REPORTAGE

A cura di: Mario Della Penna

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La via francigena

Ho trascorso un fine settimana in Toscana in provincia di Siena. Visitando cittadine e borghi remoti tra storia e natura mi sono imbattuto più di una volta in località in cui si segnalava la loro appartenenza all'antico percorso della Via Francigena; è stata l'occasione per saperne qualcosa in più, e che in poche righe cerco di riportare in questa rubrica dedicata al viaggio.

Cos'è

La Via Francigena è un itinerario della storia,  è una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini che da Canterbury si recavano a Roma. Fu soprattutto all'inizio del secondo millenio che l'Europa fu percorsa da una moltitudine di anime "alla ricerca della Perduta Patria Celeste". Questa via attesta infatti l'importanza del pellegrinaggio in epoca medioevale: esso doveva compiersi prevalentemente a piedi (per ragioni penitenziali) con un percorso di 20-25 chilometri al giorno e portava in sé un fondamentale aspetto devozionale: il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della religione cristiana. È noto come tre fossero i poli di attrazione per questa umanità in cammino: innanzitutto Roma, luogo del martirio dei Santi Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, dove l'apostolo San Giacomo aveva scelto di riposare in pace e naturalmente Gerusalemme in Terra Santa. Il pellegrino inoltre non viaggiava isolato ma in gruppo e portava le insegne del pellegrinaggio (la conchiglia per Santiago de Compostela, la croce per Gerusalemme, la chiave per San Pietro a Roma). Va detto che queste vie di pellegrinaggio erano allo stesso tempo vie di intensi scambi e commerci e che le stesse venivano percorse dagli eserciti nei loro spostamenti.

Le tappe sul percorso italiano

Per quanto riguarda il territorio italiano la Via Francigena oggi turisticamente coinvolge sei principali aree geografiche che riguarda nella regione Lazio la Tuscia e Viterbo; nella regione Toscana la provincia di Siena e Lucca; in Liguria la provincia di La Spezia; in Emilia Romagna la provincia di Parma; in Piemonte il Canavese - Ivrea.

La Via Francigena nel senese

Per quanto riguarda nello specifico i luoghi che ho recentemente visitato, queste sono le mete da raggiungere in provincia di Siena, quantunque bisogna precisare che non è possibile definire un percorso netto e preciso per la Via Francigena in quanto non è mai esistita veramente. Difatti in epoca medievale lo stesso concetto di strada era molto differente da quello contemporaneo. Venivano indicati dei tracciati stradali scanditi da punti di riferimento fissi, tra i quali però il percorso poteva subire diverse variazioni motivate dalla necessità di transitare per una località piuttosto che un'altra, da ragioni climatiche, stagionali, di sicurezza e così via. Ne risulta quindi un reticolo di percorsi che si diramano sul territorio per poi riunirsi convergendo su determinati punti focali. Ed è proprio attraverso questi luoghi, molti dei quali conservatisi fino ai giorni nostri, che possiamo ritrovare il segno tangibile della Via Francigena. Si tratta in primo luogo di centri che ospitavano e si prendevano cura dei pellegrini (hospitia e hospitales); di edifici religiosi; ma anche di manufatti stradali come ponti, fonti, cippi ed edicole votive, fino a tratti di antico selciato, i quali però, dato il continuo lavoro di manutenzione a cui dovevano essere sottoposti, non possono essere considerati reali testimonianze medievali e vanno quindi presi con beneficio d'inventario.

Uscendo da Siena attraverso Porta Romana, dopo circa un chilometro, si oltrepassa sulla destra lo Spedale di Santa Maria in Betlem, ora sede dell'Istituto di Scienze Farmacologiche, poco prima dell'incrocio per la tangenziale. Al semaforo si prosegue per la via Cassia e ci si inoltra per la Val d'Arbia; subito dopo la strada bianca che porta a destra verso Radi e Murlo, si trova il colle di Malamerenda, sulla cui sommità, a lato della strada è visibile un complesso che anticamente costituiva lo spedale detto Il Naviglio, ampiamente trasformato e ora adibito a fattoria. Pochi chilometri oltre si incontra Isola d'Arbia dove, quasi alla fine del paese, sulla sinistra vicino allo spaccio tabacchi, è la chiesa di Sant'Ilario. Si presenta con una semplice facciata in stile romanico, decorata da un corso di archetti in pietre bianche e nere. Superati i paesi di Ponte a Tressa e More di Cuna si trova il bivio a destra per Cuna, straordinario esempio di fattoria fortificata. Rientrati sulla via Cassia si incontra subito dopo Monteroni d'Arbia dove, al centro del paese sulla destra, si trova l'antico mulino in origine appartenente al potente spedale di S. Maria della Scala, ora adibito a residenze private. Dopo circa 13 km. si giunge a Buonconvento, tuttora cinto da mura, che si trovava al centro di una fitta rete di strutture di accoglienza. Uscendo dal paese si impone una deviazione che conduce, a destra, verso Montalcino ed a Sant'Antimo . La strada sale per circa 14 km. verso Montalcino (vedi foto) e prosegue poi altri 10 km. per l'abbazia di Sant'Antimo (vedi foto), si dovrà poi tornare a Montalcino e seguire le indicazioni per Torrenieri, percorrendo la bella strada panoramica che riconduce alla via Cassia. Pochi chilometri dopo, a destra del viadotto, si può ammirare il celeberrimo boschetto di cipressi sulla collina. Ci si trova così alle porte di San Quirico d'Orcia (vedi foto) e, dopo circa 6 km. in prossimità del ponte sul fiume Orcia, a Bagno Vignoni, che fu un'importante stazione termale. Circa 1 km. prima di Bagno Vignoni, al bivio per Chianciano - Pienza - Monticchiello, si può fare una breve deviazione a sinistra di 4 km. verso Spedaletto, notevole borgo fortificato molto ben conservato. Subito dopo Bagno Vignoni, invece, prendendo a destra si possono raggiungere Rocca d'Orcia e Castiglione d'Orcia (vedi foto), dove sono tuttora visibili esempi del fitto sistema di fortificazioni che, nel medioevo, punteggiavano la Val d'Orcia. Rientrati sulla Cassia si prosegue verso sud, superato il bivio per Campiglia d'Orcia, si consiglia di osservare sulla sinistra, in corrispondenza del bivio per Chianciano, una suggestiva formazione geologica, che è esemplare della zona delle Crete. Percorsi altri 5 km. si incontra a sinistra il bivio per Radicofani, che dall'XI secolo diventa un importante punto di riferimento fra la Val d'Orcia e la Val di Paglia. Il centro di maggior rilievo era però l'attuale Abbadia San Salvatore (vedi foto), raggiungibile sempre dalla Cassia prendendo a destra verso il Monte Amiata. Qui ha sede l'Abbazia di San Salvatore, di fondazione longobarda, che controllava larga parte del territorio dell'Amiata e la cui influenza si spingeva a sud fino ad Acquapendente. Da quest'ultima località la Via Francigena si fonde con la Via Cassia nel suo procedere verso Roma, ormai prossima.

 
Montalcino S. Antimo S. Quirico d'Orcia
Castiglione d'Orcia Abbazia S. Salvatore


(1) Per informazioni più complete si consiglia di visitare il sito www.viafrancigena.com

Theorèin - Maggio 2007