, in relazione alla Grazia santificante e alla sacramentale, permette di praticare il bene naturale, elevato al rango sovrannaturale, tramite le virtù morali ;
  8. esplicando quanto detto, esso ci incorpora alla Chiesa, rendendoci membra gli uni degli altri (Ef 4, 25), facendoci partecipi del sacerdozio reale dei fedeli, dandoci in proprietà a Cristo e sottomettendoci a Lui e ai Suoi rappresentanti in Terra, nonché conferendoci i diritti ai beni soprannaturali custoditi nella Chiesa stessa e legandoci ai doveri della professione pubblica e dell’apostolato della Fede, nonché del culto e dell’osservanza dei Comandamenti;
  9. imprime quindi il carattere o sigillo indelebile che ci fa cristiani, ossia ci scorpora da Adamo e innesta in Cristo stesso; tale sigillo non è cancellato da nessun peccato, anche se i peccati successivi impediscono, specie se mortali, al Battesimo di portare frutti; tale sigillo, custodito con zelo, sarà motivo di gloria per gli eletti; negletto, sarà ragione di vergogna per i dannati .

1. La Legge mosaica imponeva abluzioni rituali in caso di impurità in Nm 19, 1-22. I Profeti indicarono la pratica dell’abluzione come segno di purificazione interiore, associata al dono dello Spirito (Ez 36, 25-28). I riti di abluzione si moltiplicarono presso gli Ebrei durante la dominazione persiana e il termine “battesimo” si diffuse negli ambienti farisaici. Nel I sec. i proseliti erano battezzati dopo la circoncisione per avere accesso ai sacrifici templari. L’ultimo di questi atti simbolici fu proprio il Battesimo di Giovanni. Esso era una prassi penitenziale in vista dell’avvento prossimo del Messia. Probabilmente, sulla scia di Qumran, surrogava o integrava i sacrifici del Tempio. In nessuna di queste forme l’abluzione cancellava il Peccato da se stessa, né tantomeno rendeva partecipi di una Nuova Alleanza e di un Sacrificio definitivo. Questi caratteri vengono attribuiti al Battesimo da Gesù, Che quindi lo rivoluziona completamente, per cui il Suo Battesimo è completamente diverso da quelli precedenti. Esso prende il posto anche della Circoncisione, quale segno di appartenenza al nuovo Popolo Eletto. Vi è dunque, nel significato del Battesimo cristiano, un complesso sinecismo concettuale desunto sia dalle abluzioni mosaiche che da altri riti iniziatici del mosaismo, ma dotato di una forza e di una peculiarità soteriologiche inedite.

2. Tutti i Sacramenti sono stati istituiti da Gesù Cristo. Anche i Riformatori protestanti ammettevano che il Battesimo è stato voluto da Gesù. Tuttavia Lutero sostiene che esso sia solo un’esortazione alla fede che giustifica e il simbolo della purificazione per fede; Zuingli lo considera un rito di ammissione alla Chiesa ma non un mezzo per la remissione del Peccato d’origine, in cui egli non crede; Calvino invece identifica l’efficacia del Battesimo di Cristo con quella del Battesimo di Giovanni: questo era simbolo della remissione delle colpe per la fede in Cristo venturo, quello segno della remissione delle colpe per la fede in Lui venuto. Invece i Protestanti liberali affermarono che il Battesimo sia nato negli ambienti cristiani entro il II sec. Lo stesso insegnarono i Modernisti e i Neomodernisti. Che Cristo abbia istituito il Battesimo, lo attestano Mt 28, 18; Mc 16, 15; lo attesta la pratica degli Apostoli attestata dagli Atti, che si rifanno alle parole di Gesù, evidentemente molto prima del II sec. e già nella prima generazione cristiana – peraltro gli Apostoli marcano la differenza tra il Battesimo di Gesù e quello di Giovanni, ribattezzando i seguaci di questo- lo attesta san Paolo, battezzato lui stesso, che oppone tale Battesimo alla circoncisione e che battezza a volte personalmente, su mandato di Cristo; lo attesta infine tutta la Tradizione patristica, che chiama il Sacramento Battesimo di Cristo. D’altro canto, se il Battesimo fosse stato istituito da altri, perché la Sacra Scrittura avrebbe dovuto tacerlo? E’ ovvio che un tale rito, così importante, venisse attribuito a qualcuno. Ma ciò non avviene, perché lo istituì Cristo, appositamente menzionato a tale proposito dalla Bibbia.

3.Che il Battesimo sia indispensabile per la salvezza è stato ribadito dal Concilio di Firenze (1437-1445), da quello di Trento (1545-1564) e da papa san Pio X (1903-1914), nonché dal Concilio Vaticano II (1962-1965) e dal ven. Giovanni Paolo II (1978-2005), che al Battesimo ha dedicato le lettere apostoliche Magnum Baptismi Donum ed Euntes in Mundum. Il Battesimo è mezzo necessario, per ordine di Dio, il Quale supplisce da Sé, nei modi che vedremo, laddove tale Sacramento non può essere amministrato. I Cainiti e i Quintiliani, che dicevano che solo la Fede basta per la giustificazione, furono contrastati da Tertulliano. I Pelagiani, che negarono il Peccato originale, considerarono il Battesimo necessario solo per acquistare il Regno di Dio e non la vita eterna, separando l’uno dall’altra surretiziamente. Catari e Albigesi sostituirono il Battesimo con il Consolamento, credendo che il primo fosse stato istituito dal principio negativo del cosmo, in quanto amministrato con un elemento materiale. Lutero considerò invece il Battesimo indispensabile, come Calvino, non perchè mezzo necessario, ma solo per l’ordine di Gesù. I Sociniani invece ne rigettarono la necessità, in quanto per essi era solo un rito di adesione alla Chiesa, di cui non c’è bisogno se si nasce da genitori già cristiani. Mt 28, 19; Mc 16, 16; Gv 3, 5; At 2, 41; 10, 48; Gal 3, 27 sono luoghi biblici in cui si mostra chiaramente il contrario di quanto insegnato da costoro. La Tradizione puntella questa dottrina biblica, con i Padri Apostolici, con Erma, Tertulliano, Origene, san Cipriano, san Cirillo di Gerusalemme, sant’Ambrogio, sant’Agostino.

4. Nella Nuova Alleanza, Maria SS., essendo Immacolata e Tutta Santa, è preservata da ogni macchia, così come fu creato Adamo, nonostante sia anche Lei sua figlia, perché Ella è più unita al Figlio Suo che al padre comune. La Sua partecipazione ai riti d’iniziazione della Legge mosaica dà a quei riti il loro compimento, a vantaggio degli altri ebrei, in virtù dei Suoi meriti, che sono parte integrante, anche se non necessaria, del mistero della Redenzione. In un certo modo quindi, battezzati in Cristo, Che contiene in Sé l’efficacia dei meriti Suoi e in subordine di Maria, noi siamo messi in contatto anche con i meriti di Costei, che in quanto Corredentrice e Mediatrice, è chiamata ed è realmente Madre della Grazia Divina e Madre di ognuno di noi e della Chiesa nel suo complesso. Gli Apostoli a loro volta, con tutti i discepoli di Gesù, e la stessa Madre di Dio, furono battezzati di Spirito Santo e fuoco a Pentecoste, come profetizzò Giovanni Battista: Egli battezzerà in Spirito Santo e fuoco.Ma questo, solo per coloro che lo ascoltavano: infatti molti discepoli di Giovanni divennero discepoli di Gesù e addirittura Apostoli. Per noi il fuoco è ormai solo il simbolo della carità che il Sacramento ci comunica.

5. Luoghi biblici del Battesimo dei bambini sono l’uso estensivo di Gv 3,5 e 1 Tim 2, 4; sono altresì Mt 19, 14; Mc 10, 13; Lc 18, 15; Rm 5,17; Col 2, 11; At 10, 48; 16, 33; 18, 8. Autori della Tradizione che si pronunciano in merito sono Tertulliano, san Cipriano, sant’Ireneo, Origene. L’obiezione fatta spesso al Battesimo dei bimbi, per cui essi sono forzati in quanto inconsapevoli, è inconsistente. Il bambino è tenuto ad obbedire alle leggi naturali in virtù della sua stessa nascita; a maggior ragione, siccome senza Battesimo non può adire all’eternità, è tenuto a riceverlo, come legge soprannaturale che perfeziona le naturali. Perciò, come non si chiede ma si suppone il suo consenso all’ingresso nella società e all’ossequio alle sue leggi, così non si immagina che egli possa rifiutarsi di entrare nella Chiesa e di seguirne le leggi, date da Dio stesso. Infatti, l’uomo è libero di professare una qualsiasi fede innanzi ai propri simili, ma non innanzi alla propria coscienza e a Dio. In virtù di ciò, i genitori hanno l’obbligo grave di battezzare i figli. Anche contro la volontà dei genitori cristiani, in casi estremi, i bambini devono essere battezzati, da chi ne ha il diritto o la tutela o la responsabilità, legali o morali, temporanee o perpetue, o forse anche solo la possibilità. Per esempio quando un bambino, nato da genitori apostati, è in punto di morte, o quando per odio alla Chiesa e alla fede il bambino non è battezzato, per volere anche di un solo genitore apostata, magari a dispetto della volontà dell’altro genitore. Analogamente i bambini figli di non battezzati possono essere battezzati da chi ne ha la tutela legale o morale – come in caso di affido o in ogni situazione in cui un cristiano educhi quei bambini senza inframmettenze significative dei genitori non cristiani- ma è bene che tale Battesimo non si amministri se i genitori non cristiani possano poi opporre al Sacramento la loro opera educativa contraria al Vangelo, rendendo quindi inerte la Grazia ricevuta. Infatti è diritto naturale di ogni famiglia ordinare liberamente la propria vita religiosa sotto la guida dei genitori (Dichiarazione del Concilio Vaticano II Dignitatis Humanae n. 15). Perciò, siccome è bene che nessuno sia forzato ad agire contro la propria coscienza (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n.155, promulgato dal ven. Giovanni Paolo II nel 2004), ivi compresi i genitori non cristiani, quando essi hanno voce in capitolo, per evitare di agire in modo controproducente, non si deve battezzare i loro figli a dispetto del loro volere. Sebbene “infatti la Rivelazione non affermi esplicitamente il diritto all’immunità della coercizione esterna in materia religiosa.. un elemento fondamentale della dottrina cattolica…è che gli esseri umani sono tenuti a rispondere a Dio credendo volontariamente; nessuno quindi può essere costretto ad abbracciare la Fede contro la sua volontà (DH nn. 9-10)” ed evidentemente contro quella di chi legittimamente esercita la sua potestà su di lui. La coercizione da cui l’uomo dev’essere libero è quella del potere civile. Nel corso dei secoli, quando la potestà coattiva materiale spettava anche alla Chiesa, essa, in alcuni casi, specie quando la dilatazione della Fede corrispondeva a quella della Cristianità intesa come comunità politico-sociale, ha formato al Battesimo e lo ha amministrato senza che esso avesse una reale alternativa per chi lo riceveva. Bisogna tuttavia distinguere i casi limite di Battesimi forzati fisicamente, sempre rigettati dalla Chiesa anche se riconosciuti validi, dai Battesimi amministrati a gruppi inseriti in società cristianizzate anche con la violenza (dottrina del Coge intrare): quest’ultimo caso, sebbene molto lontano dalla sensibilità moderna, rientra in una tipologia missionaria perfettamente legittima e conforme a quelle epoche, in cui non era teorizzata la libertà individuale nei modi contemporanei. Oggi tale teologia è stata modificata per le ragioni di cui sopra, sia perché la Chiesa non ha più la potestà coattiva (decaduta col Codice di Diritto Canonico pio-benedettino), sia perché essa stessa rifiuterebbe di usarla in tale senso. Infatti, sebbene tutti gli uomini debbano essere battezzati, perché ne hanno bisogno, la natura della Fede che scaturisce dal Battesimo, ossia libera e volontaria, si addice meglio ad una situazione a sua volta scevra da ogni coazione.

6. Nel Battesimo pubblico e solenne, con tutti i riti che seguono, i ministri ordinari sono appunto il Vescovo e il Presbitero che eserciti una giurisdizione, ossia titolare di una chiesa con il fonte battesimale o parrocchiale; il ministro straordinario è il Diacono, perché delegato, in quanto privo di giurisdizione propria. Il fatto che gli Apostoli abbiano subito abbandonato quasi completamente l’uso di battezzare fa capire che i Presbiteri li surrogarono (1 Cor 1, 14-17). In quanto al diritto del Diacono cfr. At 9, 18. La Tradizione conferma quanto detto con sant’Ignazio di Antiochia, san Vittore I (181-191), Tertulliano, santo Stefano I (254-257), san Cirillo di Gerusalemme, l’Ambrosiaster.

7. Chiamiamo Promesse battesimali le Rinunzie e gli Atti di Fede.

8. La materia è in tal caso di due tipi: remota e prossima. Remota è l’acqua in quanto tale; l’immersione o infusione o aspersione è materia prossima. Per quanto concerne la materia remota, il Concilio di Trento insegna che l’acqua dev’essere vera e naturale, e non può essere sostituita da altri liquidi; insegna altresì che il battezzato rinasce realmente e non solo simbolicamente dall’acqua e dallo Spirito. Gnostici, Manichei, Albigesi e Catari consideravano l’acqua un elemento malvagio, in quanto materiale, e la ripudiarono; Lutero riteneva che potesse essere all’occorrenza sostituita da altri liquidi e non necessariamente dovesse essere di fonte; Calvino invece aveva le stesse idee della Chiesa Cattolica. Che l’acqua battesimale faccia rinascere, lo attesta la Scrittura, in numerosi luoghi del Vangelo e degli Atti: Gesù a Nicodemo, Pietro a Cornelio, Filippo all’Eunuco di Candace; anche Paolo lo attesta a Tito. Analogamente lo testifica la Tradizione, con la Didakè, sant’Ireneo, Tertulliano, sant’Agostino. Ovviamente l’acqua dev’essere, come dicevamo, appositamente benedetta. In relazione alla materia prossima, diciamo che può appunto essere di tre tipi, ed è bene che ogni fedele si adegui all’usanza del proprio rito. Siccome il Signore, stabilendo l’abluzione come materia prossima, non ha specificato il modo, nella Scrittura troviamo i tre modi: immersione, aspersione, infusione. Perciò errano Protestanti e Ortodossi che accettano solo l’immersione. L’immersione è attestata in Col 10 e Rm 6; Ef 5, 26; Mt 3, 16; Atti 8, 36. In principio fu totale, poi parziale. Questa è la maniera più lodevole e sicura, perché più comune (Alberto Magno e Tommaso d’Aquino). L’aspersione e l’infusione sono attestati in At 2, 41; 9, 18; 16, 33; 22, 16; la seconda è anche testimoniata nella Didakè. Tre infusioni, aspersioni e immersioni sono necessarie solo nel Battesimo solenne, ma in quello d’emergenza ne basta una. Deve esserci contatto diretto tra l’acqua infusa, aspersa o in cui si è immersi e il corpo del battezzando; tale contatto esige che l’acqua sia fluente (la Congregazione del Sant’Uffizio ordinò, nel 1898, sotto Leone XIII, che il Battesimo impartito come unzione d’acqua fosse, sia pure sotto condizione, rinnovato); se non vi è completa immersione del battezzato, allora l’acqua va versata sul capo (uso invalso nella Chiesa latina nel XIII sec.); bisogna che colui che immerge o asperge o infonde di acqua sul battezzando pronunzi lui stesso la forma battesimale.

9. Il I Concilio di Nicea (325) ha ordinato di ribattezzare coloro che non sono stati battezzati in Nome della SS. Trinità, perché il loro Battesimo è invalido. Ciò riguardava Paulinisti, Fotiniani, Montanisti e Ariani, mentre oggi verte su tutti coloro che fanno parte di gruppi antitrinitari, come i Testimoni di Geova. I Riformatori protestanti negarono l’importanza della formula trinitaria e addirittura quelli più recenti negarono che si potesse risalire alla formula dettata da Cristo. In realtà Mt 28, 19 in modo diretto e At 19,1 in modo indiretto attestano l’uso della formula trinitaria sin dalle origini. In quanto poi alla forma del Battesimo in Nome di Gesù, qua e là attestata nel NT, essa non rimanda ad un uso liturgico ma ad un senso teologico, marcando la differenza col Battesimo di Giovanni e mostrando la centralità della Mediazione di Cristo nella Salvezza. La Tradizione conferma la formula trinitaria, con la Didakè, con san Giustino, sant’Ireneo, san Cipriano, sant’Ambrogio, san Beda, san Bernardo, il beato Ugo di San Vittore, Pietro Lombardo, Alessandro di Hales e san Tommaso. Il magistero, a margine del I Niceno, conferma tale insegnamento, con sant’Innocenzo I (401-417), san Niccolò I (858-867) e con il Concilio di Arles del 314 nonché altri sinodi. Va peraltro aggiunto che la forma deve citare separatamente ed espressamente le Tre Persone Divine, pena la nullità, e deve essere premessa da “N., Io ti battezzo” oppure “il Servo di Dio N. è battezzato”.

10. Si tratta del Battesimo privato e amministrato in caso di necessità. Questa dottrina sul ministro universale è stata insegnata da santo Stefano I (254-257), san Niccolò I, dal Concilio Laterano IV (1215), dal Concilio di Firenze. I Marcioniti insegnavano erroneamente che le donne potessero amministrare anche il Battesimo solenne; altri eretici che insegnavano lo stesso furono contestati da Tertulliano. Calvino invece negava il diritto dei laici a battezzare. Tale diritto invece è sancito dalla Scrittura (At 9, 18). La Tradizione lo conferma con san Vittore I, Tertulliano – che impone il dovere di battezzare, a chi può farlo, nelle circostanze estreme – san Cirillo di Gerusalemme, l’Ambrosiaster, sant’Agostino, san Bonaventura. San Cipriano di Cartagine negò il diritto degli eretici di battezzare, ma fu contraddetto da papa santo Stefano I e da sant’Agostino, che su questo polemizzò anche con i Donasti. Cipriano riteneva, nella fattispecie, che l’eretico non volesse dare il Battesimo secondo l’intenzione della Chiesa, non ritenendone tutta la dottrina, ma papa Stefano, secondo l’uso romano, rammentò che bastava che essi lo amministrassero per quello che esso doveva sortire, ossia la liberazione dal peccato e l’iniziazione cristiana. Fu la più grande Controversia battesimale della storia, riguardante non tanto i ministri, quanto l’effetto e la reiterabilità del Battesimo stesso. A poco a poco la Chiesa africana si adeguò all’uso romano, che custodiva la dottrina del Principe degli Apostoli.

11. I padrini –ossia il padrino e la madrina – rappresentano la dimensione ecclesiale del Battesimo: essi si impegnano a coadiuvare i genitori nell’educazione cristiana del bambino. Male non sarebbe se genitori e padrini, in vista del loro compito, fossero sensibilizzati ogni volta che si accingono a tenere a Battesimo qualcuno. Anche se per essi varrebbe la formazione cristiana già ricevuta e l’iniziazione sacramentale, purchè completa, già fatta.

12. La disputa sul Pedobattesimo o Battesimo dei Bambini fu aperta dai Pelagiani, i quali, negando il Peccato originale, asserivano che i bambini non avessero bisogno di essere battezzati. Catari, Valdesi e Albigesi pure rigettarono il Battesimo dei bimbi, mentre Pietro di Bruge sostenne che era necessario un atto, e non solo un abito, della Fede, per la giustificazione, per cui il rito in questione era nullo. Storck e Müntzer lo dichiararono illecito e invalido, perché i bambini non hanno uso di ragione, non possono essere aggregati alla Chiesa, non hanno ancora fede, non hanno Peccato originale e non se ne parla – a loro dire – nella Bibbia. Perciò essi ribattezzarono i loro seguaci da adulti e furono detti Anabattisti. Lutero stesso li condannò. Calvino e Zuinglio accettano anch’essi il Battesimo dei Bambini. Erasmo ammetteva il Pedobattesimo ma chiedeva che il battezzato, appena avesse uso di ragione, esprimesse il suo consenso alle promesse battesimali, cosa che si presta a fraintendimenti sull’efficacia del Sacramento. I Battisti, considerando il Battesimo un mero simbolo di rigenerazione, rifiutano il Sacramento ai bimbi, che non possono formulare l’atto di fede necessario. In genere le famiglie protestanti giustificano per Fede – quando lo fanno – e non per il Sacramento, confondendo la scaturigine della Grazia con la Grazia operante e l’abito con l’atto di Fede. I Modernisti considerarono il Battesimo dei bambini il frutto della separazione del Battesimo stesso dalla Confessione. I Razionalisti lo considerarono una prassi invalsa dai tempi di Tertulliano. E tuttavia, che i bambini vadano battezzati lo sappiamo dal magistero dei papi san Siricio (334-338), Innocenzo III (1198-1216), san Pio X, dei Concili Lateranense IV, di Vienne, Fiorentino e di Trento.

13. La prassi antica faceva sì che interi popoli si battezzassero, per il consenso del Re alla Fede in nome di tutta la sua nazione. La volontà sovrana sussumeva quella dei sudditi, che ad essa si adeguavano non trovando ostacoli nella propria coscienza a questa funzione del monarca. Sarebbe bello se anche oggi interi Stati aderissero alla Religione. Nazioni come la Francia, l’Ungheria, la Polonia, la Lituania, la Russia, la Norvegia, la Danimarca, la Svezia, l’Armenia, l’Etiopia hanno la data del loro battesimo.

14. Esempio principe quello della Strage degli Innocenti. I bambini massacrati in odio alla Fede nel Messia sono i primi martiri, inconsapevoli, per Cristo. La validità è attestata da Mt 5, 39; Lc 9, 24; nella Tradizione da Tertulliano e sant’Agostino. Papa Innocenzo III lo ha sostenuto nel suo magistero.

15. I bambini morti senza che i genitori abbiano avuto, incolpevolmente, il tempo di farli battezzare, possono a mio avviso godere del Battesimo di desiderio attraverso il desiderio dei genitori stessi, ossia hanno il privilegio della prolessi battesimale dei catecumeni in terza persona. I bambini morti nel grembo materno i cui genitori li avrebbero battezzati possono, sempre a mio parere, usufruire del medesimo privilegio. I bambini uccisi nel seno materno dall’aborto volontario o fuori di esso con la distruzione degli embrioni potrebbero, sempre a mio parere, essere considerati martiri perché generati e poi uccisi in disprezzo alla Legge di Dio – come gli Innocenti – per cui avrebbero un Battesimo di sangue indiretto, condannati dai propri stessi genitori. Infatti chi non sa che Dio e la Sua Chiesa condannano l’infanticidio? Chiunque lo compie, lo compie in disprezzo di ciò, e quindi compie un atto in odio alla Fede su terzi. Il Battesimo di desiderio vale, a mio avviso, anche per i figli non nati, senza colpa alcuna, di genitori non cristiani che avrebbero desiderato per i loro figli la piena adesione alla volontà di Dio, qualunque essa fosse. In tale prospettiva, il Limbo potrebbe essere vuoto. In genere, per quanto riguarda il Battesimo di desiderio, detto anche di fiamma, i luoghi biblici di riferimento sono Gv 14, 21.23; At 10, 44-48; gli autori della Tradizione sono l’Anonimo del Ribattesimo, sant’Ambrogio, sant’Agostino. Il magistero è implicato con sant’Innocenzo I, san Pio V (1565-1572), i Concili di Trento e Vaticano II, che lo ha messo alla base della sua ecclesiologia allargata all’umanità intera.

16. Ciò che ho elencato, lo insegnano i Concili di Trento e di Firenze. La trasformazione del battezzato non è solo nominale, per cui egli è simul iustus ac peccator, secondo la formula luterana, ma è reale, per cui egli è iustus, realmente. Il Sacramento muta lo stato ontologico della natura umana rovinata dal peccato, per cui l’uomo può essere giustificato dalle opere che è efficacemente in grado di compiere. Esse non sono solo una conseguenza della Grazia conferita, ma sono attribuibili a chi, con la stessa Grazia, ha potuto compierle; esse sono veramente gradite a Dio, perché non solo formalmente ma realmente soprannaturali. Il Battesimo ha dunque una efficacia intrinseca. Che il Battesimo cancelli i peccati originale e personali, lo attestano la Scrittura (Gv 3,5; At 2, 38; 22, 16; Tit 3, 5; Mc 16, 16; 1 Pt 3, 21; Rm 6, 22; 8, 1; 1 Cor 6, 11; Ef 5, 25-26; Gal 3, 27) e la Tradizione (Erma, san Barnaba, sant’Ireneo, Tertulliano, san Cipriano, sant’Agostino, Pietro Lombardo, san Tommaso; la tradizione iconografica). Analogamente, che il Battesimo rimetta le pene personali dovute al peccato, lo attestano, in ordine sparso, san Bonaventura, il Concilio di Trento, quello di Firenze, Rm 8,1 e la prassi consolidata della Chiesa.

17. Che il Battesimo conferisca la Grazia santificante e quella sua propria, assieme alle Virtù teologali, ai Sette Doni dello Spirito Santo e alle Virtù Morali, per infusione, lo attesta il magistero. Per esempio i Concili di Vienne (1311) e di Trento, che lo insegnano come dottrina di fede. Luoghi biblici in materia sono Gv 3, 6; At 2, 38; Rm 6; Tit 3,5. Autori patristici che prendono posizione sull’argomento sono Erma, sant’Ireneo, Tertulliano, san Cirillo di Gerusalemme, san Giovanni Crisostomo e moltissimi altri.

18. Il carattere indelebile è stato insegnato solennemente da papa Innocenzo III, nonché dai Concili di Firenze e Trento. Sebbene tale verità non sia insegnata esplicitamente dalla Bibbia – per cui i Protestanti la rigettano – e nemmeno dalla Tradizione, il linguaggio dei Padri giustifica la terminologia usata da papa Innocenzo ed entrata nella terminologia teologica comune, come sostengono il beato Duns Scoto e Suarez. I Padri greci parlano di sigillo (Erma, Atti di Tommaso, san Clemente Romano, Abercio, san Cirillo di Gerusalemme). In ogni caso non va confusa la Grazia santificante conferita dal Battesimo e che può essere persa e riacquistata con la Penitenza, con il carattere, impresso dal solo Battesimo. Esso è evidentemente qualcosa di più profondo della stessa restaurazione della libertà: è un marchio impresso nell’anima, un titolo di appartenenza concreto e reale a Cristo: lo stato di cristiano, che non esisteva neanche ai tempi dell’Adamo innocente. Esso è segno che distingue dagli angeli e mette in fuga i demoni. Che il carattere sia indelebile si arguisce dal fatto che il Battesimo non debba essere ripetuto. Stefano I vietò ai vescovi d’Africa di ripetere il Battesimo impartito dagli eretici, purchè fosse validamente amministrato, in quanto, sebbene se amministrato da essi forse non era né utile né fruttuoso, a causa degli errori in cui era irretito, di certo era reale nell’effetto. Ossia era valido ex opere operato Christi, secondo la formula usata da sant’Agostino contro i Donatisti. In genere, che il Battesimo non vada ripetuto lo attesta la prassi scritturistica (Gv 13, 10; Ef 4, 5; Ebr 6, 4-6), nonché l’insegnamento patristico di Tertulliano, san Dionigi Alessandrino, sant’Ireneo, sant’Epifanio, sant’Ottato di Milevi, sant’Agostino. L’eccezione di San Cipriano fu rintuzzata da papa Stefano, perché il vescovo di Cartagine negava la validità del Battesimo degli eretici. La prassi, blasfema e ridicola, oggi diffusa di chiedere la cancellazione dai registri battesimali da parte degli apostati, definita spregiativamente sbattezzamento, è ereticale e più che ereticale, in quanto il Sacramento non può essere annullato. Appare peraltro ridicolo che chi non creda senta il bisogno di cancellare un rito privo di qualunque efficacia. La nota di apostasia, registrata a margine dei documenti ecclesiastici, attesta proprio questa recessione dalla comunione ecclesiale, ma no di certo il riconoscimento, da parte della Chiesa, di un annullamento della validità sacramentale.


Theorèin - Gennaio 2011