NOZIONI DI SEMIOTICA
A cura di: Luciano Vitacolonna
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Ricordo di un Maestro: János S. Petöfi (1931-2013)

Il 10 febbraio 2013, nella sua casa di Budapest, è scomparso l’insigne linguista, semiologo e filosofo del linguaggio János S. Petöfi, uno dei fondatori della linguistica del testo. Era nato a Miskolc (nel nordest dell’Ungheria) nel 1931.

Nel 1955 si era laureato in matematica e fisica presso l’Università Kossuth Lajos di Debrecen, dove, nel 1961, si sarebbe poi laureato in filologia germanica. Nel 1969 aveva lasciato l’Ungheria in occasione del Primo Congresso Internazionale di Linguistica Computazionale (svoltosi a Sånga Säby in Svezia).

Nel 1971 Petőfi pubblica Transformationsgrammatiken und eine ko-textuelle Texttheorie, in cui viene illustrato il suo primo modello testuale. L’anno seguente entra a far parte del progetto di ricerca “Textlinguistik” presso l’Università di Costanza. Tra il 1972 e il 1989 svolge la sua attività di docente e di ricercatore presso l’Università di Bielefeld.

Nel 1975, nel libro Vers une théorie partielle du texte viene presentato il suo secondo e più noto modello testuale, la TeSWeST (= Text-Struktur Welt-Struktur Theorie, ossia ‘Teoria della struttura del mondo e della struttura del testo’). Negli anni 1976-78 questa teoria riscuote un grande successo nella linguistica europea.

Nel 1989 Petöfi presenta il suo nuovo modello testuale: la Testologia Semiotica. In questo stesso anno ottiene, per “chiara fama”, la cattedra di Filosofia del linguaggio presso l’Università di Macerata, nel cui Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane estende la sua ricerca teorica all’ambito della comunicazione multimediale quotidiana e artistica.

Nel 1991 gli viene conferito il titolo di “Doctor Honoris causa” dall’Università Janus Pannonius di Pécs (Ungheria), mentre nel 1993 gli viene conferito il titolo di “Magister emeritus” dal Magistero Juhász Gyula di Szeged. Nel 1996 viene insignito del titolo di “Doctor honoris causa” dall’Università di Debrecen. Nel 2004 gli viene conferita la “Laurea honoris causa” dall’Università di Torino. Sempre nel 2004 appare Scrittura e interpretazione, pubblicato da Carocci Editore in Italia.

Negli ultimi anni si era ritirato, con la moglie Zsuzsa Benkes, nella sua casa di Budapest, dove l’ho incontrato per l’ultima volta nel mese di ottobre dello scorso anno. Fino all’ultimo Petöfi ha continuato a lavorare all’elaborazione e applicazione della Testologia Semiotica con il solito impegno e la consueta concentrazione.

Ho incontrato per la prima volta János S. Petöfi il 5 aprile del 1981, a Macerata. Da allora ho avuto la fortuna, l’onore e la gioia di collaborare con lui per più di trent’anni. Qui vorrei solo dire ciò che János S. Petőfi ha rappresentato e continuerà sempre a rappresentare per me dal punto di vista scientifico e umano.

Dal punto di vista scientifico, considero Petőfi, senza mezzi termini, un Maestro per più ragioni: per la sua incredibile capacità di lavoro, oltre che di concentrazione e riflessione tanto sui fondamenti, sull’organizzazione e sugli scopi globali della sua teoria, quanto su singoli aspetti teorico-metodologici; per il rigore formale, la coerenza e l’efficienza che ha saputo assicurare a questa teoria; per la sua capacità di modificare e adeguare questa teoria in base alle esigenze e agli scopi determinati da eventuali carenze individuate nella teoria stessa, o dai mutamenti inevitabili nella realtà, o dall’affermarsi di nuovi sistemi di significazione e comunicazione sempre più complessi e sofisticati. Inoltre, considero Petőfi un Maestro per il suo approccio alla realtà, un approccio problematico, pronto a rimettersi sempre in discussione perché libero da qualsiasi schematismo o dogmatismo.

Più nello specifico, giudico la Testologia Semiotica come l’unica teoria in grado di affrontare e spiegare il fenomeno della significazione, della comunicazione e, soprattutto, dell’interpretazione, in quanto essa è l’unica teoria integrata che abbia saputo davvero unificare, in modo duttile e interdisciplinare, il componente grammaticale (lato sensu), quello semantico e quello pragmatico in una dimensione semiotica, e non puramente linguistica, il che ha comportato l’utilizzazione di vari tipi di logica (logica formale, logica dei modelli, ecc.), di vari tipi di semantica (intensionale ed estensionale), di vari tipi di analisi (statico-strutturale e dinamico-procedurale), nonché di diverse discipline (linguistica, semiotica, filosofia, filosofia del linguaggio, psicologia, sociologia, etnologia, retorica, ecc.) mantenendo però sempre al suo centro (o alla sua base) il testo nella sua complessità semantico-formale e nel suo rapporto con la realtà e con i partecipanti alla comunicazione. Di qui l’importanza che assumono, all’interno della Testologia Semiotica, i vari tipi di interpretazione, i contesti e i cotesti, la distinzione fra un’architettonica formale e una semantica con le rispettive forme di organizzazione, il concetto di ‘base’, i sistemi canonici di rappresentazione, e così via.

Dal punto di vista personale e umano, considero ancora una volta Petőfi come un Maestro, perché mi ha insegnato ad affrontare la vita con serietà ma non seriosità, con rispetto ma non docilità, con ironia e autoironia ma non sarcasmo. E mi permetto di considerare János come un Amico incontrato al momento giusto per quei rari se non unici colpi di fortuna che si hanno nella vita. Un amico che, con una totale e disinteressata Einfühlung, mi ha saputo aiutare nelle difficoltà, consolare nelle tristezze, incoraggiare nello sconforto. Un amico sempre pronto ad ascoltarti e a consigliarti, con franchezza e affabilità. Un amico, se necessario, pronto anche a criticarti e rimproverarti, ma sempre in nome di quel rispetto profondo, di quella stima incondizionata e di quell’affetto sincero che ci hanno legati per più di trent’anni.


Theorèin - Aprile 2013