RIFLESSIONI SULL'ARTE

A cura di: Carlo Bascelli
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Responsabilità nell'arte
 
Cosa succede se nel campo dell'arte si introduce il termine "responsabilità"? Accade l'irreparabile, ma di segno opposto.

Può un artista sentirsi in qualche modo responsabile di fronte al suo lavoro, alla sua opera? e perchè ci si dovrebbe sentire responsabili? E di che cosa poi? ...in fondo l'arte non è l'espressione della più totale libertà? E a me artista cosa può importare di essere responsabile? L'importante è il successo, che il mio lavoro vada a finire tra le pagine della migliore rivista d'arte del mondo e magari esposta al Moma di New York.

Apparentemente sembra che il termine "responsabilità" sia una sorta di "freno" all'espressione, di un moralistico freno posto da chi si mette a ragionare troppo su cose inutili, inconcrete.

E' inutile allora ragionare sulla responsabilità dell'arte e degli artisti? Io credo di no, non adesso, non in questo momento. Non adesso che si sta ridefinendo ogni più semplice concetto legato all'arte. L'arte e gli artisti oggi non possono più permettersi di girare a vuoto ricercando una presunta libertà: la devono trovare davvero.

Ma come?

Se si cerca la libertà totale in arte essa non può che coincidere anche con la massima libertà dovuta verso il pubblico che non è un singolo elemento ma al contrario il pubblico, l'artista, l'opera, sono parte di una sola entità, sono una unità che cresce nello scambio reciproco. L'artista che dipinge per se stesso non può comunque fare a meno del pubblico se vuole migliorare la sua arte. L'artista che odia il suo pubblico odia la sua crescita ed è geloso che la sua arte possa essere capita e raggiunta da qualcuno, perciò si allontana con mille stratagemmi pur di non dover constatare che la sua arte è più banale di quanto pensi e in questo modo vive nella totale falsità. La responsabilità dell'artista sta nel capire che quello che si fa oggi sul pubblico è quello che si ritroverà nel futuro, anzi nel futuro prossimo che è sempre più vicino grazie allo sviluppo della comunicazione.

Viene da pensare anche a come la sfera dell'amore oggi sia "contaminata" dall'idea della responsabilità. Ma la cose non si contrappongono, anzi si completano vicendevolmente! *

Gli artisti di oggi non possono più essere persone "senza testa" e senza meta, prive di uno scopo e schiave del principio del piacere o del puro divertimento perchè ciò equivale alla negazione della libertà stessa e alla dispersione delle energie umane. Infatti io credo che il talento non è stato dato per disperderlo ma per svilupparlo, accrescerlo. Ogni tanto gli artisti alzano la testa per capire se quello che hanno fatto sia solo divertimento, provocazione, o genialità. La velocità con la quale ci arriva dinanzi il risultato delle nostre scelte è sempre più vicino proprio grazie alla tecnologia.

Occorre oggi essere responsabili del proprio lavoro, di ogni singolo segno prodotto. Sono finiti gli anni in cui ci si poteva permettere di sbagliare, di confondersi e confondere, di perdersi nel vuoto e disperdere le energie. Adesso il proprio lavoro lo ritrovi di fronte ed è incarnato dal tuo pubblico. In fondo è sempre stato così ma ora in modo più diretto. la tua opera non va verso se stessa nè verso un vuoto ma verso un pubblico, cioè persone; esse guardano e si fanno un'idea. Tra quelle persone oggi ci sono anche bambini. I loro occhi e i loro pensieri. quegli occhi li ritroverai davanti a te poco tempo dopo. Così ognuno è direttamente responsabile di aver condizionato il futuro, anche in Arte.

Un passo indietro può donare la più completa libertà all'artista di oggi che viaggia tra la nebbia intellettuale del concetto di originalità: è possibile fare un'opera liberamente senza offendere o togliere la libertà a chi guarda, rispettando l'"anima" di chi guarda? E' certamente difficile, ma possibile.

Bisognerebbe prendersi tutta la responsabilità di tracciare una linea sul foglio come si prende la responsabilità di avere un bambino! Ecco un nuovo orizzonte artistico, in modo tale che la mano tremi e sudi per ogni segno tracciato, perchè se si comincia ad avere rispetto per una linea allora forse si avrà più rispetto anche per una persona in carne ed ossa, e spirito. Questo farà perdere la voglia di creare a molti artisti attratti solo dal piacere del fare arte, ma anche se ce ne saranno meno, essi saranno più solidi e consapevoli!

Se un bambino pensa che l'arte di oggi sia un pò triste non ha torto; e sarà un'altra persona in più che non crederà nelle potenzialità dell'arte, nella sua Bellezza, nella sua utilità. Se il pubblico è triste o stordito uscendo da una galleria sarà un'ennesima triste mostra di arte contemporanea. Ma se ne uscirà contento e soddisfatto sarà una mostra utile. E' meglio vendere la felicità a basso prezzo piuttosto che la tristezza a milioni di euro.

Occorre evitare oggi che il pubblico si nutra di inquietudine e di quel "vuoto estetico" così massicciamente presente nelle galleria d'arte. Se l'artista tiene al futuro della sua arte dovrà tenere anche al suo pubblico. Se l'artista è proteso solo verso se stesso nutrirà di egoismo il suo pubblico.

Non si può pensare oggi di fare arte solo per se stessi perchè in questo modo si ricade penosamente sugli altri e così l'artista non è completamente libero.

Infine la responsabilità non va solamente cercata, deve essere anche raggiunta, confermata e condivisa altrimenti sarà sempre un concetto vago e mutevole, impossibile da comunicare senza la giusta chiarezza. Se non ci si chiarisce sulla propria responsabilità artistica e non si tenta di comunicarla si rischia di generare confusione e bugie; e in questo vi è solo decadenza. Si può invece ricercare una più profonda idea di responsabilità una volta chiarite le basi. Ed è su questo presupposto che si edificherà una nuova arte.

"L'Arte è morta", dicevano molti critici negli anni settanta. E' vero, ma è finita proprio quell'idea dell'Arte individualista ed egocentrica a favore di una ri-definizione del suo senso.


Theorèin - Maggio 2007