LE PROBLEMATICHE DELLA COMUNICAZIONE TELEVISIVA
Ricerche, analisi, proposte e commenti
A cura di: Antonio Zimarino
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Lezione 1

Gli strumenti per l'analisi critica

 

a) I sondaggi

 Una prima via per analizzare il ruolo dei "media" nella nostra società può essere quella di documentarsi sui molti sondaggi che spesso  vengono diffusi. Essi ci mostrano in genere lo stato della questione, ma non sempre ci permettono di capire le ragioni di questo stato e raramente intendono valutare le conseguenze anche gravi dello stato di cose.

Questo tipo di analisi attraverso sondaggi è il mezzo prediletto oggi dalla stessa comunicazione di massa: essi ci presentano il quadro degli effetti, ma stabilendo spesso attraverso le domande rivolte ai vari "campioni" di società, dei presupposti che sono ben lungi dall'essere pacifici.

Per capire bene i limiti dei sondaggi, bisogna riflettere sulle domande che essi pongono: come avremo modo di vedere, esse si fondano sul presupposto dell'inevitabilità o della verità di certi assunti di partenza che sono tutti da dimostrare e da  valutare criticamente. E' chiaro dunque che attraverso un sondaggio ben organizzato si può far dire al "campione" ciò che si vuole. Non mancano comunque esempi seri di sondaggio costruiti da sociologi che vogliono effettivamente capire lo stato della società.

Ad ogni modo, è estremamente utile avere una conoscenza di certi dati perché spiegano certe tendenze di modificazione dello stesso assetto sociale e anche le direzioni verso cui la Tv tende a portare la società. Ciò permette di fare un confronto tra ciò che la società è e sta diventando con ciò in cui noi crediamo sia e debba essere, secondo la nostra prospettiva etica.

b) Riflessione sul rapporto personale con il mezzo

 Una seconda via di indagine consiste nel riflettere sul nostro rapporto personale con la Tv: per farlo bisogna imparare a guardarsi bene dentro e analizzare questo nostro rapporto con grande onestà: tante scoperte potrebbero anche non essere gradite.

Innanzitutto sull'uso del tempo libero, che potrebbe essere dedicato ad attività più utili anche per la nostra salute psicofisica. L'uso del nostro tempo, di cui dovremmo riappropriarci pienamente è fortemente condizionato dalla possibilità di accendere l'apparecchio per trovare qualcosa che ci eviti di decidere cosa fare. L'offerta di programmi divertenti e piacevoli fa si che preferiamo usare il tempo davanti al video, precludendoci invece un rapporto più reale con la quotidianità e con il mondo che realmente ci circonda che spesso è difficile da capire e richiede un impegno in prima persona, l'unico che ci responsabilizza.

Affidiamo dunque al piacere innegabile del video la possibilità di organizzare le nostre giornate e il nostro tempo libero dalle attività necessarie, de-responsabilizzandoci sulle decisioni da prendere. Ogni decisione è sempre formativa per il nostro carattere, perché scegliamo in base alle nostre intenzioni, al nostro pensiero e alla nostra esperienza cosa vogliamo. Nel rapporto con la Tv possiamo al massimo cambiare canale, ma non lasciamo facilmente spegnere l'apparecchio.

 c) La conoscenza teorica 

Una terza via è quella di approfondire la conoscenza teorica, ma essa presuppone già una forte motivazione critica nei confronti della comunicazione di massa. Sono disponibili numerosi saggi teorici, indagini sociologiche, studi sui problemi etici, sulla psicologia dell'interpretazione, sull'organizzazione del marketing, sulla filosofia del linguaggio e dell'interpretazione, sul giornalismo, sulla televisione stessa; tutti in qualche modo inerenti l'analisi del mondo della comunicazione.

Questa strada e indubbiamente utilissima, ma è poco praticabile in molti casi, per via della complessità di numerosi studi, che richiedono forti motivazioni e una conoscenza specifica anche di determinate terminologie specialistiche. Esistono comunque numerosi saggi di facile lettura che vanno comunque ricercati in scaffali poco frequentati anche di affollatissime librerie.

 d) Il metodo del confronto

 Una quarta via, è quella di aiutarsi con qualche semplice saggio introduttivo e poi instaurare un confronto aperto tra amici, imparando a riconoscere i linguaggi specifici del mezzo televisivo, il suo modo di esprimersi, le caratteristiche significative delle varie reti, dei vari presentatori, delle varie trasmissioni; imparare a conoscere il linguaggio dei notiziari, le organizzazioni dei palinsesti ecc. .

Per far questo non è necessario farsi una cultura mostruosa ma delle volte basta solo una attenzione maggiore a ciò che rapidamente ci scorre davanti agli occhi e soprattutto instaurare il confronto aperto e positivo con gli altri: scambiarsi pareri e non aver paura di farlo, comunicarsi impressioni, sensazioni, critiche. Porre il proprio rapporto con la televisione e la comunicazione in un rapporto reale, di confronto con opinioni altrui. Questo è un atteggiamento molto utile che richiede anche del tempo e della volontà ed in genere non è aiutato dalla stessa comunicazione di massa che tende a porsi come interlocutore e mediatore assoluto delle nostre informazioni attraverso le quali organizziamo il nostro rapporto con il mondo reale.

 INTERROGATIVI E ALCUNE POSSIBILI RISPOSTE

 Lo sforzo che compiamo per conoscere criticamente i media e iniziare un confronto con altri a proposito della comunicazione e del mondo della Tv  è  ampiamente ripagato in diversi modi:

1) si scopre che le nostre capacità critiche, se solo ci mettiamo ad esercitarle, ci sono, al di là di quanto si sia studiato o meno.

2) Instauriamo dei rapporti reali con altre persone, attraverso cui scopriremo che spesso ci sono opinioni comuni, sentire comune di fronte a molte cose.

3) facciamo finalmente quello che la televisione non permette, e che è l'unica vera grande costrizione connaturata al mezzo: rispondere.

Infatti se  cominciamo a conoscerla e a riconoscere le caratteristiche importanti di molti programmi Tv, ( cosa che in genere non facciamo, soprattutto quando ci mettiamo davanti ad essa, solo per non pensare) finalmente troviamo un modo per rapportarci alla pari e "dialogare" con essa.

 La Tv conosce bene le nostre abitudini, sa prenderci, allettarci per il nostro giusto desiderio di informazione, di riposo, di svago, di sognare, in una società e in una realtà spesso faticosa da affrontare e da comprendere. Perché ?

Perché dietro di lei ci sono studi sociologici, psicografici e psicosociali che permettono di organizzare trasmissioni e palinsesti che siano il più possibile graditi e fruibili. Ciò avviene appunto attraverso studi complessi delle nostre abitudini, che talvolta arrivano a progettare esplicitamente delle possibili evoluzioni future dei nostri comportamenti sociali, dei nostri gusti, delle nostre aspettative.

 Ma questo è fatto per cattiveria ? Per instaurare nuove forme di dittatura ? Per necessità politica ?

Fortunatamente no. Accade solo per una ragione, per altro abbastanza grave: il nostro sistema economico si basa sulla logica del consumo. La diffusione di determinati tipi di comportamento, di determinati modelli di realizzazione sociale, di determinati progetti politici intende continuare a dare ossigeno al sistema consumistico. Inoltre la ripetizione e la diffusione di alcuni modelli suggeriscono modi di "integrazione sociale" e ratificano la presunta "positività" di certi comportamenti.

Molti comportamenti che sono ormai largamente condivisi, giustificati spesso da assenze di giudizi o di visioni etiche del vivere civile, stridono con le nostre personali convinzioni, formatesi da una educazione reale, fatta dal contatto con le persone, dalle esperienze vissute o dalle aspettative più profonde del nostro essere. Si vive talvolta in una "schizofrenia" che dissocia le nostre convinzioni da ciò che invece la "società" sembra affermare con piena evidenza. Finiamo talvolta per accettare comportamenti che non potremmo mai condividere, convincendoci grazie alla tambureggiante diffusione che i media fanno, che essi siano invece la sostanza dell'attualità.

Creare e diffondere dei modelli di comportamento e di relazione sociale che si basino sul possesso di determinati oggetti - simbolo, che inducano alla ripetizione rituale di stereotipi del "divertimento" o della "socializzazione", contribuisce a semplificare le dinamiche sociali rendendo gli attriti meno gravosi, contribuendo ad una pace sociale, convogliando aspirazioni.  Allo stesso tempo, si permette il perdurare del nostro sistema economico e produttivo, si giustificano comportamenti egoistici e si anestetizzano le aspettative più profonde, convogliandole nel consumo di mode che sembrano collocarci "al centro" del vivere sociale.

 Se finalmente impariamo a riconoscere il perché, il come, il modo e le intenzioni di questa strana disponibilità a soddisfarci che la Tv ha nei nostri confronti, impariamo a selezionare i messaggi, a evitare l'affidamento della nostra formazione interiore e sociale all'immaginario "filmico" e virtuale che è sempre in qualche modo gratificante, abituandomi a percepire il mondo circostante, i sentimenti, le sensazioni "come se stessi vivendo un film" o uno spot.

La velocità e la forza con cui molte sensazioni vengono comunicate da film e spot pubblicitari, la loro intensità, la loro evidenza spettacolare,  imprimono nel nostro immaginario situazioni e condizioni di interpretazione della realtà, senza che noi abbiamo il tempo e la voglia di mediarle con la nostra intelligenza razionale e la nostra esperienza reale. Ne deriva che, ogni qual volta la realtà che viviamo non corrisponde più al nostro immaginario così costituito, abbiamo un rigetto di una realtà che ci appare povera, limitata e non in grado di esaudire le nostre aspettative.

 Se impariamo a rapportarci criticamente con i Media, analizzando le loro strategie, valorizzandone gli aspetti positivi, rigettando e prendendo posizione contro quelli negativi, impariamo progressivamente a non barattare l'esperienza della realtà, l'unica che davvero ci realizza nella sostanza di quello che siamo, anche se con fatica. Impareremo a non fidarci di una gratificazione totalmente virtuale che ci impedisce la comprensione della nostra più profonda esigenza di vivere una vita piena. 

CONSIGLI PRATICI

 In via generale non è una gran perdita e nemmeno un grosso sacrificio il vedere la Tv il meno possibile, sempre che si abbiano delle valide alternative, ma talvolta non ci si può esimere dal farlo, anche solo per avere degli aggiornamenti sull'informazione e non sentirsi proprio fuori dal mondo. Tuttavia per via dell'effetto "Agenda - Setting" ( vedi scheda relativa) possiamo essere ben sicuri che non possiamo liberarci completamente dalla presenza dei "media" e comunque è giusto conoscerli e averne una visione aggiornata.

 E' sempre meglio utilizzare per la propria informazione un quotidiano, oppure più di uno, di varia estrazione. Ricordiamoci che fino ad ora la Tv è l'unico strumento di comunicazione che non da la possibilità di una risposta e di una domanda e che presuppone solo che la si ascolti: quanto tempo le dedichiamo ? E quanto tempo siamo in grado di ascoltare allo stesso modo una persona davanti a noi ?

 a) Costruire il proprio palinsesto

L'uso del telecomando dà una falsa libertà, perché non ci permette di uscire realmente del "televisivo" allora le uniche determinanti iniziative che possiamo prendere sono quelle di selezionare i programmi che si desidera vedere, prima di accendere l'apparecchio; di spegnerlo quando essi sono finiti.

Il videoregistratore è l'unico strumento efficace per costruirci il nostro palinsesto perché ci consente di accedere a trasmissioni interessanti che sono collocate in genere fuori dagli orari di maggior ascolto.

Conviene acquistare qualche guida ai programmi Tv, soprattutto di quelle economiche che evitano di vendere oltre ai palinsesti, le celebrazioni e i pettegolezzi che rimbalzano sugli schermi televisivi.

 b) Non temere di spegnere il televisore

Spesso non è una gran perdita. Cercare di evitare lo "zapping" senza meta. Ricordarsi che è una attività poco produttiva per il proprio tempo libero.

 c) Guardare delle trasmissioni in compagnia

Oltretutto è anche divertente: si possono fare commenti e instaurare dialoghi. Ciò aiuta a ricollocare nella realtà gli stimoli che si ricevono e permette di non isolarsi.

 d) Se è possibile, ascoltare diversi notiziari

Non si deve assolutizzare la propria fonte di informazione: le scoperte che si fanno confrontando vari modi di scegliere e presentare le notizie sono molto interessanti e non di rado contraddittorie. 

e) Eliminare l'audio dagli spot

Se ci si trova a guardare trasmissioni frequentemente interrotte da spot, può essere utile eliminare l'audio. Lo spot agisce pienamente su un doppio stimolo visivo e uditivo; eliminare l'audio significa dimezzarne l'intensità comunicativa. Inoltre la visione delle sole immagini evidenzia spesso la loro assurdità. 

f) Cercare il confronto

Discutere con gli amici talune trasmissioni che vi hanno colpito nel bene e nel male.

 Le pagine che seguiranno intendono fornire dei dati e degli spunti di riflessione soprattutto per un lavoro autonomo, cercando di risvegliare in noi lo spirito critico e la voglia di riappropriarci un pò di più di tutto quel tempo che la Tv normalmente occupa.

Comunque, qualsiasi sia la via che scegliamo per affrontare questi argomenti, rimane estremamente complesso rispondere alle domande prima formulate perché la tematica è vastissima; quindi non sarà possibile fornire risposte definitive.

Tenteremo invece di occuparci dell'aspetto più metodologico e pratico della questione, ma come vedremo fondamentale per imparare a formulare le nostre risposte.

Tante verranno magari andando avanti per quanto ci è ora possibile, nell'analisi e nella conoscenza della televisioni e delle dinamiche sociali che essa ha innescato e continua ad innescare. Non confezioniamoci quindi una idea precostituita ma proviamo a fornirci di dati e strumenti pratici di analisi che ci consentano in proprio, a diversi livelli,  di farci una idea autonoma del "Televisivo" e quindi crearci la nostra idea sulla Tv e il nostro equilibrio nei suoi confronti.


Theorèin - Anno 2002